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La maglia tie-dye della Lituania per le Olimpiadi del 1992

Un capo che è diventato simbolo di appartenenza

La maglia tie-dye della Lituania per le Olimpiadi del 1992 Un capo che è diventato simbolo di appartenenza

Bill Walton, The Grateful Dead e lo scioglimento dell'Unione Sovietica. Sono questi gli ingredienti alla base del processo creativo che portò alla realizzazione di una delle magliette più iconiche nella storia delle Olimpiadi. Le Olimpiadi in questione sono quelle che si tennero a Barcellona nel 1992 ed il Paese coinvolto è la Lituania, in particolare la nazionale di basket. Quel torneo è passato alla storia per la presenza del Dream Team, ovvero la squadra statunitense che per la prima volta portava alle Olimpiadi i migliori giocatori della NBA. Ovviamente gli Stati Uniti vinsero la medaglia d’oro e se avete visto The Last Dance, il biopic prodotto da Netflix sui Chicago Bulls e Michael Jordan, probabilmente ricorderete che uno dei momenti più controversi della premiazione coinvolse proprio MJ, il quale, per non farsi immortalare con la giacca di uno sponsor diverso dal suo, decise di avvolgersi in una bandiera degli Stati Uniti per coprire il logo di Reebok. Quelle premiazioni però passarono alla storia anche per la decisione da parte della Lituania di ricevere la medaglia di bronzo indossando una maglia tie-dye con i colori della bandiera lituana al cui centro compariva uno scheletro intento a fare una schiacciata. Nessuna protesta in questo caso, un gesto di riconoscenza nei confronti dei The Grateful Dead, la band californiana che aiutò la Lituania a raccogliere i fondi necessari per partecipare alle Olimpiadi a soli due anni di distanza dalla propria dichiarazione di indipendenza dall'Unione Sovietica.

Questo episodio fa parte di un legame storico fra il basket e The Grateful Dead, portato in alto da Bill Walton. Campione NBA con i Portland Trail Blazers e i Boston Celtics, due volte campione NCAA con UCLA, Hall of Famer dal 1993, Walton è stato un personaggio differente da qualsiasi altro giocatore di basket o atleta americano in generale, il principale esponente della controcultura statunitense: un hippie per farla breve. E nella sua autobiografia Walton confessò di aver partecipato ad almeno 800 concerti dei The Grateful Dead, la principale band della Summer of Love e di tutto il movimento legato al rock psichedelico degli anni Sessanta e Settanta. A prescindere dal numero di concerti a cui partecipò, Walton nel corso dei decenni ha coltivato un rapporto d'amicizia con tutti i membri della band e la loro relazione è stata così forte che lo scorso 1 giugno, durante un concerto tenutosi presso la Sphere di Las Vegas, i The Grateful Dead hanno onorato Walton a pochi giorni dalla sua morte suonando Fire on the Mountain mentre alle loro spalle venivano proiettate immagini dello stesso Walton.

Fra le tante attività extra cestistiche, Walton ha partecipato anche alla realizzazione di The Other Dream Team ovvero il documentario dedicato alla nazionale di basket della Lituania che partecipò alle Olimpiadi del 1992 e che venne presentato al pubblico nell’edizione 2012 del Sundance Film Festival. Nel film, anche attraverso le parole di Bill Walton, viene raccontata tra le altre cose la genesi del legame tra la Lituania e i The Grateful Dead che portò alla creazione del Dunking Skeleton. Leggenda vuole che un componente della crew della band lesse un articolo scritto da un beat writer dei Golden State Warriors, George Shirk, sulla campagna condotta da Sarunas Marciulionis per raccogliere i fondi necessari a garantire la partecipazione della squadra lituana di basket al torneo olimpico. E così, in occasione di un concerto dei The Grateful Dead a Detroit, Marciulionis incontrò la band. Da questo primo incontro scaturì una donazione della band attraverso la propria fondazione benefica The Rex Foundation, un assegno da 5mila dollari alla nazionale lituana. La decisione di creare anche una maglietta arrivò in seconda battuta, a seguito della copertura mediatica generata proprio da questa donazione.

Ed è questo il momento in cui entra in gioco Greg Speirs, ovvero l’uomo che materialmente creò la maglietta. Il punto di partenza fu la decisione di sviluppare un capo tie-dye, pattern tradizionale della cultura hippie. Questa scelta si sposava alla perfezione con i colori della bandiera lituana: il giallo, il verde e il rosso. Tonalità sovrapposte e mescolate in modo da creare un effetto psichedelico sopra il quale si staglia la figura di uno scheletro, simbolo dei The Grateful Dead, intento a schiacciare un pallone da basket all’interno del canestro. «È come una fenice che risorge dalla ceneri, la vittoria sul Comunismo», racconterà Spiers anni dopo provando a spiegare l’iconografia di quella maglia. Il successo fu straordinario. Non solo all’epoca, vennero inoltrati 50mila ordini per la maglia solo nella prima settimana, che ancora oggi è un must have, un cimelio che ha superato i confini dello sport per diventare un capo di moda e un simbolo di appartenenza, sia per il popolo lituano che per i fans dei The Grateful Dead.