Il divorzio tra FIFA e EA Sports segna la fine di un'era
FIFA per trent'anni non ha solamente cambiato il mondo dei videogiochi, ma anche il calcio per come ora lo conosciamo
13 Maggio 2022
“EA, it’s in the game”, come recita con voce metallica il claim che nessuno ha mai capito con l’udito ma solo anni dopo, magari leggendo pezzi come questo. Ma EA Sports è stato per tutti FIFA, una coppia indissolubile tanto da diventare l’uno sinonimo dell’altro, imponendo un nuovo standard non soltanto ai videogame di calcio ma all'intero panorama videoludico. Per quasi trent’anni FIFA è stata una vibe più che un gioco, e nonostante i suoi tanti imitatori e le tante critiche che si sono accumulate, è rimasto incontrastato al vertice della catena alimentare nonostante le continue insidie di Pro Evolution Soccer, per tutti PES. Alla fine è uscita vincitrice dalla battaglia con il prodotto Konami e solo nella stagione scorsa EA ha confermato un fatturato da oltre 1.5 mln di euro, in gran parte derivanti dalla versione FIFA Ultimate Team (FUT).
Una rivoluzione costante iniziata quasi per caso grazie all’intuizione nel 1991 di un ingegnere informatico, Jan Tian, che per primo aveva intuito le potenzialità di un videogioco sul calcio in un continente dominato dal Football Americano e da Madden. All’epoca il mercato videoludico sul calcio era dominato da prodotto inglesi, Sensible Soccer, Championship Manager e Kick-Off su tutti, che però non erano in grado di garantire la stessa esperienza alla quale avrebbe aperto FIFA. In particolare la vista isometrica del campo invece che a scroll, che per la prima volta imitava la sensazione di vedere una partita in tv proprio quando quest'ultime stavano cominciando ad allargarsi.
Ma soprattutto sarà l’accordo stretto con FIFA a lanciare il gioco di EA Sports in una nuova stratosfera, legittimando e certificando che un solo gioco era quello ufficiale secondo la federazione internazionale che governa ogni aspetto del calcio. È bene ricordare come il primo contratto stretto tra le due parti fosse oscenamente basso, perché nessuno a Zurigo si era reso conto del valore del proprio brand e delle possibilità che gli offriva il nuovo gioco. La cifra esatta non è mai stata rivelata ma era chiaro che il successo, che invece sarebbe presto arrivato, non era aspettato da nessuna delle parti in causa.
Infatti, come forse solo SuperMario o Tekken, FIFA è un nome familiare anche con chi non ha mai avuto una consolle in mano, diventando il miglior ambasciatore possibile per il calcio nel resto del mondo. Non è un caso che il primo capitolo non si chiamerà FIFA 94 ma FIFA International Soccer, e uscirà proprio in coincidenza con lo svolgimento del Mondiale statunitense, quello che per molti è stato il vero lancio internazionale del calcio. Il videogame rapido e immediato, con partite veloci e semplici da configurare diventò presto uno dei preferiti in tutti i dorm dei college americani, il perfetto compagno per le notti insonni insieme a patatine e bibite gassate.
Cinque anni dopo, quando venne il tempo di ridiscutere l’accordo proprio in concomitanza con il Mondiale di Francia ‘98 i prezzi per i diritti di sfruttamento del brand FIFA si innalzarono enormemente. Ma era già un nuovo mondo per EA Sports, che aveva cominciato ad acquistare i diritti per le principali leghe professionistiche, dalla Premier League alla Serie A, e ad avere in campo finalmente i giocatori sempre più realistici e con i loro nomi originali. E le squadre avevano cominciato a capire quanto redditizio fosse tale mercato, iniziando a sfruttare il proprio brand non solo sul campo ma anche in tutte le declinazioni sulle quali per noi ora è normale trovare una club di calcio.
In un certo senso l’accordo tra FIFA e EA Sports ha modellato l’attuale panorama calcistico, introducendo nuovi canali di remunerazione per i club e trasformando i diritti nel vero core business di federazioni e leghe sportive. Dal primo pixel all’ultima modalità, l’impatto culturale di FIFA è stato superiore anche a quello sul mondo del gaming, tra colonne sonore passate alla storia, copertine iconiche e una serie infinita di memorie che chiunque si sia mai avvicinato al gioco serba con gran cura. Ora, come tutti i divorzi, anche quello tra FIFA e EA Sports avrà le sue profonde ripercussioni visto che l’anno scorso per la prima volta, anche ovviamente a causa della pandemia, più della metà degli incassi di FIFA sono derivati dai licensing rights. E se ora EA Sports FC è ormai lanciata con il pieno sostegno di tutti i piccoli e grandi club, come si evince dai post sui social, appare più nebuloso il futuro di quello che fino all’altro ieri era il nome ufficioso del videogioco più famoso al mondo e che ora tornerà ad essere semplicemente il nome della federazione presieduta da Gianni Infantino.