Fenomenologia dei vocali WhatsApp nel calcio
Dietro grandi accadimenti, ci sono grandi bufale virali
10 Dicembre 2020
Nei manuali di giornalismo spiegano che una delle regoli principali di questa professione è il fact checking. Per questo, in un’epoca in cui il rapporto fra calciatori, società e media è diventato ipermediato, c’è un controllo sempre maggiore sulle notizie che escono: la sfida, per gli sportivi e gli addetti ai lavori, oggi è anche la lotta alle bufale, alle bombe, all’esplosione degli scoop. WhatsApp è diventato di conseguenza uno strumento incontrollabile e i suoi contenuti sono difficilmente tracciabili dai club. In particolare, i vocali sono diventati veicoli intimi che fanno leva sull’emozione del retroscena rivelato dell’amico ben informato, dal “magazziniere o medico del”, o dalla classica “fonte vicina allo spogliatoio”. Ecco perché quando, su WhatsApp, arriva quell'amico che manda vocali inoltrati, dovremmo preoccuparci.
L’ultimo caso è la presunta rissa nello spogliatoio dell’Atalanta tra Gasperini e il Papu Gomez. Un messaggio che contiene tutti gli elementi tipici di un “audio Whatsapp virale”, in cui i giocatori vengono chiamati per nome (e rende il tutto molto più attendibile), il minutaggio è alto (1:50-2:30). A un un certo punto, su questi vocali, vengono citati anche Ilicic, i colombiani, gli olandesi, il presidente, le dimissioni. É il contenuto perfetto per i gruppi WhatsApp dei tifosi e del fantacalcio, e che scatena le ipotesi su cosa succederà effettivamente. La catena di vocali, infatti, è diventato quasi un appuntamento, un pre-evento che precede l'accadimento vero e proprio. Diventano curiosi anche perché, solitamente, si trascinano dietro molti messaggi conseguenti, sia scritti che vocali. Si perdono pause caffe a leggere le repliche e i dubbi. Spuntano versioni nuove e contro smentite. Ed è caccia a chi ha la fonte più sicura. Ma questi messaggi non sono mai pubblici e soprattutto non lo sono i loro autori.
Non sono thread o video che girano su Facebook o Instagram, non sono riconoscibili gli autori. Sono voci, e proprio per questo, alimentano il sospetto. Ci sono stati i casi di origine sessuale, come quelli (falsi) di Borriello e Romagnoli, ma anche e soprattutto sulle trattative dei giocatori. il ritorno di Nainggolann a Roma aveva infiammato la piazza. I più ascoltati e famosi sono quelli che coinvolgono la violenza, ammutinamenti (Napoli), risse - un caso esemplare è anche quello di Birsa e Pavoletti a Cagliari - o retroscena (De Rossi e l'addio di Totti) o scherzi (Lotito). La dimensione intima di un vocale su Whatsapp rende l’informazione inviata più credibile nonostante spesso si riveli, nella maggior parte dei casi, una bufala. É il brivido del retroscena. Ma attirano le attenzioni, anche dei più scrupolosi e dubbiosi, di quelli che scrivono poco e non ascolterebbero. Eppure lo fanno, perché semmai la voce fosse vera, sarebbe un episodio clamoroso.
Il problema delle fake news è un tema centrale nel dibattito contemporaneo. Questi vocali sono spesso un veicolo principale delle false notizie, architettate per divertimento o per creare problemi ai diretti interessati, tipo la recente storia degli effetti benefici della vitamina C sul virus. Come quando, nel calciomercato, i procuratori fanno uscire indiscrezioni fallaci: dietro c’è sempre una finalità. I vocali sulle squadre sono un fenomeno soprattutto italiano. All'estero non si registrano particolari casi simili, anche se, in questi giorni, in Argentina i media hanno scritto molto sulla circolazione di vocali sulla morte di Maradona. Il principio, tanto è sempre lo stesso.
Purtroppo si sono visti casi non solo sportivi e che hanno coinvolto argomenti ben più gravi, come terremoti o alluvioni - ovviamente, ne sono nati anche con il coronavirus. Ma nel calcio italiano questo fenomeno è radicale. I tifosi sono iperconnessi con i club e i calciatori, li seguono ovunque e la comunicazione degli sportivi oggi è ipermediata. Nonostante sui media e sui social si legga di tutto, la curiosità dei fan continua però a voler andare oltre, e non bastano più i contenuti che stampa e società preparano per chi segue lo sport. C’è sempre la ricerca di qualcosa di esclusivo e di introvabile, “l’ultima” da raccontare al bar o sulle chat degli amici. Qualcosa che porti il tifoso dentro il mondo della squadra per cui tifa tifa e possa esibirlo agli altri. Anche se ciò, come spesso accade con i vocali, non è affatto vero.