Lo sponsor della Nazionale del Mali ispirato a Michael Jordan
Una storia quasi dimenticata
17 Gennaio 2024
Colori vibranti, fantasie sgargianti, supplier semi-sconosciuti: la Coppa d'Africa è iniziata da pochissimi giorni ed eccetto il Gruppo F - composto da Marocco, Tanzania, Zambia e Repubblica Democratica del Congo - tutte le Nazionali sono scese in campo, mostrando in mondovisione i loro kit da gioco. Nonostante uno dei più incredibili sia quello della Nigeria, ennesimo esperimento riuscito dal legame tra Nike e la Nazionale delle Super Eagles, ci sono tante altre divise degne di nota che interessano i più curiosi. Soprattutto perché, oltre a PUMA, Nike, adidas, Macron e Kappa, molte di queste sono fabbricate da marchi con cui i club dei maggiori campionati europei non hanno molta familiarità, basti pensare a Lacatoni, Tempo, Tovio, One All Sports Sandaland, Guisport e Airness. Alcuni di questi supplier hanno già dato vita a simpatiche vicende.
È il caso di One All Sports, sponsor del Camerun, che - per motivi ancora sconosciuti - non ha fornito il nuovo kit ai Leoni per il match da disputare contro la Guinea, negando così la possibilità di vedere indossato uno dei pattern più interessanti di questa competizione. Ma tra tante storie una delle più affascinanti riguarda Airness, sponsor della Nazionale del Mali che in qualche modo lega Stati Uniti, Francia e lo stesso Paese dell'Africa occidentale.
La storia di Airness
Airness è stato fondato nel 1999 da Malamine Koné, imprenditore malese cresciuto nelle banlieu di Parigi. Per Malamine, lo sport è stato croce e delizia, gioia e dolore. Un grave infortunio interruppe la sua carriera da boxeur, evento che gli permise di capire come l'unico modo per fare ancora dello sport una colonna portante della sua vita fosse fondare un marchio. Così nasce Airness, un appellativo che rimanda inequivocabilmente a uno dei tanti soprannomi guadagnati in carriera da Michael Jordan, "His Airness". Il logo, invece, con MJ c'entra ben poco, in quanto si tratta di una pantera, un riferimento al soprannome di Malamine Koné quando indossava ancora i guantoni. Airness riuscì a guadagnare visibilità quando Koné iniziò a vendere felpe tra le vie delle banlieu e, stando a quanto riportato da Versus, nel 2006 Koné dichiarò a The Economist: «La lunga e forzata degenza post-infortunio mi ha permesso di osservare le cose in un modo che non avevo mai fatto prima, compreso il funzionamento della moda.»
L'ascesa di Airness nel calcio
A metà anni Duemila Airness divenne supplier di un'infinita schiera di club che militavano in Ligue 1. Il primo fu il Rennes, nella stagione 2004/2005, seguito da Nantes, Auxerre (che rimane ad oggi il partner più fedele di Airness), Lille, Tolosa e Le Havre. Se parliamo di Nazionali, invece, il Mali non è stata la prima ad essere sponsorizzata da Airness. Va ricordata una breve comparsa della pantera sulle divise da gioco della Nazionale della Repubblica Democratica del Congo, ma anche di Gabon, Guinea, Mali e Benin. Inoltre, Airness ha il merito di aver introdotto una novità stilistica in Premier League nel breve periodo in cui è stato sponsor del Fulham, ovvero i cosiddetti "thumb holes" nella zona del polsino della jersey in versione longsleeve, dei fori in cui il calciatore può inserire il pollice per una semplice questione di comodità, una feature che compare oggi su tanti prodotti della linea Nike Pro. Airness vantava anche una discreta selezione di capi apparel, indossati da calciatori del calibro di Didier Drogba e Djibril Cissé, praticamente gli unici ambassador globali della sua storia.
Oggi Airness è ancora sponsor della Nazionale del Mali, attuale partecipante alla Coppa d'Africa in Costa d'Avorio, ma anche supplier della Selezione calcistica della Bretagna, una squadra non è affiliata né alla FIFA né all'UEFA le cui partite si svolgono sotto la tutela della Federazione Francese di Calcio e delle normative FIFA - giusto per rendere la propria storia ancora più mistica.