I loghi fake eFootball (Konami) per la Serie A sono meglio dei reali?
L'estetica fake e la guerra per le licenze di PES può diventare una risorsa per l'ingresso nel metaverso
26 Ottobre 2021
Goal Storm, Iss Pro, Winning Eleven, PES ed eFootball. Il videogioco dedicato al calcio di Konami negli anni ha assunto diversi nomi, creando una sfida a distanza con FIFA dividendo fan e - soprattutto - le licenze ufficiali di leghe e club. Nell'immaginario comune FIFA è sempre stato il gioco più mainstream, con una diffusione più ampia, licenze ufficiali e un gameplay più accessibile. PES - che dall'anno scorso è stato ribattezzato eFootball nella sua versione free-to-play in stile Fortnite - si è invece posizionato come alternativa hipster sul mercato, riuscendo tra il 2006 e il 2012 a mangiare una fetta di mercato di FIFA. Parte del fascino di Pes era la sua estetica un po' cheap, al limite del fake, la cui apoteosi erano i nomi e loghi falsi delle squadre di cui non possedevano i diritti commerciali: in PES 2002 si poteva giocare Aragon (Manchester United) contro Europort (Liverpool) giocato al Red Cauldron (Anfield), i Lombardia (Milan) contro gli AS Abruzzi (Roma) nel prestigioso Longobardi Colosseum (San Siro) per citare solo alcuni esempi. Altra chicca impossibile da dimenticare sono i nomi delle varie leggende del calcio: NIRASAKI (Hidetoshi Nakata) Malgani (Maradona), Lon Barron (Roberto Baggio).
Dal punto di vista legale si tratta di una trovata geniale che consentì alla Konami di ritagliarsi la sua fetta di mercato e piano piano acquistare le licenze, senza però rinunciare a quell'estetica pezzotta diventata culto grazie al team carriera e alla grande coppia d'attacco Minanda-Castolo. Oggi il mercato delle licenze sembra vado verso la sua fine, la FIFA sembra aver ritirato ufficialmente la licenza ufficiale alla EA Sports che sarà costretta a cambiare nome al gioco. eFootball 2022 ha promesso una rivoluzione in direzione metaverso all'interno del gaming del calcio, offrendo il primo gioco free-to-play (cioè gratis e con un'economia interna) e sopratutto crosspiattaforma (cioè si può giocare su mobile vs playstation). Promesse per adesso non mantenute, e la notizia più che il gameplay sono stati i clamorosi bug di gioco e le grafiche approssimative.
Konami per eFootball è riuscita ad acquistare solo le licenze ufficiali di Juventus, Atalanta, Roma, Lazio e Napoli per cui anche quest'anno c'è stato quel momento in cui gli sviluppatori e creativi di Konami si sono dovuti sedere attorno ad un tavolo (o più verosimilmente in una call) per trovare dei nomi e loghi alternativi per ben 15 squadre su 20 della massima serie italiana. Il principali problemi riguardano Inter e Milan per cui Konami ha rispolverato il vecchio principio territoriale ribattezzando Inter e Milan rispettivamente Lombardia NA e Milano RN. Se però sui nomi il team Konami è stato meno fantasioso rispetto ai Pes precedenti, sui loghi invece c'è da dire che il lavoro è interessante: tra rivisitazioni retrò, palette alternative e design barocchi i loghi fake delle squadre sono dei completi disastri o degli spunti interessanti per eventuali rebranding. In un mondo come quello del gaming calcistico dove le maglie sono arrivate ad essere influenzate dai kit creator amatoriali è possibile immaginare lo stesso grazie all'introduzione dei token? In un momento in cui la guerra commerciale tra EA Sports e Konami sembra quasi vinta dai primi, questo genere di contenuti possono essere sul lungo periodo la salvezza di eFootball.