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Lo stile del Draft NBA 2024

Curiosità, novità e lezioni di stile nella notte NBA dedicata ai nuovi talenti

Lo stile del Draft NBA 2024 Curiosità, novità e lezioni di stile nella notte NBA dedicata ai nuovi talenti

Non c’è seconda occasione per fare una prima buona impressione”. Deve passare qualcosa del genere per la testa dei ragazzi che ogni anno si apprestano a muovere i primi passi da giocatori NBA, nella tradizionale Draft Night di fine giugno. Per i giovani talenti in arrivo nella lega è la notte della presentazione al grande pubblico, quella in cui conoscere il punto di partenza della propria avventura “al piano di sopra”; allo stesso tempo, l’evento che si è tenuto al Barclays Center negli ultimi due giorni - la novità del 2024 è stata proprio lo spezzato tra primo e secondo round - è il momento in cui introdursi, oltre che ai nuovi tifosi, all’audience cestistica mondiale.

Il tempo in cui dare un primo assaggio del proprio valore, sul campo, arriva più avanti, con la Summer League (in programma nelle prossime settimane) e l’inizio della Regular Season (ottobre). Davanti alle telecamere, invece, le matricole fanno il loro debutto nella notte del Draft, su un palcoscenico che nel tempo è diventato sempre più glamour, con una crescente attenzione per gli outfit sfoggiati dai suoi protagonisti. In parallelo al diffondersi di nuove tendenze tra i giocatori e all’evolversi delle regole NBA in materia di dress code, negli ultimi 20-25 anni il legame tra basket americano e universo fashion è diventato sempre più profondo. Dai look pre e post gara ai travestimenti per ricorrenze e festività, dalle innumerevoli sinergie brand-atleta a serate di gala quali l’All-Star Weekend e, appunto, la Draft Night. Due occasioni in cui lo stile si declina spesso e volentieri in stravaganza ed eccentricità.

Una lunga tradizione

Il Draft rappresenta un momento cruciale per la carriera di chiunque vi prenda parte, nonché il contesto di tante istantanee iconiche nella storia del gioco. Indimenticabile, ad esempio, l’all-white con cui LeBron James raggiungeva il palco nel 2003, così come i successivi scatti insieme a Carmelo Anthony, nei rispettivi abiti oversize. Oppure, più recentemente, le giacche a fantasie molto, molto particolari di Andrew Wiggins, Shai Gilgeous-Alexander, Scoot Henderson e Bol Bol. O ancora, il pantalone corto di Trae Young, il viola-e-diamanti di Paolo Banchero, il rosso accecante di Gradey Dick, i total look ai limiti dell’estremo di Jalen Green e Keyonte George.

L’edizione di quest’anno non ha fatto eccezione in tal senso, anzi. Se la classe 2024 sarà ricordata per l’exploit francese (tre scelte nelle prime sei, tra cui la numero uno e due, dopo Wembanyama nel 2023) e per lo sbarco di Bronny James nei Lakers di papà LeBron, anche il colpo d’occhio ha fatto la sua parte. La prima scelta Zaccharie Risacher ha optato per un completo abbastanza sobrio, ma non si può dire lo stesso per il suo connazionale Alex Sarr, chiamato immediatamente dopo. Il suo outfit - di vaga ispirazione anni 2000 per tinta e vestibilità, ma impreziosito da bottoni e collana luccicanti - ha aperto le danze nella consueta battaglia della stravaganza. Continuiamo allora con le scelte, soffermandoci su qualche caso che esige, e merita, attenzione.

Un (altro) Draft di creatività

Decisamente poco timido Stephon Castle, quarta scelta: completo intarsiato di brillanti, e primo di tanti rookie che sono saliti sul palco con una notevole grammatura al collo. Il tempo di far abituare gli occhi, poi, e il commissioner Adam Silver ha chiamato Ron Holland, con un vestito frastagliato di diamanti che durante la diretta ESPN è stato definito “la Via Lattea”; con un enorme atomo violaceo come ciondolo della collana, e l’occhiale in tinta. 

Tidjane Salaun ha inaugurato invece un trend ricorrente in tutti gli ultimi Draft: le giacche con variopinti disegni nella parte interna, spalancata prontamente davanti alle telecamere e spesso dedicata alla storia o alle origini degli atleti; talvolta, a messaggi sociali (il “Black Lives Matter” di Tyrese Haliburton nel 2020) e sponsor (“Fortnite”, Kevin Knox nel 2018). Ed ecco Donovan Clingan, con papillon e doppia catena, e soprattutto con una serie di foto insieme alla mamma - che ha perso quando era ragazzino - stampate all’interno della giacca. Sulla stessa lunghezza d’onda, spostandoci alla fine del primo round, la vistosa bandiera brasiliana apparsa non appena Tristan da Silva ha slacciato i bottoni del suo completo nero (con maniche rosse).

Cody Williams ha catturato lo sguardo non solo per la combinazione di collana e spille d’oro, ma anche per l’handshake più lungo di sempre con il fratello Jalen, prima di raggiungere Adam Silver sul palco. Elegante ma sfarzoso, l’outfit di Rob Dillingham ha iniziato invece a mettere in difficoltà gli osservatori più fedeli al tradizionale. A chi ha usato l’aggettivo “kitsch” per commentare, comunque, è difficile dare torto. Devin Carter e Jared McCain, il cui stile inizia a dire il vero dall’acconciatura, hanno scelto di fare a meno della camicia, lasciando parecchia pelle alla luce del sole. A questo stile un po’ Miami Vice hanno aggiunto una serie di accessori diversamente sobri, tra anelli, occhiali e collane.

Ultimi ma non per importanza, Ja’Kobe Walter e Kyshawn George, hanno sfoggiato i due outfit forse più stravaganti di tutti. Il primo con un abito viola, à la Banchero ma dalla tonalità più accesa, e con estrose fantasie; all’esterno, e soprattutto al suo interno, un’esplosione di colori - come avrà notato chi è riuscito a distogliere lo sguardo dall’enorme ciondolo al collo. Kyshawn George, invece, ha attirato le telecamere prima ancora di essere scelto, facendosi inquadrare al Barclays Center mentre allenava il suo ball handling - con una palla dorata - in attesa di essere chiamato. Poco dopo, è salito sul palco con un divertente mix di stili: pantalone in linea bootcut (estesa anche ai polsi), colori sgargianti e originali, con una serie di diamanti al collo, alle orecchie e sul petto. Mancano solo gli occhiali, probabilmente li avrà lasciati sul taxi.