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Quando Juventus e Milan combattevano per il Giro d'Italia

Come le squadre di calcio di Serie A si sono sfidate anche nel mondo del ciclismo

Quando Juventus e Milan combattevano per il Giro d'Italia Come le squadre di calcio di Serie A si sono sfidate anche nel mondo del ciclismo

Negli annali della storia dello sport italiano, l'anno 1961 si distingue come un periodo straordinario in cui il mondo del calcio e quello del ciclismo si sono incontrati. Al centro di questa convergenza ci furono le azioni visionarie di personaggi come i dirigenti sportivi Vincenzo Giacotto e Giovanni Borghi, che cercarono di fondere le identità delle loro amate squadre di calcio, la Juventus e il Milan, con la cultura ciclistica italiana. La Carpano-Coppi, una squadra che aveva languito nella mediocrità per due anni dopo la partenza del leggendario ciclista Fausto Coppi, subì una trasformazione drammatica sotto la guida di Giacotto. Fondata nel 1956 dal marchio di vermouth Carpano e dal Campionissimo con grande clamore ma scarsi risultati, Giacotto, riconoscendo la necessità di investimenti, convinse la famiglia Turati, proprietaria della squadra, a iniettare ingenti fondi nel progetto.

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Dall'altra parte della città, la Juventus stava vivendo la propria rinascita sotto la presidenza di Umberto Agnelli, segnata da acquisti da record, tra cui quella di John Charles e Omar Sivori, che battono due volte in una sola settimana il record di spesa per il trasferimento, diventando la forza dominante in Italia. Ispirato dal successo della Juventus e cercando di infondere alla sua squadra un'autentica identità torinese - niente era più torinese della sua amata Juve - Giacotto fece una mossa coraggiosa: reclutò molti dei migliori ciclisti professionisti torinesi, tra cui la star Nino Defilippis, per unirsi alla sua nuova squadra Carpano. La decisione era quella di allineare visivamente la squadra di ciclismo con la squadra di calcio, e così nel 1958 il Carpano debuttò con una nuova maglia che portava i famosi colori bianconeri della Juventus. Questo però suscitò polemiche tra i ciclisti, molti dei quali erano tifosi del Torino. Senza scoraggiarsi, la strategia di Giacotto diede i suoi frutti e il Carpano salì alla ribalta nel mondo del ciclismo.

Nel 1961 fu fondata una seconda squadra gestita dalla famiglia Turati, la Baratti. In quello che si dice sia stato uno stratagemma per placare gli scontenti ciclisti sostenitori del Toro e il pubblico piemontese in generale, questa nuova squadra che promuoveva il marchio di cioccolato Baratti ricevette i classici colori granata del Torino. In questo modo si crearono due squadre ciclistiche torinesi, una con i colori della Juve e l'altra con quelli del Torino FC. Entrambe erano essenzialmente gestite come una stessa squadra nonostante l'aria di Derby. Per non essere da meno, Giovanni Borghi, proprietario dell'azienda produttrice di elettrodomestici IGNIS, nello stesso anno replicò l'approccio di Giacotto a Milano. Pur vivendo a Varese, Borghi era un convinto tifoso del Milan e cercava di sfruttare l'eredità calcistica della città con le sue squadre di ciclismo IGNIS e FIDES. La FIDES avrebbe ora gareggiato con le famose strisce rossonere del Milan. Proprio come nel caso di Carpano, il successo non tardò ad arrivare. La sinergia tra calcio e ciclismo raggiunse il suo apice nel 1961: come nella Serie A, che aveva visto Juve e Milan contendersi lo scudetto all'inizio degli anni Sessanta, anche nel ciclismo le due squadre si affrontarono in un testa a testa. Sia Carpano che la Milan-FIDES ottennero vittorie di rilievo, tra cui tre Giri d'Italia consecutivi. Pambianco vinse il Giro per la Milan-FIDES nel 1961 e l'eroe inaspettato Franco Balmamion vinse due volte il Giro nel 1962 e 1963 per la Carpano. 

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Tuttavia, il binomio calcio-ciclismo non sarebbe durato a lungo. Problemi normativi legati alla proprietà delle squadre e alla struttura a doppia squadra portarono allo scioglimento della Baratti e la FIDES a strisce rossonere scomparve dopo la fusione con l'altra squadra di Borghi, l'IGNIS, che ora gareggiava con una divisa gialla con un'enorme croce bianca e blu ispirata alla storia dei Tre Moschettieri. La famiglia Turati avrebbe presto staccato la spina anche alla squadra di Carpano nel 1964, ponendo così fine all'incrocio tra calcio e ciclismo. Nonostante ciò, l'eredità del 1961 rimane ancora oggi come il momento in cui il mondo del calcio e quello del ciclismo si sono scontrati per darci una sfida tra Juve e Milan in entrambi gli sport.