Quando il Vicenza giocò a Stamford Bridge
A venticinque anni di distanza dalla quasi impresa che fece sognare il calcio di provincia
14 Aprile 2023
Niente nel calcio vende meglio di una favola, di una piccola squadra sbucata fuori dal nulla che vince un trofeo. Dalla Danimarca che trionfa a EURO92 quando nemmeno doveva partecipare al titolo del Leicester in Premier League, gli esempi in questo senso sono infiniti. Ogni campionato, ogni competizione ha la sua Cenerentola che è in grado di ribaltare ogni pronostico per entrare nella leggenda. Ci sono poi delle squadre che pur non arrivando al lieto fine riescono comunque a catturare l’amore di tifosi per l’empatia che generano lungo il loro percorso. È il caso del Vicenza che dopo aver vinto la Coppa Italia nella stagione 1996/97, nella stagione successiva partecipò alla Coppa delle Coppe. La squadra allenata da Francesco Guidolin arrivò ad un passo da un traguardo storico, la prima finale europea nella storia del club, venendo eliminata solo dal Chelsea in semifinale con i Blues che si imposero per 3-1 a Stamford Bridge ribaltando la vittoria biancorossa per 1-0 nella gara di andata giocata al Menti.
Nonostante quella sconfitta, o forse proprio grazie a quella sconfitta, quel Vicenza è una delle squadre di culto fra i nostalgici. Poche immagini riescono a rievocare gli anni ’90 della Serie A quanto le maglie a larghe bande verticali biancorosse del Vicenza sponsorizzate Pal Zilieri e indossate da Pasquale Luiso, Lamberto Zauli e Domenico Di Carlo. Ma se la prima maglia della stagione 1997/98 trasudava calcio di provincia da ogni poro, la seconda e la terza maglia realizzate da Lotto strizzavano sorprendentemente l’occhio al futuro grazie a fantasie ricercate. Entrambe le maglie erano realizzate con una trama a rombi leggermente più chiara rispetto alla tonalità della divisa su cui si stagliavano dettagli biancorossi sul colletto e sulle fasce laterali. Nel caso della seconda maglia, rombi azzurri creati dalla vicinanza di piccoli cerchi venivano separati da linee diagonali blu cobalto. Nel caso della terza maglia, le linee nere andavano a separare piccoli rombi grigi. Questa maglia sarebbe potuta entrare nella leggenda insieme al Vicenza se quella sera di 25 anni fa, il 16 aprile 1998, un Chelsea insolitamente vestito di giallo non fosse riuscito a rompere l’incantesimo del Vicenza segnando tre gol dopo che Pasquale Luiso zittì Stamford Bridge con il gol del momentaneo vantaggio.
Ancora oggi quella stagione rappresenta il momento più alto nella storia del Vicenza, ma anche l’ultimo momento di vera gloria. La squadra non gioca in Serie A dal 2001 e oggi milita in Serie C. Il presidente Renzo Rosso, proprietario di Diesel, ha avuto difficoltà nel mantenere la promessa di riportare la squadra in Serie A entro cinque anni da quando ha rilevato il club nel 2018. Sul lato estetico le cose stanno andando leggermente meglio, anche se non sono mancati momenti di tensione come le polemiche per la maglia con righe ortogonali invece delle classiche righe verticali. Rosso ha infatti il merito di aver riporto Fila nel calcio, con il brand che per questa stagione ha realizzato una maglia biancorossa caratterizzata da una trama sottile a zig zag e dalle due sfumature di rosso tono su tono delle bande verticali e una sottile linea intermedia che divide le strisce bianche. Una maglia che nei giorni scorsi ha avuto una grande esposizione mediatica dato che il Vicenza ha conquistato la Coppa Italia di Serie C battendo la Juve Next Gen. Un successo agrodolce, accolto polemicamente dagli ultras i quali hanno mandato un messaggio ai giocatori invitandoli a non festeggiare e di pensare solo ad ottenere la promozione in Serie B. Insomma, tempi duri per una tifoseria e una società che ha vissuto momenti migliori, riassunti al meglio dal ritornello di una canzone dei Derozer: “la tua vita per sempre è cambiata. Non sarà mai più come prima, dopo essere stato qui, dopo aver visto la tua squadra a Stamford Bridge”.