Dove giocherà il Barcellona per i prossimi due anni?

Già qualche mese fa il presidente del Barcellona Joan Laporta ha presentato il progetto di rinnovamento del Camp Nou e la necessità di trovare un nuovo stadio per i blaugrana fino a novembre 2024. Fin da subito è stato individuato lo Stadio Olimpico Lluís Companys, meglio conosciuto come Stadio de Montjuïc, dal nome della collina da cui è possibile vedere tutta Barcellona dall'alto. 

Montjuic per certi versi è il vero fulcro dello sport di Barcellona, è lì che sono andate in scena le gare principali dell'Olimpiade del 1992, con lo Stadio Olimpico Lluís Companys che ha ospitato le gare di atletica leggera, le partite di calcio e soprattutto la cerimonia d'apertura. La storia sportiva dell'impianto è molto lunga, dal 1929, anno in cui è stato inaugurato, a l'arena di Montjuic ha ospitato squadre di club e nazionali, ma anche partite di rugby e della NFL, oltre a concerti di grandi artisti come quello di qualche giorno fa dei Coldplay, dove ha fatto una comparsata anche Leo Messi, o quelli in programma questa estate di Beyoncé, The Weeknd e Harry Styles. Il Barcellona si trasferirà quindi in un impianto dalla storia molto lunga, che si lega in modo molto stretto anche architettonicamente con l'evoluzione della città nel corso dell'ultimo secolo. 

Lo Stadio Olimpico Lluís Companys non è nato con le Olimpiadi del '92 ma per un altro evento storico della città catalana come l'Esposizione Universale del 1929. Venne chiesto a uno dei principali esponenti dell'architettura modernista spagnola come Pere Domènech i Roura di realizzare il progetto, che venne completato il 20 maggio del 1929 dopo un anno di lavori. La pianta è perfettamente ellittica, con una grande pista d'atletica tutt'intorno al terreno da gioco. La struttura esterna è di una regalità celebrativa, con la lunga facciata della tribuna ovest che guarda la grande piazza aperta sulla quale si affacciano la piscina olimpica, la famosa torre delle comunicazioni e il palazzetto Palau Sant Jordi, tutte opere costruite per l'evento del '92. 

La bellezza dello Stadio Olimpico Lluís Companys è proprio quella di far convivere un progetto di inizio '900, ancora ben visibile, con i cambiamenti di tutta l'area degli anni seguenti e le ristrutturazioni di inizio anni '90, affidate tra gli altri a Vittorio Gregotti, storico architetto dello stadio Marassi di Genova. Non è difficile notare il cambio di stile tra il primo e il secondo anello, con quest'ultimo che è stato integrato tra l''89 e il 92, rimanendo indipendente dal resto della struttura, quasi sospeso. I posti a sedere inizialmente erano 26mila, arrivati ai 60mila odierni, che rappresentano un problema anche per il Barcellona, abituato a poter ospitare più di 90mila tifosi al Camp Nou. Sopra la facciata ad arcate l'intervento maggiore è stato quello della tettoia, una copertura metallica sopra la tribuna realizzata con travi lunghe 65 metri. 

Montjuic tornerà ad essere uno dei grandi centri del calcio spagnolo, dopo che dal 1997 al 2009 lo stadio ospitò le partite casalinghe dell'Espanyol, prima che la seconda squadra di Barcellona si trasferisse all'RCDE Stadium, tra Cornellà e El Prat. Al Lluís Companys sono state giocate anche Finali di Coppa del Re, Supercoppa spagnola e amichevoli della Nazionale spagnola. La nazionale italiana ha un buon ricordo nello stadio di Barcellona, dal momento che su quel campo ha conquistato l'Europeo Under-21 nel 1996 con in campo la generazione dorata di Fabio Cannavaro, Nesta, Totti e Buffon. 

L'atletica ha sfruttato la grande pista ovale dello stadio non solo per le Olimpiadi, ma ha ospitato anche partite nazionali di rugby e uno storico torneo di football americano tra le squadre NFL dei San Francisco 49ers, Pittsburgh Steelers, Los Angeles Raiders e Denver Broncos. La posizione non è comoda come quella del Camp Nou, ma la location quasi a picco sul mare è suggestiva, e il Barcellona dovrà pagare dai 15 ai 20 milioni per affitto e spese varie, sperando di aggiungere nel prossimo anno e mezzo un'altra pagina di storia a quella del Lluís Companys.