La storia di PUMA in NBA
Iniziata negli anni settanta con la prima Signature Shoe per Walt Frazier, continua ora con la nuovissima MB.01 di LaMelo Ball
20 Dicembre 2021
Tutto ebbe inizio con Walt “Clyde” Frazier, la scintillante point guard dei New York Knicks che amava arrivare al Madison Squadra Garden in Rolls Royce e vestire pellicce extra large. Nel 1972 Frazier era il Re della Grande Mela, avendo vinto due anni prima il titolo NBA da assoluto protagonista, e quello che ora definiremo una fashion victim, oltre che la faccia della franchigia più famosa dell’allora mondo cestistico.
Un profilo perfetto quindi per PUMA grazie al quale entrare dalla porta principale del mercato americano. L’azienda fondata a Herzogenaurach da Rudolf Dassler creò una scarpa disegnata sulle richieste di Frazier, che voleva qualcosa di leggero, a pianta larga e con sufficiente imbottitura interna adatta al suo gioco rapido e spettacolare. Prima di quel momento, nessun giocatore di basket aveva mai avuto una scarpa intitolata a proprio nome, un onore che PUMA impreziosì ricamando il soprannome “Clyde” in corsivo sotto il logo sul lato esterno di ogni paio. Nacquero così le prime Signature Shoes di tutti i tempi, che verranno da lì in poi definite in questo modo perché le Clyde portavano letteralmente la firma del giocatore che diede loro il nome. Fu una rivoluzione epocale per il mondo dello sport e della moda della quale ancora viviamo le conseguenze.
Not From Here
Cinquant'anni dopo PUMA è tornata sul parquet NBA con un’altra Signature Shoe, realizzata con la stessa attenzione ai dettagli e dedicata ad un talento altrettanto luminoso e spettacolare: le MB.01 per LaMelo Ball. LaMelo infatti non è un giocatore come tutti gli altri, come suggerisce anche lo slogan che domina la campagna pubblicitaria con la quale PUMA ha deciso di lanciare le sue sneakers - Not From Here -, e per molti versi non potrebbe essere diversamente. Cresciuto da sempre sotto i riflettori a causa delle tante, forse troppe, aspettative riposte dal padre LaVar Ball sui suoi figli, già a quattordici anni andava in onda sul Primetime di ESPN con i suoi fratelli.
La loro squadra di High School di Chino Hills dominò per anni la competizione californiana grazie ad uno stile non tradizionale fatto di triple in transizione, pressing a tutto campo e passaggi rischiosissimi. Lo stesso che sia Lonzo che poi LaMelo porteranno in NBA, il primo a Los Angeles, New Orleans e infine Chicago mentre il più piccolo dei tre lo scorso anno a Charlotte, dove con il suo solo arrivo ha salvato la franchigia di proprietà di Michael Jordan dall’anonimato.
Scelto alla posizione numero 3 del Draft 2019, ha avuto immediatamente un impatto devastante sul gioco degli Hornets, cambiando ritmo ed esecuzione al loro attacco e rendendoli una squadra culto da seguire ogni notte. Passaggi attraverso tutto il campo, alley-oop alzati ad una mano e triple dal palleggio da zone del campo non ancora esplorate, LaMelo ha dimostrato nel suo primo anno un talento cestistico non solo efficace ma soprattutto elettrizzante, capace di calamitare l’interesse anche di chi abitualmente non segue i Charlotte Hornets o in generale il basket a stelle e strisce. Un’annata incredibile sigillata dal premio come Rookie of the Year assegnato senza grande discussione nonostante una parte della stagione saltata a causa infortunio.
La decisione di PUMA di creare una sneaker su misura per il suo talento è stata quindi naturale. LaMelo è una delle superstar in the making dell’NBA contemporanea, in rampa di lancio per diventare non solo uno degli atleti più forti - ma grazie al suo stile inimitabile dentro e fuori dal campo - una delle facce più riconoscibili della lega, e PUMA da anni era alla ricerca di un fuoriclasse purissimo in grado di riportare il brand del felino rampante al livello che gli compete. Da Frazier a Isiah Thomas, da Ralph Sampson a Vince Carter, PUMA ha sempre scelto testimonial che possedessero una estetica riconoscibile e coinvolgente, in linea con quella del brand tedesco. Una tradizione troppo importante per spegnersi alla fine degli anni novanta.
Il grande ritorno di PUMA
PUMA infatti ha recentemente deciso di tornare ad investire pesantemente sul mercato cestistico, firmando nel 2018 Jay-Z come Creative Director of Basketball Operations grazie alla forte relazione costruita nel tempo con Roc Nation. E dall’arrivo di Hov PUMA ha cominciato a firmare contratti di sponsorizzazione con due prime scelte assolute - Deandre Ayton e Anthony Edwards - oltre a tanti altri giovani selezionati nelle prime posizioni degli ultimi Draft. Tra questi ovviamente LaMelo Ball, una scommessa che si è rivelata immediatamente vincente per entrambe le parti.
Quando Jay-Z ha accettato il suo ruolo ha immediatamente specificato come volesse tornare indietro dove tutto era iniziato, con la Clyde di Walt Frazier, per ricreare quel rapporto tra performance, sport, musica e cultura che bruciava la New York degli anni ‘70. Quando le Clyde divennero presto la scarpa da usare nei playground cittadini e subito dopo andare a ballare nei club e nelle feste private mentre sotto le puntine dei DJs nasceva l’hip-hop.
In questo LaMelo è strumentale, con la sua attitudine allo stesso tempo spensierata e futuristica, troppo cool da perdere tempo con le opinioni degli altri terrestri, per intrecciare un portale spazio-temporale con Walt Frazier. Infatti così come Clyde amava le pellicce e le Rolls Royce fino a diventare il modello sul quale erano scritti i protagonisti dei Blaxploitation di quel periodo, LaMelo dissemina il suo Instagram di scatti accanto alle sue Lamborghini mentre è vestito nella stessa nota di colore, spesso e volentieri talmente luminosi da essere visibili fino dallo spazio. E le sue MB.01 interpretano perfettamente il suo stile colorato e giocoso con una prima edizione completamente immersa in un arancione marziano, con intricati dettagli unici che riprendono i tatuaggi di LaMelo e le fiamme di un razzo in decollo sulla tomaia stampata in 3D. Sulla linguetta della scarpa la creatività di LaMelo è definita come "Not From Here" e sulla suola compare la parola "Rare", per descrivere il suo talento sul parquet e una sneakers che non può né vuole passare inosservata, spettacolare come un passaggio no-look e audace come una schiacciata a due mani.