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L’importanza del brand di Kobe Bryant per i giocatori NBA

Perché l'accordo raggiunto tra Nike e la famiglia Bryant ha fatto felici soprattutto gli atleti della lega più spettacolare del mondo

L’importanza del brand di Kobe Bryant per i giocatori NBA Perché l'accordo raggiunto tra Nike e la famiglia Bryant ha fatto felici soprattutto gli atleti della lega più spettacolare del mondo

Quando la settimana scorsa si è cominciata a spargere la voce che Vanessa Bryant e Nike avessero trovato finalmente un accordo per continuare la linea con il nome di Kobe, che sembrava dovesse interrompersi alla fine del contratto nell’Aprile 2021 dopo 18 anni, molti giocatori NBA, da Devin Booker a Ja Morant fino a Karl-Anthony Towns hanno usato i loro profili social per manifestare tutto il loro entusiasmo. Non è un caso se sono i più giovani, le superstars-in-the-making ad essere più felici di questo ritorno delle Kobe sugli scaffali. In primo luogo perché essendo nella lega solo da pochi anni non sono riusciti ad accumulare abbastanza paia per il resto della carriera professionistica, ma soprattutto è la dimostrazione di quanto una generazione sia stata così influenzata dalla figura e dalla mistica di Kobe da non poter immaginare di non scendere in campo senza le sue scarpe ai piedi. Lo scorso anno due giocatori allora in forza ai Los Angeles Lakers, Talen Horton-Tucker e Kentavious Caldwell-Pope, durante una conferenza stampa chiesero chi aveva delle Kobe da vendergli. E in una recente intervista DeMar DeRozan, ala dei Chicago Bulls, ha confessato che aveva dovuto sospendere la tradizione di regalare le proprie scarpe ai tifosi al termine della partita quando si è reso conto che sarebbe potuto restare senza.


Quella delle Nike Kobe Bryant infatti è una rilevanza che non si misura con il numero di scarpe vendute, con la presenza fuori dal parquet o dalle collaborazioni con famose maison di moda. Rispetto ad altre signature shoes di Nike, la linea disegnata per Kobe ha sempre messo al centro la performance sportiva più che l’estetica da Instagram o gli endorsement dei rappers. Invece da quando nel 2003 Bryant è passato da adidas a Nike, le sue signature shoes sono diventate sinonimo di prestazione e cura nei dettagli. Fin dalla Nike Zoom Kobe II, la prima disegnata direttamente insieme al Black Mamba, sempre più suoi compagni e avversari le hanno scelte per le loro evoluzioni cestistiche. Secondo uno studio di Baller Shoes DB durante la stagione 2021/22 90 giocatori NBA usano regolarmente delle Kobe in campo, nettamente la signature shoe più usata con quella firmata da Kyrie Irving, al secondo posto con 50. I modelli più usati sono la Nike Kobe Protro V e VI, due delle silhouette più innovative del brand dello Swoosh, lanciate rispettivamente nel 2009 e nel 2010, ed ancora attuali. 


Durante lo shortage dello scorso anno, vista l'interruzione della produzione di nuove sneakers, i prezzi sono volati alle stelle, con i giocatori che si sono rivolti ai mercati secondari per assicurarsi un paio di sneakers di gioco. Secondo il giornalista di ESPN Brian Windhorst, in molti hanno acquistato su piattaforme come StockX, GOAT o eBay modelli in taglie dalla 14 in su ad oltre 800 dollari, arrivando facilmente a spendere anche 5000 euro per esemplari limitati di Kobe's. La star dei Lakers Anthony Davis ha espresso tutta la sua frustrazione nel non riuscire a trovare da nessuna parte un paio di Kobe in misura 18 per i suoi piedi, sottolineando come Bryant sia un modello di riferimento per tutti gli atleti attraverso la lega e che tutti vogliono indossare delle sneakers con il suo logo. 

Nonostante il successo tra i giocatori della linea di Kobe, i rapporti tra il fuoriclasse gialloviola e Nike non sono sempre stati dei migliori, e si sussurrava che poco prima della sua prematura quanto improvvisa scomparsa stesse pensando di lasciare l’azienda per fondare un suo brand personale. Le motivazioni erano soprattutto da rintracciare nel fatto che Nike non abbia mai deciso di investire sul marchio di Kobe come fatto con quelli di Micheal Jordan o LeBron James, legandoli al brand con faraonici contratti a vita. Una situazione che si è ovviamente complicata dopo la morte di Bryant e che la vedova Vanessa ha dovuto affrontare durante la tragedia, non trovando sempre dall’altra parte la trasparenza che sarebbe stata dovuta in un momento del genere. La rottura del rapporto si era consumata anche a causa del trattamento riservato da Nike verso le scarpe e il merch dopo la tragica scomparsa di Kobe, con varie release prima ritirate e poi rilasciate con il contagocce per monetizzare al massimo il momento. Le retro dei modelli più celebrati, come le Kobe VI Grinch, furono rese disponibili su SNKRS in quantità estremamente limitate, con l’effetto di andare sold-out in pochi secondi ed essere successivamente rivendute a prezzi astronomici.


In particolare Nike aveva deciso di far uscire le Protro VI “Mambacita” contro il volere di Vanessa Bryant, per poi annullare la release dopo le reazioni negative sui social. “Le sneakers Mambacita non sono state approvate per essere prodotte. Nike non ha inviato nessuna di queste paia a me e alle mie ragazze. Non so come qualcun altro abbia le mani sulle scarpe che ho disegnato in onore di mia figlia Gigi e noi no. Spero che queste scarpe non siano state vendute” aveva detto all’epoca Vanessa. Ora le “Mambacita” saranno le prime sneakers rilasciate dopo la firma del nuovo contratto, chiudendo anche spiritualmente un cerchio che tutti i fans di Kobe speravano di veder completato. Tutti i proventi della scarpa saranno donati alla Mamba & Mambacita Sports Foundation, l'organizzazione senza scopo di lucro della famiglia Bryant dedicata ad aiutare i giovani atleti che vengono da condizioni più disagiate, proseguendo così il lavoro di Kobe iniziato dopo il suo ritiro. 

Pensare che le scarpe più usate dai giocatori NBA sparissero via via dal mercato era qualcosa di inimmaginabile, e dopo quasi un anno di negoziazioni, la vedova di Kobe e il colosso dell’Oregon hanno trovato un accordo che farà immediatamente tornare in produzione le sneakers della linea. L’importanza di Bryant in NBA non è mai stata limitata al campo, nel quale ha dominato per vent'anni con la sua ferocia inimitabile e il jumper implacabile, ma nel come ha saputo plasmare generazioni attraverso la sua mentalità, brandizzata come “Mamba Mentality”. Una legacy che anche dopo la sua morte continua a motivare i giocatori NBA a migliorarsi costantemente, spingendosi al limite sia come atleti che come competitors, magari con ai piedi un paio di Nike Kobe.