L'elegante decadenza del Sant'Elia di Cagliari
"Ricordati di Me", di Italia 90 e dei gol di Zola e Suazo
25 Ottobre 2023
Enrico Follesa
È possibile raccontare secoli e secoli di storia d'Italia solo attraverso le rovine sparse qua e là lungo la Penisola, da vecchi insediamenti nel nord fino alle antiche colonie della Magna Grecia. Le rovine e la decadenza definiscono il racconto di un passato glorioso ed aiutano a ricostruire le tappe di un percorso storico. Più recentemente le rovine sono state sostituite da progetti architettonici lasciati in sospeso, o da palazzi solo parzialmente demoliti che rimangono carcasse nel paesaggio, giganti morti da guardare con malinconia. A Cagliari la carcassa è quella del vecchio Stadio Sant'Elia, impianto abbandonato dalla squadra sarda nel 2017 e sostituito dal nuovo Unipol Domus, costruito a pochi metri di distanza dalla struttura che ha fatto la storia del Cagliari Calcio e del pallone in Italia, ospitando tre partite dei Mondiali del 1990.
Gli scatti del fotografo Enrico Follesa sono archeologia calcistica, un viaggio tra quello che rimane degli spalti, tra qualche seggiolino che ancora è rivolto verso il prato, ora un piccolo rettangolo di erbe selvatiche. Si riesce ancora ad apprezzare la struttura dello stadio utilizzato dal 1970/71 e ideato dall'architetto Antonio Sulprizio, prima dell'inizio dei problemi di inagibilità emersi nel 2012 e prima dell'ultima partita ufficiale a giugno 2017. Follesa cattura elementi che fermano il tempo: un pallone ancora nel campo o un orologio abbandonato sulla vecchia pista d'atletica, che ora è un cretto crepato dal sole. Resta solo la malinconia, dove prima c'erano i gol di Zola, Suazo e le corse di Daniele Conti sotto la curva, quando le azioni di Esposito e Langella erano tra le migliori cose che la Serie A poteva regalare.