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Belonging capitolo due, Genova

Alla scoperta del rapporto tra le squadre e le città attraverso le maglie di Kappa

Belonging capitolo due, Genova Alla scoperta del rapporto tra le squadre e le città attraverso le maglie di Kappa

Il calcio in Italia è molto più di uno sport, è un elemento essenziale della vita di una città. Segna il ritmo con cui passano le giornate, si separano gli amori dai dolori e si accavallano le celebrazioni e le delusioni, tutte affrontate indossando la maglia della propria squadra preferita. Negli anni le maglie, da divise utilizzate per distinguere i giocatori, sono diventate un simbolo viscerale di appartenenza ad una comunità, non più confinata ai canonici novanta minuti di gioco ma presente in ogni aspetto della quotidianità. Un sentimento che Kappa ha voluto celebrare nelle maglie realizzate per la stagione 2021/22

Come il Venezia FC, club protagonista del primo capitolo di Belonging, anche il Genoa sta vivendo un periodo di rinascita grazie a 777 Partners, la nuova proprietà che da pochi mesi ha sostituito Enrico Preziosi e ha già grandi progetti per il futuro. Durante la prima conferenza stampa infatti la presidenza è stata molto chiara, e nonostante l'attuale situazione, ha intenzione di riportare il club più antico d'Italia nella parte sinistra della classifica alla conquista di quello scudetto che manca ai rossoblu per ottenere la stella.

E in una stagione complessa sotto ogni punto di vista, piena di cambi e rivoluzioni interne, Kappa è riuscita a creare tre maglie affascinanti e creative, una perfetta sintesi tra tradizione e innovazione. Le maglie dei rossoblù sono nate e realizzate seguendo lo slogan "la nostra maglia, la nostra casa”, e anche la presentazione ha seguito lo stesso concept, essendo girata nel cuore della città, fra i carruggi, le case e le piazzette del centro storico. Una scelta molto apprezzata da Michele Bitossi, cantautore, tifoso sfegatato del Genoa e protagonista del secondo capitolo di Belonging che ci ha confermato che "ci sarebbero tantissime cose da dire a proposito di come è cambiato negli anni l’approccio alla produzione delle maglie da parte delle società calcistiche di concerto con gli sponsor tecnici ai quali esse si affidano. Nel caso del Genoa, la mia squadra non ha mai dovuto fare i conti con stravolgimenti deliranti e si è sempre trovato davanti la mitica casacca a quarti rossoblu. Certo, dovendo dire se preferisco le maglie attuali a quelle di una volta non avrei dubbi, ma è giusto sottolinare che Kappa sta facendo un lavoro molto interessante, riuscendo a bilanciare sia l'aspetto più legato alla tradizione che all'innovazione."

Aspetti importanti per Michele che ci tiene a sottolinearli, per lui che non è nato a Genova ma che ama e sostiene questi colori, domenica dopo domenica, oltre i 90 canonici minuti di gioco. E in una città famosa per essere divisa in due fazioni abbiamo chiesto al cantautore, da dove viene questo suo incommensurabile amore per i colori rossoblu, che porta tatuati anche sulla pelle: "non ho mai avuto dubbi, mio padre era un grande tifoso, mi portò in gradinata Nord per la prima volta nel 1979 quando avevo 4 anni. Non ricordo che partita fosse ma ricordo perfettamente cosa ho provato in mezzo a quella bolgia tra canti, tamburi, bandiere, sciarpe, fumogeni. In un coro di quelli che facciamo quando gioca il Genoa cantiamo “questa è una malattia che non va più via”. Bene, credo che questa frase racchiuda esattamente cosa è il “popolo genoano”, per usare una definizione di un personaggio indimenticabile per noi, ossia il professor Franco Scoglio."

Due colori dai quali è impossibile separarsi, lo si comprende dalle sue parole mentre ci parla del Genoa e della storica maglia a quarti, ma anche dai suoi gesti e dalle movenze. Genova e il Genoa sono qualcosa molto di più di una semplice squadra o di un normale club di calcio, sono qualcosa di indispensabile per Michele, qualcosa di cui è veramente difficile fare a meno, nonostante tutte le difficoltà sportive che si incontrano in una singola stagione. D'altronde è impossibile non considerare questo club qualcosa di speciale visto la sua storia ultracentenaria, che gli è valsa sia l'onorificenza ricevuta nel 2011 quando il Genoa fu inserito ne l'International Bureau of Cultural Capitals (una sorta di patrimonio sportivo storico dell'umanità, paragonabile all'UNESCO) sia l'introduzione nel "Club of Pioneers", l'associazione che raggruppa i club di calcio più antichi del mondo.

Un legame quello tra maglia e città rimasto forte anche nel lavoro di Kappa, che ha sapientemente creato un mix perfetto, al passo con i tempi ma rimanendo fedele alla tradizione secolare di questi colori. Un lavoro che ha conquistato anche Michele Bitossi, mentre ci accompagna per delle foto nel cuore della sua città: "la sinergia tra Genoa e Kappa stia dando dei frutti ottimi, questo perché secondo me è evidente la volontà di dar sfogo alla creatività tenendo ben presente la storia di una società gloriosa e importante come la nostra  e la storia stessa di una città; Genova, di cui siamo la squadra." 

Nella prima e classica maglia a quarti infatti i designer del brand italiano hanno voluto inserire la piantina del centro storico di Genova, il più vasto al mondo, disegnata frontalmente tono su tono. 
Ma oltre la tradizione e la storicità della prima maglia, da tre anni a questa parte il Genoa con Kappa ha intrapreso un percorso molto particolare, dedicando ogni stagione almeno una maglia ai simboli più riconoscibili della Repubblica Marinara. Nel 2019 ci fu la prima con la Croce di San Giorgio, nella precedente stagione la maglia oro e blu era un esplicito richiamo ai contrasti cromatici della Liguria, una regione caratterizzata dal mare, dal sole e dall’oro dei suoi palazzi. Quest’anno invece la dedica è ancora più particolare, visto che Kappa ha legato la terza maglia al simbolo della città, la Lanterna. Una maglia totalmente grigia ispirata al colore delle pietre con le quali è stata costruita la Lanterna, accompagnata sul lato sinistro da una fascia verticale di una tonalità più scura, con al suo interno un design che stilizza le feritoie sulla facciata e le fortificazioni che ospitano il museo. Una cura verso i luoghi più riconoscibili della città che i tifosi hanno apprezzato, contenti di vedere delle maglie che celebrano la loro identità invece che colori fluo lontanissimi dall'estetica della squadra. Qualcosa confermato da Michele prima di lasciarci, con ancora indosso la maglia grigia, "quella di quest’anno, per me, è un piccolo capolavoro e sono davvero contento di essere stato scelto come testimonial indossandola."
 

Photographer: Eleonora D’Angelo
Stylist: Francesco Tizzano
Photographer Assistant: Danilo Cautero
Editorial Coordinator: Elisa Ambrosetti
Art Director: Alessandro Bigi / nss factory
Talent: Michele Bitossi
Production: nss factory