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Calafiori e l'estetica dei difensori italiani

Estetica Y2K e interventi in anticipo, il centrale del Bologna è una delle prime cotte di Euro2024

Calafiori e l'estetica dei difensori italiani Estetica Y2K e interventi in anticipo, il centrale del Bologna è una delle prime cotte di Euro2024

Era il 22 Ottobre 2021 quando la Roma affrontava il Bodø/Glimt in Norvegia, affondando sotto i colpi degli incontenibili Ola Solbakken e Erik Botheim, in quella che rimarrà come la peggiore sconfitta dell'epoca Mourinho. Una disfatta per 6 a 1 che portò l'allenatore portoghese ad epurare dalla squadra praticamente tutti i calciatori in campo, lasciati ai margini del club giallorossa per il resto della stagione. Uno di questi era Riccardo Calafiori, tornato in campo dopo un lunghissimo infortunio subìto in Youth League e immediatamente considerato come non adatto a questo livello. Il talento cresciuto in casa romanista infatti verrà presto scartato dalla società, prima spedito per sei mesi in un Genoa in piena aria di retrocessione e successivamente venduto per pochi spiccioli al Basilea in Svizzera. Una mossa a sorpresa che sembrava segnare la fine della sua carriera ad alti livelli prima ancora di iniziare. 

Ora Riccardo Calafiori è titolare della Nazionale Italiana ad Euro2024, una delle più piacevoli sorprese del Bologna di Thiago Motta e il desiderio estivo di gran parte delle Big del calcio italiano ed europeo. Nel frattempo ha cambiato anche ruolo, passando dalla fascia al centro della difesa, ovviando così alla perdita di esplosività e radicalizzando il tuo talento con il pallone tra i piedi. Con il suo gioco ultramoderno e i suoi capelli lunghi fermati in fronte da una fascetta bianca, unisce la tradizione dei centrali difensivi italiani con l'estetica tutta Y2K. Interventi sempre in anticipo e poi mano svelta a sistemare la chioma dietro ai capelli, come anni prima facevano i vari Maldini, Nesta o Cannavaro al centro della difesa azzurra. E con la prestazione contro l'Albania nell'esordio della Nazionale Italiana nell'Europeo di Germania, Calafiori ha singolarmente rimesso l'estetica azzurra sulla mappa del calcio continentale, dopo che per alcuni anni aveva perso quell'aura.

Nonostante infatti i grandi risultati recenti del nostro calcio, ultimo ovviamente il trionfo a Wembley di Euro2020, a volte è ancora vittima nell'inarrivabile coolness dei primi anni 2000. Quelle selezioni che mettevano paura a tutti dentro il campo di gioco e conquistavano per la naturale eleganza e stile che tutte le altre nazionali ci invidiavano. Le maglie Kappa Kombat, le Nike95, gli occhiali veloci specchiati e i capelli gellati all'indietro, l'estetica della nazionale italiana a cavallo del millennio è ancora ad oggi intoccabile. Con Calafiori torna di prepotenza anche l'estetica della fascetta, diversa da quella sfoggiata da Memphis Depay nella partita d'esordio della Nazionale Olandese, e che invece ha una lunga storia nella Nazionale Italiana. Appunto da Maldini a Cannavaro, ma anche esempi forse meno nobili dal punto di vista calcistico ma altrettanto rappresentativi a livello di stile, come Alberto Aquilani o Vincenzo Iaquinta, hanno continuato una lunga tradizione che ora ha trovato in Calafiori un grande testimonial. E dopo la grande partita giocata contro l'Albania ora il centrale del Bologna è atteso a due sfide difficilissime contro Spagna e Croazia, che decideranno il percorso in Europa della Nazionale di Luciano Spalletti, dove sicuramente sarà uno dei giocatori più osservati in campo.