Cosa sta succedendo a Konami?
Una rivoluzione che per il momento sembra essere ancora lontana forse troppo
01 Dicembre 2021
Alla fine dell’estate la notizia che il nuovo gioco di calcio di Konami sarebbe arrivato in una nuova versione free-to-play in stile Fortnite aveva scardinato tutte le certezze del gaming sportivo, accorciando almeno in un primo momento il divario che negli anni ha diviso eFootball e FIFA sia sul piano tecnologico che su quello estetico. Da sempre parte del fascino edito da Konami è stata la sua estetica fatta di loghi e nomi spesso rivisitati e inventati, dovuti al fatto che EASports ha sempre anticipato la diretta concorrente nella giungla dell’acquisizione delle licenze, accaparrandosi sempre più club e leghe. Con questa mossa eFootball aveva dato il via ad una vera e propria rivoluzione con l’intento sia di spezzare il monopolio di FIFA sia di far entrare l’utente in una nuova dimensione del calcio virtuale.
Una rivoluzione e un modus operandi che strizza l’occhio al tanto chiacchierato metaverso di Mark Zuckerberg, creando all’interno del gioco un ecosistema ibrido, digitale e interconnesso, lontano anni luce da tutte le logiche del gaming sportivo per come oggi lo conosciamo. Konami in parte ci ha già provato da tre anni a questa parte dando la possibilità ai suoi utenti di avere un "playground aperto". Nel gioco è possibile immedesimarsi in tutto e per tutto nel club, avendo la possibilità sia di gestire una rosa, valorizzare i giovani e al tempo stesso essere un vero e proprio designer, progettando le maglie e avvicinandosi sempre più alla dimensione reale, sulla falsariga di quanto avviene in NBA2K dove è possibile personalizzare l’avatar sia in campo che fuori. Lo step successivo che con l’arrivo di eFootball, Konami intende realizzare è quello di creare un gioco praticamente privo di qualsivoglia limitazione e sempre più aperto a qualsiasi tipo di personalizzazione. Un gioco innovativo capace anche di costruire un settore giovanile virtuale, un gioco che punta ad allontanarsi sempre più dalla dimensione temporale. Così come il metaverso è considerato la naturale evoluzione dell’internet attuale anche la svolta apportata eFootball sembrava potesse portare il gaming sportivo ad un altro livello, dando anche la possibilità della cross-piattaforma cioè consentire all’utente di giocare contro sfidanti su diverse console.
Oggi, mentre ci avviciniamo alla fine di novembre, la rivoluzione promessa da eFootball non è ancora arrivata, la patch tanto attesa che avrebbe sistemato tutti i bug presenti nel gioco è stata rinviata più e più volte, fino ad essere posticipata per la primavera del 2022. Sono arrivate anche lettere di scuse da parte di Konami a tutti i suoi giocatori, condite dai rimborsi verso chi aveva riposto fiducia nella rivoluzione fin dal primo momento, acquistando il pacchetto premium con le 2.800 Monete eFootball, token ufficiale del gioco, altro elemento simile a Fortnite.
Una situazione piuttosto spiacevole e che ha distrutto l’hype che si era creato fin dal giorno del suo annuncio attorno al gioco, come dimostrano le classifiche Playstation Store dove svettava davanti a competitors del livello di Warzone, Rocket League, Enlisted e Genshin Impact. L’annuncio poi del nuovo motore di gioco, con un sistema di animazioni rivisto e comandi migliorati non poteva poi che aumentare le aspettative, dato che negli anni dal punto di vista grafico Konami ha sempre superato di gran lunga EASports. Ma anche questo non è andato come previsto, già dal giorno del suo esordio il videogioco si è trasformato in un gigantesco meme, colpa dei volti dei giocatori che apparivano stranamente deformati con espressioni e gestualità ben lontane dalla realtà.
Una storia non trascurabile nemmeno per quei club che hanno deciso di rifiutare le avances di FIFA e di puntare sull’innovazione di Konami legando il proprio nome esclusivamente a quello della casa giapponese. In Italia eFootball possiede infatti le licenze esclusive di Juventus, Atalanta, Roma, Lazio e Napoli, i quali loghi saranno di fatto presenti in un prodotto incompleto e funzionante solo in parte. Un bel problema dal momento che per tutti i club il logo è un asset fondamentale all’interno delle dinamiche di marketing come dimostrano le varie collaborazioni e le ultime collezioni che incrociano calcio e moda. Un problema anche per Konami che oltre ad acquisire le licenze delle squadre, ha comprato anche i naming rights dei vari stadi ma anche dei centri sportivi, come dimostra l’ultima operazione effettuata con il Napoli che ha cambiato il nome del suo centro di allenamento aggiungendo quello dello casa giapponese.
E, in ultimo, cosa ne sarà invece di tutti quei pro player che avevano scelto eFootball per i loro tornei internazionali? Un buco nell’acqua da parte di Konami che rischia di lasciare campo libero alla EASports e quindi a FIFA su un mercato come quello degli E-Sports che secondo i dati di Cross Border Growth Capital ha generato circa 1 miliardo di dollari solo nel 2020. Non per niente la maggior parte dei campionati europei ha deciso di affidare il loro campionato di ESports a FIFA, lasciando ad eFootball solo la Bundesliga. Solo nel mese di lancio FIFA 22 ha contato 9,1 milioni di giocatori, 7,6 milioni di squadre Ultimate Team create e 460 milioni di partite giocate, numeri enormi che testimoniano il lavoro enorme di EASports puntellato prima con l’introduzione di VOLTA (il vecchio FIFA street) e poi con l’introduzione di kit disegnati da designer e artisti in voga. FIFA è diventato un punto di incontro fra moda, calcio e gaming, un’operazione ripetuta anche da altri grandi brand come la collaborazione fra Louis Vuitton e League of Legends, in cui i personaggi del videogioco erano vestiti con i capi del marchio di Arnault, o, sempre del marchio francese, la realizzazione di un fashion show virtuale dentro Animal Crossing.
FIFA da anni si sta definendo sempre più una realtà che va oltre il puro gaming, eFootball ha provato a colmare il divario e ripetere questa operazione in chiave diversa e anche più complessa sotto certi punti di vista. Al momento però la rivoluzione di Konami, tanto avveniristica solo qualche mese fa, appare complessa e in parte compromessa, così come le dinamiche del gioco che con tutta probabilità verrà ormai posticipato alla prossima stagione.