Il Cancún FC è il club di cui avete bisogno
In occasione del lancio della terza maglia abbiamo intervistato Giovanni Solazzi, il vice presidente del club messicano
17 Novembre 2022
Appassionati di maglie da calcio di tutto il mondo, cominciate a mettere il Cancún FC sulla vostra mappa. Se per convincervi non vi basta sapere che la città di Cancún si affaccia sul mar dei Caraibi, uno dei bacini suboceanici più cristallini e gettonati dell'America settentrionale, la nuova terza maglia del club messicano vi farà assolutamente cambiare idea. Presentata oggi e prodotta da Nike, entra di diritto nelle migliori rilasciate in questa stagione. I più attenti avranno notato una somiglianza con una delle maglie più iconiche mai realizzate, quella creata da ABA Sport per la Nazionale messicana del 1997 con dei chiari riferimenti alla cultura azteca. Allo stesso modo quella appena rilasciata dal Cancún FC è ispirata ad un'altra delle antiche popolazioni dell'America Centrale, i Maya, in una dichiarazione che celebra la comunità, la cultura e in particolar modo, il Messico.
Una dedica che appare quasi scontata visto quelli che sono gli obiettivi annunciati da Giovanni Solazzi nella nostra intervista: "vogliamo essere più che un semplice club di calcio, il nostro obiettivo è integrare arte, cultura, storia, moda e intrattenimento per creare un brand che rappresenti il Messico agli occhi del mondo. La comunità è tutto. Il nostro presidente, Jeff Luhnow, dice che le squadre sportive appartengono alla comunità e noi (proprietari e dirigenti) ne siamo solo i custodi. Non c'è metafora migliore."
E per dimostrare questo importante attaccamento alla sua comunità, la squadra messicana destinerà una percentuale delle vendite del terzo kit all'Accademia di lingua e cultura Maya di Quintana Roo A.C., con la quale il Cancún FC continuerà a collaborare per proteggere e promuovere ulteriormente la cultura e la lingua Maya. Una scelta che l'attuale vice presidente del club che ci tiene a sottolineare nella nostra lunga chiacchierata e che sostengono anche gli altri dirigenti del club: "Marc Reeves, l'ex dirigente Nike che con l'agenzia Industry ha plasmato la nostra visione iniziale di brand, ci ha messo in testa un'idea che mette al primo posto la comunità: collaboriamo ogni settimana con una fondazione diversa per progetti di beneficenza, abbiamo scelto un artista locale per disegnare la nostra maglia, collaboriamo con il comune per promuovere i talenti locali, stiamo trasformando lo stadio in un distretto artistico dove gli artisti locali possono mostrare le loro capacità e così via."
La creatività della maglia infatti non è stata affidata all'azienda americana come avviene spesso per la maggior parte dei club, che lasciano la direzione artistica al loro sponsor tecnico. Come affermato dal dirigente stesso, il progetto è stato affidato a Leo Tezcucano, artista locale, graphic designer, fotografo e uno dei precursori della scena artistica messicana contemporanea, che ha lavorato duramente per creare una maglia che tutti possano essere orgogliosi di indossare e che soprattutto ingloba i tre colori della bandiera messicana. "Il designer che abbiamo assunto, Pete Hoppins, è sicuramente uno dei più talentuosi dell'industria, si è ispirato al kit di Messico 1990, perché era la maglia più emblematica e artistica che il Messico abbia mai avuto. Poi Marc Reeves ha avuto l'idea di integrare un motivo Maya realizzato da un artista locale per coinvolgere la comunità e la scelta è caduta su Leo, che vive a Cancún ed è stato uno dei precursori della scena artistica contemporanea messicana. Penso che abbia fatto un lavoro magnifico: è un artista di grande talento. Con Marc e Diego Rodríguez, il nostro direttore di Marketing che ha diretto la produzione artistica, abbiamo lavorato a questa maglia per quasi un anno."
Oltre all'omaggio alla cultura Maya, uno dei dettagli che caratterizza la maglia è l'assenza di sponsor, almeno nella parte frontale. L'estetica dei campionati sudamericani infatti è spesso sporcata dalla spropositata quantità di sponsor, non solo sulla maglia ma anche sui pantaloncini. La prima volta che abbiamo ricevuto nelle nostre mani la jersey del Cancún FC uno dei primi dettagli a saltare all'occhio è stato proprio questo, un'estetica molto distante da quella che solitamente associamo con il calcio a quelle latitudini: "la prima cosa che Jeff ha detto quando abbiamo acquistato il club è stata: "Dovremmo avere una maglia pulita". La nostra visione di essere diversi e di agire in modo diverso deriva da lui e la pulizia della maglia è stato il nostro primo atto. L'estetica gioca un ruolo fondamentale nel mondo e nel modo in cui lo percepiamo. Abbiamo una maglia pulita e di alta qualità che dice Cancún con il nostro carattere. Noi siamo Cancún."
Un'estetica completamente rinnovata che passa anche dal nuovo logo, recentemente svelato e che è racchiuso nell'iguana, un animale rappresentativo della città di Cancún e della Riviera Maya. Il logo oggi per qualsiasi club rappresenta un asset più che importante ma che soprattutto sappia vivere e sopravvivere nell'epoca digitale, uno dei motivi che ha spinto la dirigenza a reinventare completamente il simbolo con cui il Cancún FC si farà strada nel mondo ma rimanendo comunque fedele alla tradizione e alla storia di una città importante e grande come quella messicana: "nella cultura Maya esisteva un dio chiamato Itzamna che aveva la forma di un'iguana ed era il padre della saggezza. Se si visita Cancún, la prima cosa che si nota è che ci sono iguana dappertutto e che suscitano un grande interesse da parte dei turisti che visitano la regione - è divertente, si vedono turisti che fotografano l'animale ovunque! L'iguana rappresenta il nostro club: locale e tipico da un lato, ma anche accattivante e amato dalle persone che visitano questa bellissima città. Oltre al logo che abbiamo lanciato 6 mesi fa, abbiamo una nuova testa di iguana che abbiamo utilizzato per le occasioni speciali e abbiamo appena introdotto un tocco d'oro nel nostro stemma. Nelle antiche Americhe, l'oro era una manifestazione del sacro."
La strada è però inevitabilmente ancora molto lunga anche perché il Cancún FC attualmente milita nella Liga de Expansión MX in quella che equivale alla Serie B italiana dove non ci sono promozioni o retrocessioni. Il campionato cadetto messicano si trova infatti in un processo di regolazione dei conti, il che significa che se ci sono almeno quattro squadre che soddisfano tutti i requisiti stabiliti dalla Lega, la Liga MX aprirà la promozione già dalla prossima estate. Un'appuntamento per il quale il Cancún si farà trovare pronto, come afferma il vice presidente Giovanni Solazzi, avendo già costruito un organico di tutto rispetto ma che punta in particolari sui giovani, vero e propria base fondante del club, per costruire un futuro ricco di soddisfazioni.
Una riqualificazione del calcio messicano che ovviamente passerà dall'appuntamento più atteso per tutti gli appassionati di questo sport, i Mondiali. Dopo il Qatar, l'edizione del 2026 toccherà a Messico, Canada e USA. Un'occasione per rivitalizzare il calcio in un paese in cui ha da sempre avuto un ruolo centrale, dove questo sport è vissuto con una passione probabilmente non paragonabile nemmeno alle più grandi nazioni europee. "Il Messico è un Paese meraviglioso, pieno di talenti e con una grande cultura calcistica. Tuttavia, le squadre messicane hanno una mentalità chiusa sia dal punto di vista sportivo che da quello del branding. Se si vuole fare qualcosa di diverso qui, bisogna essere pronti a sentirsi dire che le cose non funzionano. Credo che ci sia molto spazio per l'innovazione. Il calcio messicano è troppo concentrato sui risultati a breve termine. Storicamente, questa nazione ha sempre avuto le migliori nazionali giovani del mondo, ma poi i giocatori si perdono."
Insomma se tutte queste motivazioni e la nuova release non vi sia servita per farvi un'idea ben precisa del club messicano di cui avete assolutamente bisogno, dovete sapere che il Cancún FC è un club "fresco". "Per la nostra squadra la parola d'ordine è senza dubbio FRESH. Siamo un club nuovo, pulito e alternativo. Non abbiamo il peso di lunghe tradizioni calcistiche. Possiamo essere diversi e reali. In tutto ciò che facciamo, in tutto ciò che diciamo, vogliamo essere audaci e innovativi. Siamo un'organizzazione giovane, la maggior parte dei nostri dipendenti ha 20 o 30 anni, non abbiamo vecchi dogmi da seguire, possiamo fare le cose come vogliamo."