I rapper si sono appropriati del bloke core
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01 Luglio 2024
Sabato 29 giugno 21 Savage ha aperto il concerto di Tedua a Milano di fronte a una platea silente, non perché ammaliata ma perché disinteressata nei confronti di un artista tanto riconosciuto globalmente quanto poco interessante agli occhi dei presenti che si trovavano lì per la performance del rapper ligure. L'accaduto è passato in secondo piano: è saltato all'occhio maggiormente l'outfit indossato da 21 Savage che è sul palco indossando una jersey della Juventus anno 2003/04 di Alessandro Del Piero. Forse il rapper di Atlanta ha pensato di ingraziarsi una fetta del pubblico italiano indossando la maglia della squadra più vincente del nostro paese, ma 21 Savage è solo l'ultimo dei tanti rapper ad aver indossato una maglia da gara a strisce bianconere. Ma è anche solo uno dei rapper-tifosi di calcio che, grazie a una fedele fanbase, riesce a veicolare il significato intrinseco di un trend - quello del Bloke Core - che ha raggiunto una dimensione ormai globale.
La nascita del Bloke Core e la sua evoluzione
@malcolmkelechi_ Rip to my noctas #blokecore #blokecoreoutfit #festivaloutfit fukumean - Gunna
Il Bloke Core è uno dei tantissimi trend nati da TikTok. In un nostro articolo del 2022 lo avevamo addirittura definito la miglior cosa nata dalla mente degli utenti di TikTok. Ma a più di due anni di distanza è lecito domandarsi cosa sia accaduto al Bloke Core e quanto il tempo lo abbia modellato a suo piacimento. Una peculiarità che accomuna approssimativamente la maggior parte dei trend è la temporaneità - e fin qui nulla di nuovo - ma questo aspetto si è fatto decisamente più serio nel caso del Bloke Core. In primis, daremo la paternità del termine a Brandon Huntly, content creator che sin dal primo momento ci ha fatto capire cosa fosse il Bloke Core e soprattutto che tipo di persona fosse più "real" nel rappresentare questa tipologia di abbigliamento - dunque, ancor prima che si trasformasse in moda: denim, sneaker (quasi sempre) adidas e jersey da calcio. Una sorta di Liam Gallagher wannabe. Chiunque sembrasse un figlio adottivo del britpop si pensava, all'inizio, fosse predisposto ad eleggersi come rappresentante del Bloke Core. Insomma, si pensava che questo trend fosse contraddistinto da una certa genuinità, in totale contrapposizione ad altre tendenze.
Da nicchia, a trend, a parodia
Il Bloke Core ha vissuto una vera e propria evoluzione. Prima di diventare trend era appannaggio di una nicchia di giovani inglesi che si recavano ai festival musicali indossando una jersey della Nazionale o del loro club preferito. A dimostrazione del fatto che in un semplice trend possa ricoprire una parte importante anche la sentimentalità. Il calcio è uno sport pregno di sacralità e "giocare con i sentimenti" può essere altamente rischioso: è anche per questa ragione che quando vediamo una jersey del nostro club preferito indossata in maniera apparentemente randomica dalla celebrity di turno non sempre la prendiamo benissimo. Basti pensare alle jersey della Juventus, indossate nel corso degli ultimi anni da Drake, Rihanna, Lil Peep, Gunna, Pusha T, Pharrell Williams, Flo Rida, Tyler, The Creator, Drake, Joe Jonas e ora anche da 21 Savage. È così che il Bloke Core dall'essere un segno distintivo di una nicchia di persone, non solo sfocia nel mainstream, ma rischia di diventare quasi parodico, grottesco, teatrale, un vero e proprio travestimento, diciamo.
Rimane comunque il fatto che non c'è nulla di scandaloso nella scelta degli artisti di indossare una jersey, è solamente "colpa" di uno sport che difficilmente può levigare le sue radici conservative e sentimentali volte unicamente alla spettacolarizzazione. Contemporaneamente, l'apprezzamento generale di tutti questi artisti appartenenti alla scena rap e non nei confronti della Juventus, evidenzia quanto esista realmente una differenza di percezione nei confronti del branding Juventus, tra Italia ed Europa e States, continente in cui il club torinese sembra considerato uno club cool. Inoltre, è chiara la crescita di interesse negli Stati Uniti nei confronti del calcio europeo: non stupiamoci quando vedremo Supreme New York realizzare ancora jersey da calcio ispirate all'estetica dei maggiori club italiani.
Americanizzazione del merchandising e dello sportswear
Il calcio non è sicuramente il primo sport a entrare nel mainstream - anzi, forse è l'ultimo se si prendono in considerazione basket, baseball ed hockey. Per quanto riguarda basket e baseball, una maggiore apertura culturale dei supporter statunitensi nei confronti dei simboli e dell'iconografia tutta ha favorito l'americanizzazione del merchandising e dello sportswear, a partire dai baseball cap con lo stemma dei New York Yankees, passando per le canotte dei Los Angeles Lakers e dei Miami Heat o le jersey di una qualsiasi squadra di hockey. Gli sport di matrice americana raramente si sono imbattuti nei capricci dei tifosi e di un pubblico esigente da questo punto di vista; anche per questo in Europa, storicamente, si è stati meno restii di fronte all'idea di indossare una canotta da basket per andare in spiaggia oppure in discoteca con la propria comitiva di amici.
Il Bloke Core può ancora salvarsi, recuperare parte della sua reputazione. Ma come? Cercando la via per raffinarsi, elevarsi dalla massa e acquisire una coolness definitiva ma soprattutto duratura: sarà compito, in primis, dei designer e dei brand come Guillermo Andrade di 424 o Héctor Bellerìn che ha da poco lanciato Gospel Estudios di creare items che nascono dall'estetica calcistica ma che sono molto più raffinati di una semplice jersey da calcio, diventata oggi poco più di un costume carnevalesco.