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Dobbiamo preoccuparci per il Mondiale 2026?

Le immagini della Finale di Copa America a Miami fanno davvero impressione

Dobbiamo preoccuparci per il Mondiale 2026? Le immagini della Finale di Copa America a Miami fanno davvero impressione

Mentre gli Stati Uniti e il mondo intero sono ancora scossi dallo sconvolgente attentato a Donald Trump, nelle ultime ore un altro grande evento sul suolo americano - in questo caso sportivo, la Finale della Copa America 2024 - è passato alla cronaca anche per questioni di ordine pubblico. Nella sfida tra Argentina e Colombia non sono mancati pathos e momenti storici, dall’infortunio di un Lionel Messi uscito in lacrime al gol decisivo di Lautaro Martinez nei supplementari che è valso il sedicesimo titolo continentale della Seleccion; a rubare la scena, però, sono stati i disordini all’esterno dell’Hard Rock Stadium di Miami. La partita è iniziata infatti con quasi un’ora e mezza di ritardo, per la precisione alle 3:24 italiane, quando finalmente gli spalti si sono riempiti e le acque si sono calmate nei punti d’accesso all’impianto dopo momenti di caos, ma anche di grande preoccupazione.

Poco prima dell’orario previsto, la federazione sudamericana - CONMEBOL - ha diramato un comunicato con cui annunciava un ritardo di 30 minuti - diventati poi 45, quindi 75 - per il calcio di inizio. Nel frattempo, nelle inquietanti immagini che giungevano dall’area circostante all’Hard Rock Stadium si vedevano scene di panico collettivo e violenza. Ai cancelli si sono presentati migliaia di tifosi argentini e colombiani sprovvisti di biglietto, che hanno cercato in ogni modo di accedere: i video mostrano le “cariche” di gruppo ai checkpoint, i tentativi di scavalcare le staccionate e addirittura di introdursi nell’impianto di ventilazione della struttura. Evidentemente impreparata a uno scenario del genere, la polizia di Miami ha reagito, insieme agli addetti alla sicurezza dell’evento, aprendo e chiudendo i cancelli, diramando una serie di appelli (di relativa utilità) alla calma e all’ordine, cercando di ripristinare invano il controllo della situazione. Il risultato, invece, è stato davanti agli occhi dei milioni di telespettatori connessi da più di 30 Paesi nel mondo: folle pericolosamente schiacciate contro recinzioni e cancelli, inseguimenti e colpi di manganello, file di persone stese a terra con le manette ai polsi. Paul Tenorio, corrispondente del New York Times, ha inoltre raccontato che “gli agenti di polizia hanno impedito alle persone, compresi i media, di fare video in quell’area”.

Un aggiornamento sull’orario previsto d’inizio e un appello all’ordine dopo l’altro, alla fine gli addetti alla sicurezza si sono arresi all'impossibilità di gestire (senza ulteriori ritardi) la situazione. Intorno alle 2.45 italiane, con le tribune ancora mezze vuote e le squadre tornate in campo a scaldarsi, hanno aperto i cancelli e fatto entrare nello stadio migliaia di tifosi, con e senza biglietto (lasciandone fuori altrettanti, tra cui qualcuno in possesso del titolo). Di sicuro al momento del calcio d’inizio sugli spalti c’erano più dei 65mila tifosi attesi all’Hard Rock Stadium, ovviamente sold out. “È entrata un marea di gente senza biglietto”, conferma Tenorio, “ma non credo ci fosse alternativa. La situazione era terribile e non stava migliorando. Ho visto tante persone che sono state trascinate, barcollando, inzuppate di sudore, verso la postazione medica per avere acqua e cure.”

Il caos e l’effetto-panico di quei frangenti hanno messo in pericolo tutti i presenti, chi per propria responsabilità (di cui non si intende giustificare la condotta), chi “colpevole” soltanto di trovarsi lì. Fortunatamente, nonostante il rischio corso, la serata si è conclusa senza conseguenze drammatiche, ma solo con qualche ferito. L’impreparazione degli organizzatori e delle forze dell’ordine, però, non può passare inosservata per un Paese che tra due anni ospiterà la Coppa del Mondo e non ha certo dato garanzie rassicuranti in tal senso, né ieri né in precedenza. Il tema sicurezza e logistica infatti era già stato discusso la scorsa settimana, dopo le feroci critiche di Marcelo Bielsa, Ct dell’Uruguay, al termine della semifinale contro la Colombia, quando le tensioni sugli spalti avevano addirittura coinvolto i giocatori delle due squadre. Bielsa ha puntato il dito contro gli organizzatori, definendoli - senza giri di parole, al solito - dei “bugiardi”.

Ora, con l’aggiunta degli incidenti di Miami, l’attenzione per questo aspetto è accresciuta esponenzialmente, di pari passo con la pressione mediatica. La gestione improvvisata e inefficiente dell’emergenza di ieri ha sollevato infatti, da subito, più di qualche interrogativo. Felipe Cardenas, The Athletic, ha parlato di “una situazione senza precedenti per un evento sportivo negli Stati Uniti. C’erano tante persone in pericolo, tra cui bambini e donne incinte. La polizia era totalmente impreparata per una cosa del genere, ma in questo tipo di eventi bisogna mettere in conto che non si sta gestendo solo una partita di calcio, ma un’occasione che coinvolge migliaia di tifosi che arrivano apposta da altre Nazioni.” 

Insomma, quella di ieri sarà ricordata come la finale delle lacrime di Messi, James Rodriguez e Di Maria (tutti probabilmente ai saluti), e della consacrazione di Lautaro Martinez, uomo del destino dell’Albiceleste e capocannoniere del torneo. È stata anche la notte di Shakira, che si è esibita sul palco al centro del campo durante il maxi-intervallo di 25 minuti; un “halftime show” in stile SuperBowl che ha messo in evidenza il primato degli eventi sportivi americani sul piano dell’intrattenimento e della spettacolarizzazione del prodotto. In misura minore, peró, sarà una finale ricordata anche per gli spiacevoli episodi verificatisi fuori dal rettangolo di gioco. Ora ci sono due anni, avvicinandosi al Mondiale 2026, per assicurarsi che quando nelle città americane sbarcheranno tifosi da tutto il mondo, ci si potrà ricordare di quelle partite solo per lo spettacolo offerto sul campo.