Il Napoli potrebbe autoprodurre le maglie della prossima stagione
Nuova strategia commerciale per ADL o mancanza di accordi economici validi?
27 Aprile 2021
Le strategie di Aurelio De Laurentiis, proprietario del Napoli, sono imprevedibili e nelle ultime ore è emersa la possibilità di non accordarsi con nessuno sponsor tecnico e autoprodurre le maglie della stagione 2021-22. L'indiscrezione arriva da Il Mattino, fonte sempre molto vicina alle dinamiche del club partenopeo, che aggiunge questa opzione alle ipotesi che da mesi circolano su possibili contratti con Legea, Givova, Macron o Castore. Il divorzio tra gli Azzurri e Kappa (Gruppo BasicNet) sembra essere inevitabile e la volontà di non cedere alla corte delle multinazionali è l'unica cosa sicura del piano di ADL.
Alla base della scelta ci sono delle agevolazioni e delle prerogative commerciali alle quali il #1 del Napoli non vuole assolutamente rinunciare. L’AD Chiavelli e il capo del marketing Formisano hanno sempre avuto il compito di ricercare sponsor tecnici che accontentino le richieste personalizzate della squadra campana, come curare direttamente il design delle maglie o gestire in autonomia le vendite sui mercati esteri. Pur di mantenere questo particolare assetto, ADL ha rifiutato anche accordi economici che andassero oltre gli 8 milioni di euro che Kappa ha versato nel corso delle ultime 6 stagioni.
L'opzione dell'autoproduzione sarebbe una soluzione che segue la linea commerciale del Napoli ma non semplice da realizzare, soprattutto se si considera il poco tempo che c'è per preparare la prossima stagione. Non sarebbe una novità assoluta quella della scelta di autoprodurre le proprie maglie: il Lecce dal 2018, attraverso il proprio brand M908, produce autonomamente i kit da gioco; la Roma nella stagione 2013-14 aveva maglie senza sponsor autoprodotte nella fase di transizione da Kappa a Nike; l'ultimo caso a livello europeo è il St. Pauli che lo scorso dicembre ha rivelato la prima maglia prodotta da DIIY, il brand interno della squadra tedesca.