C'è un problema con i palloni in NBA?
L'NBA ha cambiato la fornitura dei propri palloni dopo 37 anni e alcuni giocatori si stanno lamentando
04 Novembre 2021
Quando lo scorso anno l’NBA ha deciso di cambiare dopo 37 anni il fornitore delle palle da gioco, tornando ad affidarsi a Wilson dopo la lunga esperienza con Spalding, la paura inconfessabile era quella di ottenere il rifiuto dei giocatori al cambiamento. D’altronde la lega non aveva mai provato ad innovare l’oggetto che dà il nome allo sport da quando nel 2006 provò ad introdurre dei palloni non più in pelle ma ricoperti con materiali sintetici. L’esperimento non andò bene: le continue lamentele dei giocatori costrinsero l’allora Commissioner David Stern a fare marcia indietro ed i vecchi palloni di pelle tornarono a rimbalzare sui parquet delle arene NBA.
Per questo Wilson, appena ricevuta l’ufficiale investitura, si è premurata di confortare tutti che niente sarebbe davvero cambiato. Avrebbero ripreso l’iconica struttura ad 8 spicchi di Spalding e persino la pelle sarebbe arrivata dalla stessa fabbrica che da decenni fornisce il rivestimento color terra bruciata al quale ormai i giocatori sono abituati, Horween Leather Company a Chicago. Ma nonostante Wilson si sia spesa per smussare ogni increspatura, inviando ai giocatori il nuovo pallone mesi prima dell’inizio della stagione regolare, l’ultima parola come sempre spettava al campo di gioco.
E dopo due settimane di gioco i feedback dei giocatori non sono dei più lusinghieri. Nonostante la palla sia identica in peso, pressione e dimensioni a quella della stagione precedente, secondo le misure standard perseguite dall’NBA, qualcosa nel feeling tra i giocatori e il loro strumento di lavoro quotidiano sembra essersi rotto. Specialmente viste le percentuali con le quali stanno tirando a canestro in questo scorcio di stagione, tra le più basse di questo millennio, molti atleti stanno accusando velatamente o no le nuove palle Wilson di essere la causa.
Paul George, uno dei più brillanti in queste prime partite, ha dichiarato di non volere scuse o alibi ma che il pallone è differente, manca della classica sensibilità e morbidezza delle Spalding e se si vedranno tiri sbagliati malamente una delle motivazioni è da ricercare proprio lì. Devin Booker ha ammesso che ogni partita deve ritrovare la sicurezza con il pallone mentre Joel Embiid ha espresso tutta la sua frustrazione per questo incerto inizio di stagione rifugiandosi sulla poca familiarità con le nuove Wilson.
Alcuni giornalisti ed esperti di statistica statunitensi però hanno già smontato questa teoria, dimostrando come ogni anno gli attacchi abbiano bisogno di qualche settimana di rodaggio prima di entrare in piena efficienza e che ogni anomalia è perfettamente spiegabile considerando un campione così piccolo. Ci sono poi ulteriori elementi da considerare oltre il cambio di pallone: l’NBA è tornata alla normalità per prima stagione dopo due anni senza spettatori negli stadi ed in questo periodo i giocatori hanno avuto pochissimo tempo per riposarsi ed allenarsi. L’ala dei Washington Wizards Kyle Kuzma ha recentemente dichiarato come i cambiamenti alle regole arbitrali abbiano permesso alle difese di essere più aggressive che in passato e Trae Young, il playmaker degli Atlanta Hawks, ha ammesso di essere in favore alle nuove palle da basket, andando come al solito controcorrente.
Secondo il presidente della Players’ Association C.J. McCollum i suoi colleghi devono ancora abituarsi ed è aperto ad ascoltare nuovi feedback durante i prossimi giorni. Ma come in ogni sport che è basato sulla ripetizione ossessiva del gesto e nella confidenza con l’oggetto, anche nel basket i cambiamenti non sono presi per il verso giusto e c’è bisogno di tempo affinché possano essere assorbiti. Molto probabilmente i nuovi palloni Wilson non presentano nessuna reale differenza rispetto ai loro competitors della Spalding se non l’essere ancora nuovi e non ammorbiditi dall’uso. Intanto però i giocatori NBA ci hanno ricordato la regola non scritta che sa chiunque sia entrato anche una sola volta nella vita su un campo in parquet: ogni tiro sbagliato è sempre e solo colpa della palla.