Il PSG vuole comprare lo Stade de France

Sembra strano che il Paris Saint-Germain, società che negli ultimi hanno ha comprato con forza tutto il meglio del calcio europeo, giochi le sue partite casalinghe in uno stadio di cui Nasser Al-Khelaïfi non è proprietario. Il Parco dei Principi infatti è in affitto dal comune di Parigi per circa 2-3 milioni l’anno e la struttura dello stadio, che può ospitare solo 47 mila spettatori, sta diventando un problema per il gran numero di tifosi e per il turismo calcistico intorno alla squadra di Neymar, Messi e Mbappé. Il club vorrebbe realizzare lavori di ristrutturazione ma i rapporti con la sindaca di Parigi Anne Hidalgo non sono buoni e quindi la soluzione potrebbe essere quella di comprare lo Stade de France a Saint-Denis, il più grande stadio francese, in vendita a partire dal 2025. 

Lo Stade de France è un impianto costruito nel 1998 per i Mondiali di calcio di quell’anno e ospita 81 mila spettatori, viene utilizzato per diverse competizioni nazionali come i match della Nazionale di rugby e le competizioni di atletica, ma anche concerti. La pista e il prato dello stadio saranno infatti la sede delle gare di atletica dell’Olimpiade del 2024. La gestione dell’impianto è affidata a un consorzio composto dall’azienda di trasporti Vinci e a quella di telecomunicazioni Bouygues, che vorrebbero mettere in vendita l’impianto per l’estate 2025 a un prezzo che era stato individuato in passato con 647 milioni di euro. Il PSG in questi anni ha valutato di costruire un nuovo stadio, ma la prospettiva di poter prendere uno stadio funzionante e relativamente nuovo potrebbe essere la soluzione migliore per il club. 

Le Monde, come riportato anche da Il Post, pone dei dubbi su tutta la questione, sostenendo che l’interesse del PSG potrebbe far parte di una strategia di contrattazione, in quanto la posizione del Parco dei Principi è comoda e i lavori di ristrutturazione costerebbero meno di quelli di acquisizione dello Stade de France, per il quale potrebbe partire un’asta nei prossimi due anni. La questione è anche legata al senso di vendere un impianto nazionale a un proprietario straniero, che in passato ha confermato di non condividere i valori della repubblica francese e che aveva portato proprio la sindaca a non trasmettere nelle piazze le partite del Mondiale in Qatar, come segno di protesta contro le condizioni disumane e le vittime causate dalla costruzione degli stadi. Lo Stade de France è uno stadio polifunzionale e privatizzarlo vorrebbe dire dover cercare per esempio un impianto alternativo per le partite di rugby, sport molto seguito che ha spesso riempito per intero le tribune in occasione delle principali manifestazioni internazionali.