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La dialettica da spogliatoio dei media sportivi italiani

Cosa ci dice il caso di Linda Cerruti

La dialettica da spogliatoio dei media sportivi italiani Cosa ci dice il caso di Linda Cerruti

"Un sedere e due gambe sono davvero quello che resta, l’argomento principale di cui parlare?" Questo è ciò che si chiede Linda Cerruti, pluricampionessa di nuoto sincronizzato in risposta all'orda di commenti sessisti apparsi sotto la foto che la ritraggono in posizione da gara mentre mostra le 8 medaglie vinte nella sua migliore stagione europea, appena conclusa. Non solo sotto al suo post, ma anche sotto a quelli delle testate di settore che hanno ricondiviso il contenuto, appaiono migliaia di commenti che si esprimono sessualizzando il corpo dell'atleta, questo perché le community sportive sono prevalentemente maschili e non c'è mai stata molta cura nel rappresentare la figura femminile in modo diverso da un "trofeo" o un "corpo da possedere", come dimostra la continua celebrazione dei corpi femminili. La Cerruti ha aggiunto nelle ultime ore che ricorrerà a vie legali per difendere se stessa e le prossime generazioni di atlete, perché possano in futuro rappresentarsi liberamente senza ricevere commenti da spogliatoio da parte di un'intera nazione.

Tutto gira attorno al corpo nello sport, d'accordo, ma la comunicazione in questo settore deve aprirsi al mondo femminile in un'ottica di inclusività: secondo il rapport del Coni "I numeri dello sport 2019 -2020" il divario di genere è altissimo: le atlete sono quasi un terzo del totale dei tesserati, per un 28,2% contro il 71,8% dei rappresentati maschili.

Che sia responsabilità anche del tipo di conversazione attiva in Italia in campo sportivo?  Se le community sportive italiane continuano a condividere immagini di giornaliste in vacanza finendo per strumentalizzare il corpo femminile nel tentativo di fare engagement con la propria community, c'è qualcosa che non va nella linea editoriale oltre che nella concezione culturale, aspetto ancor più preoccupante. In fondo cambiare tone of voice, liberandosi dalla dialettica da spogliatoio che fa dell'apprezzamento sulle forme femminili una forma di complimento dal retaggio culturale ormai antiquato, è simbolo di evoluzione, ed è già stata una scommessa di successo: l'esempio di Calciatori Brutti, che ha abbandonato la Phi Cap, a favore di un approccio al contenuto che si concentra più sui meme che sull'oggettificazione del corpo femminile, soprattutto perché essere un'atleta donna non è facile se consideriamo  il mancato riconoscimento delle attività sportive come professionali e le aspettative da sempre attribuite alle donne rispetto al loro ipotetico ruolo sociale. Dover vincere le olimpiadi e resistere ai commenti sessisti e osceni con il sorriso, potrebbe risultare abbastanza pesante.