Il ruolo di Lacoste nel calcio
Sapevate che il coccodrillo ha realizzato le maglie per Roma e Lazio?
11 Aprile 2024
Quando pensiamo a Lacoste la mente corre immediatamente alle polo con l’iconico coccodrillo. Un mito iniziato proprio attraverso lo sport, ma dal quale è poi presto uscito diventando invece un'icona di abbigliamento lifestyle. A conti fatti, oltre al golf, l’unico altro sport in cui Lacoste è di casa è il tennis. Un connubio quasi naturale dato che il suo fondatore René Lacoste fu definito ad un certo punto della sua carriera il miglior giocatore di tennis della sua generazione, e che realizzò una divisa che esprimesse l’origine nobile e aristocratica attraverso l’eleganza delle polo a chiusura con due bottoni. E l'heritage di Lacoste del tennis è proseguito lungo tutto il novecento fino ai giorni nostri, come dimostra la sponsorizzazione tra la stessa Lacoste e Novak Djokovic, di cui è dal 2017 testimonial. Il serbo, una volta abbandonato UNIQLO, ha riportato il coccodrillo in testa alla classifica ATP, diventando con il trionfo nell'edizione 2023 del Roland Garros il primo tennista maschile di sempre a vincere 23 slam in carriera. Un traguardo raggiunto mentre indossava una maglia arancione su cui era raffigurato un coccodrillo verde.
Più difficile inquadrare Lacoste nel mondo del calcio, d’altronde l’azienda francese non si è mai legata ad alcun grande club internazionale in tempi recenti né tanto meno ha seguito la scia di altri brand di moda e sportswear ovvero scegliere dei calciatori come testimonial per sfruttare la loro popolarità. Eppure la sua presenza nel mondo del calcio non è nulla, bisogna però tornare agli anni ‘60 quando le polo Lacoste divennero la divisa ufficiale di Roma e Lazio in Serie A oltre che del Benfica in Portogallo qualche anno dopo. Era un’epoca in cui non si osava molto con i modelli per le maglie da calcio per cui le polo indossate dai calciatori in campo non erano molto diverse da quelle indossate nella vita di tutti i giorni da dottori e avvocati: chiusura a due bottoni, colletto inamidato e bordino della manica leggermente più stretto con rifiniture più ruvide rispetto al tessuto della maglia. La sola grande differenza rispetto ai giorni nostri è che il coccodrillo, in alcuni casi, non compariva all’altezza del petto sul lato sinistro ma solo nell’etichetta piazzata all’interno della maglia.
Curiosamente sia nel caso di Lazio e di Roma, che indossarono entrambe maglie dello stesso sponsor seppur non visibile, fu che i colori delle due squadre della Capitale non furono quelli sociali originali, ma furono piegati alla disponibilità cromatica dell'azienda francese. Così quando la Lazio vestì le polo Lacoste attraverso il rivenditore "La bottega dello sport" di Uber Gradella, fornitore ufficiale della squadra biancoceleste per oltre un decennio, quest'ultime non erano nel classico celeste che caratterizzava le maglie del club ma erano in azzurro. Così l'AS Roma non utilizzò il classico rosso pompeiano ma un rosso più acceso, dovendo scegliere tra i quattro colori che Lacoste realizzava fino al 1964. I numeri invece erano in panno lenci, un tipo di tessuto infeltrito ritagliato a mano e cucito sul retro delle polo.
Erano altri tempi, oggi le polo non vengono più ovviamente utilizzate come materiale da performance ma alcune caratteristiche rimangono. È facile imbattersi ancora nella chiusura a doppio bottone, una soluzione elegante adottata ad esempio da adidas nella stagione 2022/23 per le home jersey di Arsenal, Real Madrid e Manchester United per il dispiacere di Toni Kroos. Il modello completo della polo invece è stato abbandonato del tutto o quasi. Gli esempi certamente non mancano: nelle stagioni 2016/17 e 2018/19 Le Coq Sportif per la home jersey della Fiorentina realizzò un’elegante divisa viola con chiusura a due bottoni ricoperta da una sottile linea di tessuto di un viola più scuro utilizzato anche per il colletto. Ma al di là di casi isolati, non c’è mai stato un vero trend. Molto più spesso i brand si rifugiano in questa soluzione quando sentono la necessità di proporre una soluzione più tradizionale ed elegante. Difficile dargli torto, sia club che gli stessi brand stanno rincorrendo un pubblico sempre più giovane ed esigente attraverso maglie sempre più moderne ed innovative. Le polo vanno nella direzione opposta, sono il simbolo di un’eleganza che appartiene al passato ma che hanno ancora qualcosa da dire.