Alessandro Buongiorno
Timeless
Tutti i numeri passati di More Than, con buona certezza su quelli che verranno, hanno avuto l’obiettivo di tracciare il profilo di atleti e atlete dai valori e dalla personalità unica, individuando nel significato questa parola la capacità di spiccare rispetto al contesto per personalità e scelte di stile. I protagonisti di More Than, come nel caso di Alessandro Buongiorno, ospite di questo numero, sono trascinatori fuori dal campo, prima che dentro a esso, grazie a un carattere che li rende, appunto, more than.
Alessandro Buongiorno rappresenta proprio quella nuova generazione del calcio italiano che sta diventando un punto di riferimento per i tifosi attraverso il proprio carisma. Le qualità tecniche sono parte del viaggio, ma ciò che stupisce è l’aura che accompagna Alessandro una volta entrato nella stanza, nel nostro caso un elegante e storico locale di Torino, in cui a metà ‘800 andava a rilassarsi e a pensare Camillo Benso Conte di Cavour, tra le figure più carismatiche dell’intera storia italiana.
Buongiorno è abituato ad abitare stanze in cui si sente il peso della storia. Al Torino con la fascia da capitano le responsabilità sono state tante in questi anni, in Nazionale se possibile ancora di più, con lo sguardo verso EURO 2024 e il peso di quattro Mondiali, due Europei e una tradizione di difensori impareggiabile. È l’attitudine con cui porta queste responsabilità che rende magnetica la presenza dell’attuale capitano del Torino, una disinvoltura che nella moda è prerogativa dell’eleganza, intesa nel senso più classico del termine. La città di Torino di presta poi ad avere un legame particolare con la raffinatezza e l’eleganza. La storia reale della città si manifesta nell’architettura dei palazzi del centro e nelle insegne, come quella che è possibile vedere dalla finestra della location e che recita “qui nacque Vittorio Emanuele II”. Questo paesaggio deve aver influenzato lo stile e la mentalità di Buongiorno, che ammette: «Di Torino mi piace che sia a misura d’uomo, non troppo grande e caotica, ma nella quale c’è tutto quello di cui si ha bisogno. È una città molto sottovalutata, avendo vicino Milano le persone tendono a spostarsi, ma a me piace molto, mi da ottime energie e mi ha permesso di crescere».
“Il mio rapporto con il futuro consiste nel concentrarmi sul presente”
“Il mio rapporto con il futuro consiste nel concentrarmi sul presente”
Giocare dove si è cresciuti, a contatto con la famiglia e gli amici aiuta a mantenere la stabilità e la serenità, soprattutto per un ragazzo che compirà 25 anni dal ritiro pre Europei della Nazionale. Fin dalle prime dichiarazioni di Luciano Spalletti riguardo a serietà e professionalità non stupisce che Buongiorno sia l’uomo giusto per questo gruppo: «La mia maturità e la leadership penso siano una qualità innata su cui però ho dovuto lavorare quando ero più giovane. Ho osservato molto fin dai primi allenamenti con la prima squadra i giocatori che avevano più carisma, in questo modo ho cercato di riprodurre i loro comportamenti. Ho notato che questa voglia di trasmettere sicurezza ai compagni era una cosa che mi stava bene addosso. Anche la mia famiglia mi ha aiutato ad avere questa mentalità». Il fatto che Buongiorno tratti la leadership come un abito su misura spiega bene come questa componente sia importante per lui per esprimersi all’esterno e dare una precisa immagine di sé, che Alessandro riassume dicendo che «indossare abiti sartoriali mi permette di rappresentare al meglio il mio ruolo al di fuori del campo. Credo che sia importante mantenere un'immagine professionale: quando ero più piccolo sia i miei genitori che gli allenatori che ho avuto mi hanno spiegato l’importanza del mostrarsi professionali e seri».
Lo stile è utilizzato senza troppa vanità da Buongiorno, persino quando indossa Emporio Armani, Loro Piana, Zegna, Dolce&Gabbana o Missoni nelle foto di questo editoriale. L’attenzione è sempre sulla postura e la compostezza: «Mi piace vestirmi in maniera elegante, non voglio rinunciare a mettermi abiti giacche e camicie. La mia attenzione alla moda più che ai brand si riferisce al gusto e al modo in cui mi pongo nelle situazioni, per fare in modo che la mia personalità venga rispecchiata. Penso che ognuno debba avere il proprio stile, ognuno si ritrova in ciò che indossa, quindi non sono influenzato da ciò che vedo».
Nella chiacchierata con Alessandro Buongiorno emerge un’altra caratteristica che sembra venire sottovalutata nella lettura di quelli che definiamo grandi giocatori: l’adattabilità, che si parli di ruoli, contesti tattici, spogliatoi ed esperienze extra calcistiche. Alessandro ci spiega che «così come mi adatto a diverse situazioni in campo, lo faccio anche nella vita quotidiana. Passare dalla divisa da gioco ad abiti sartoriali è un modo per esprimere diverse parti della mia personalità e per affrontare diverse situazioni con la giusta attitudine, essere a mio agio in tutte le vesti significa per me sapermi adattare a tutte le situazione di uomo e calciatore che devo affrontare».
Uno degli aggettivi che più viene associato alla moda classica è Timeless (senza tempo), per la sua capacità di far resistere i propri codici ai trend e alle epoche, senza farsi risucchiare dal passato e corteggiare dal futuro. Anche i calciatori, a causa dei ritmi e degli impegni, tendono a rimanere ancorati al presente, così Buongiorno, che a nss sports ha parlato del proprio rapporto con l’idea di futuro. «Il mio rapporto con il futuro consiste nel concentrarmi sul presente. Dal futuro spero solo di poter riconoscermi di aver dato tutto, di essere stato professionale, serio e onesto. Non vorrei avere rimpianti ma non mi piace pensare al dettaglio o al singolo traguardo, voglio porre l’attenzione sul mio stare bene». A questo discorso Buongiorno collega le difficoltà di essere calciatore, «il fatto di non avere pause, di dover sopportare un sacco di pressioni esterne e interne, questo non è facile» dice, «serve una grande forza mentale».
In un salotto del centro di Torino in cui sembra davvero che il tempo si sia fermato, la tentazione di parlare di futuro però ci porta ad affrontare il discorso Nazionale italiana. Gli Europei sono il primo grande torneo internazionale per Buongiorno con la maglia azzurra e alla tentazione di parlare di futuro si aggiunge quella del passato: «Se mi fermo un attimo a pensare vedo quanta strada ho fatto, quanto impegno e dedizione sono serviti per andare a giocare un Europeo o anche solo essere tra i convocati. Non sarà facile mantenere questi livelli, richiede molta concentrazione e tanto impegno e voglia di non mollare, da questo punto di vista sarà difficile». Buongiorno confessa che intanto la speranza è quella di essere convocato, poi giocare, con l’inevitabile pressione che spetta ai campioni in carica. «Credo che tutti però saranno motivati a farlo, c’è un grande senso di responsabilità da parte di tutti, saremo carichi e fiduciosi. Nessuno si accontenta di aver già vinto un Europeo, indossare la maglia azzurra è un onore nei confronti di tante persone. Non c’è cosa più bella». Lo sguardo di Alessandro rimane fisso verso un punto e un tempo indefinito, fermo in una compostezza che forse è quella che serve per rimanere ancorati al presente, solidi capitani, giovani promesse.
Photographer: Arianna Genghini
Photographer Assistant: Luciana Lorizzo
Stylist: Antonio Autorino
MUAH: Milena Frau
Interview: Tommaso Berra