Vedi tutti

La prima volta della breakdance alle Olimpiadi

Dal Bronx a Place de la Concorde

La prima volta della breakdance alle Olimpiadi Dal Bronx a Place de la Concorde

New York negli anni '70 è in crisi economica: molti dei suoi residenti hanno deciso di trasferirsi nei sobborghi, lasciandosi alle spalle il caos e la confusione di un centro cittadino inquinato e caotico. A differenza di Manhattan e Times Square, il Bronx (più specificamente il South Bronx, noto anche come "Boogie Down Bronx" o "Bronx River"), è popolato da residenti di origine afroamericana e portoricana. A regnare in quella zona è la povertà, che spinge i suoi abitanti a compiere atti vandalici per arrivare a fine mese. Eppure, è in queste strade disseminate di graffiti che è nata una branca significativa della danza: la breakdance. Questa pratica si è evoluta molto dalla sua nascita e quest'anno, per la prima volta, farà l'ingresso tra le discipline olimpiche. Sebbene questo stile di danza sia stato introdotto ai Giochi Olimpici Giovanili del 2018 a Buenos Aires, farà la sua prima apparizione in un'edizione ufficiale ai Giochi Olimpici di Parigi 2024

Durante il suo periodo di massima fama il Bronx iniziava anche a essere conosciuto per una scena musicale viva. Si affermò come di nascita di molti generi musicali, come disco, salsa, funk e mambo, tutta New York si radunava lì per fare festa fino alle prime ore del mattino. È in questa atmosfera che è nato l'hip-hop. Si dice che il padre della breakdance sia stato DJ Kool Herc, che importò il background artistico della sua terra natale, la Giamaica, sul suolo americano. Fu durante i "Jams" (anche chiamati "party house" o "block party") organizzati da DJ Kool Herc, che si svolgevano sia agli angoli delle strade sia negli edifici abbandonati, che apparvero i primi B-boys e B-girls. Il termine "breakdance" si riferisce non solo al fatto che, nel ballo, i corpi degli sportivi si "rompono", si riparano, cadono a terra, si rialzano e così via, ma anche al "break" (la pausa, l'intermezzo di una traccia che interrompe il suo flusso ritmico) del vinile che il DJ utilizzava e ripeteva in loop per animare la pista da ballo. La pratica della breakdance, sin dal primo giorno, consiste quindi nell'eseguire figure acrobatiche in aria e a terra al ritmo di musica hip-hop.

Dagli anni '80 in poi, il movimento della breakdance prese piede oltre i confini del Bronx diventando popolare in tutto il mondo. In questo periodo, numerose pellicole riguardo la breakdance hanno debuttato nei cinema e hanno contribuito a questa massiccia popolarizzazione, come Breakin' o Battle of the Year. Insomma, gli anni Duemila hanno accentuato l'ascesa della breakdance, vedendo la nascita di sempre più saghe televisive legate alla danza. È impossibile non menzionare Channing Tatum in Step Up, che ha contribuito a rendere più appealing, agli occhi dei fan della breakdance, gli outfit degli atleti. Sono proprio i look a recitare una parte importante nello sport. All'inizio, negli anni '70, i look rendevano omaggio alla palette di colori africana (nero, rosso, verde e giallo). Gli accessori degli atleti erano molteplici, i lobi erano appesantiti da orecchini di diamante e la parola "minimalismo" non era presente nel vocabolario dei ballerini. All'inizio degli anni '80, il duo Kriss Kross si fece notare non solo per uno spiccato talento musicale, ma anche per gli outfit oversized. Nacque così la tendenza del "sagging" (un modo di indossare i pantaloni sotto la vita in modo da ostentare al propria biancheria intima). Pantaloni extralarge, felpa con cappuccio, maglietta larga e una grande catena: così era la nuova uniforme dei breakdancer.

Ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, il 10 e l'11 agosto, 16 B-Boys e B-Girls si sfideranno per la medaglia d'oro di breaking sulla pista da ballo a Place de la Concorde. E forse sì, la breakdance è lo sport più assurdo che vedremo in questa Olimpiade - anche per il semplice fatto che è lo sport più a metà tra sport ed arte.