Quando tutto il mondo si accorse di Haaland
Sono passati quattro anni dai 9 gol contro l'Honduras al Mondiale under-20
30 Maggio 2023
I Mondiali Under-20 possono essere seguiti come fossero una grande partita al casinò, sul tavolo tante possibili puntate, numeri promettenti e carte che già hanno dato l'impressione di poter vincere la mano. Seguendo i talenti in campo è bello poter immaginare che quel terzino dell'Italia, il centrocampista dell'Argentina o l'attaccante della Norvegia siano le prossime stelle del calcio mondiale, e quindi provare a puntare una fiche. Nella storia della competizione sono passati calciatori che hanno mantenuto le aspettative, il momento in cui future stelle si sono presentate al mondo, come nel caso di Haaland, che proprio il 30 maggio di quattro anni fa segnava 9(!) gol in una sola partita, anticipando già quello che avremmo visto negli anni successivi. Solo due settimane dopo la sua prima partita da titolare con il Salisburgo e diverse decine di gol prima dell'ultimo titolo vinto con il Manchester City, dominando la Premier League come fosse una Nazionale U-20 dell'Honduras qualunque, Haaland scriveva per nove volte il suo nome sul taccuino marcatori.
L'ultima partita del girone C degli scorsi Mondiali Under-20 non aveva nessun influenza per il gruppo, con Uruguay e Nuova Zelanda già qualificate agli Ottavi. La squadra norvegese aveva segnato un solo gol in due partite e nonostante avessero eliminato nello spareggio di qualificazione i campioni in carica dell'Inghilterra, il torneo non sembrava aver regalato grosse novità, se non la conferma di una squadra con un buon talento, specialmente in attacco. Al 7' minuto inizia il monologo di presentazione di quello che all'epoca era solo il figlio dell'ex giocatore di Nottingham Forest, Leeds United e Manchester City, e inizia a farlo mostrano già molte di quelle caratteristiche essenziali ora per descrivere Erling Braut Haaland.
Il primo gol è da numero 9 per eccellenza, con l'esterno (l'ex Milan Jens Petter Hauge) che mette in mezzo una palla forte che Haaland butta in porta da centro area. Il secondo gol mostra altre caratteristiche di Haaland, che parte dalla linea di fuorigioco, controlla con il suo fare un po' disordinato la palla e poi tira con una forza vichinga sotto le gambe del portiere dell'Honduras. Con la stessa forza non tipica di un diciannovenne calcia anche sotto la traversa in quarto gol, dopo un rigore calciato invece con delicatezza aprendo il piatto. Il quinto gol arriva dalla stessa posizione del secondo, con il sinistro che questa volta è preciso sul secondo palo, mostrando come la capacità di finalizzare di Haaland sia già imprevedibile, diventando per gli avversari uno sforzo celebrale continuo. Con il destro, dopo una strana coordinazione, arriva il sesto gol, un movimento del corpo che si attorciglia quasi quanto il gesto tecnico del settimo gol della giornata. Morbido e fulminante abbastanza da togliere il tempo al portiere, che non si aspetta quella reattività elastica. Gli ultimi due gol sono la rappresentazione della forza di Haaland, che passa in mezzo ai corpi con la velocità di una macchina sportiva e la forza di un cingolato.
La prestazione di Haaland diventa prima una stranezza statistica, non comune per un calcio di alti livelli e che quindi finisce per qualificare negativamente la sfida, finita 12-0 tra Norvegia e Honduras. Qualcuno però punta le proprie fiches su Haaland, che intanto inizia l'anno seguente con una tripletta alla sua prima partita in Champions League, alla quale seguiranno tanti altri gol, sempre più simili ai primi 9 con i quali si era presentato al calcio mondiale. L'istinto da prima punta, la potenza e la sensazione di una scarsa coordinazione che trova sempre il suo momento di efficacia. Haaland diventa dominante prima con il Salisburgo, poi con il Borussia Dortmund e infine con il Manchester City, ma i suoi movimenti e la corsa rabbiosa con la schiena ricurva e le braccia larghe rimarranno gli stessi visti in quel Mondiale Under-20.