Cosa rende speciale lo Stadio An Der Alten Försterei
Storia e fascino dello stadio dell’Union Berlino
06 Marzo 2023
Se c’è una nazione dove l’espressione “il calcio appartiene ai tifosi” ha diritto di cittadinanza, questa è la Germania. Per via della regola comunemente conosciuta del 50+1, ovvero la norma che permette ai tifosi che sono membri di un club di poter detenere la maggioranza delle quote, è impossibile che la società possa essere interamente acquistata da investitori esterni. In sostanza, chiunque venga nominato presidente oppure membro del consiglio d’amministrazione deve tenere sempre in considerazione i desideri dei tifosi e la loro tradizione. Si spiega così tutta una serie di peculiarità difficilmente ritrovabili in altri campionati europei, come la quasi totale assenza di partite in programma il lunedì sera oppure le tribune con soli posti in piedi. La più famosa è Die gelbe Wand, il muro giallo creato dai tifosi del Borussia Dortmund in occasione di ogni partita casalinga. Di casi simili fra Bundesliga e 2.Bundesliga ce ne sono a decine ma uno dei più particolari riguarda l’Union Berlino e il suo Stadion An der Alten Försterei.
Si tratta di un impianto a pianta rettangolare da 22mila posti con quattro tribune situate a ridosso del campo da gioco che ha la peculiarità di trovarsi all’interno di un bosco, da qui il nome che in italiano può essere tradotto come stadio presso la casa del vecchio guardaboschi. Di queste quattro tribune, tre sono state realizzate con gradoni rivestiti in cemento che permettono di guardare la partita in un solo modo: stando in piedi. È l’eredità dei lavori di ristrutturazione effettuati fra il 2007 e il 2009, lavori che per la maggior parte sono stati effettuati su base volontaria dagli stessi tifosi per rendere l’impianto conforme alle normative vigenti. Il risultato finale è un catino che ribolle di passione ad ogni singola partita casalinga dell’Union, ora in Bundesliga come lo è stato in passato in 2.Bundesliga. Ultras, bambini, genitori, nonni, studenti, impiegati e operai: chi non compra un biglietto per la tribuna centrale, l’unica dotata di posti a sedere, sa che per 90 minuti dovrà stare in piedi partecipando attivamente alla sciarpata sulle note di “Rammstein” che anticipa l’ingresso in campo delle squadre, per poi cantare a pieni polmoni “Eisern Union”, l’inno ufficiale interpretato da Nina Hagen.
In una città come Berlino, una delle capitali europee più cosmopolite e aperte alle influenze esterne, l’Union è quanto di più locale si possa trovare. La squadra è legata a doppio filo al distretto di Köpenick, zona sud est della capitale lontana da distretti cool come Mitte e Prenzlauer Berg. La maggior parte dei tifosi arriva da quartieri come Adlershof, Schöneweide e Baumschulenweg, sobborghi popolari il cui maggior pregio è la vicinanza all’aeroporto di Berlino-Brandeburgo. Il legame con la tradizione non è stato dimenticato ora che le cose stanno andando alla grande e l’esempio migliore in questo senso sono state le fotografie esposte come coreografia nel giorno della prima storica partita in Bundesliga nel 2019, per ricordare tutte le persone che sono morte prima di poter vedere la loro squadra del cuore giocare nella massima divisione tedesca.
Il tifoso occasionale difficilmente trova posto all’Alten Försterei, a maggior ragione ora che l’Union Berlino è diventata una sorta di culto per via dei suoi successi in Bundesliga e in Europa League. Ma c’è di più: nel corso degli anni l’Union ha portato avanti una serie di iniziative spot, come il manto erboso ricoperto di divani per assistere alle partite dei Mondiali del 2014, e di eventi trasformatisi in tradizioni, come il concerto di Natale durante il quale lo stadio viene illuminato solo dalle candele di chi partecipa ai canti, che hanno permesso di trasformare lo Stadion An der Alten Försterei in qualcosa di più di un semplice stadio. Questi eventi hanno rafforzato il legame tra la squadra e i tifosi, creando un senso di comunità che permetta di considerare l’Alten Försterei una seconda casa.