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Under Armour vuole fare quello che Nike fece con Jordan

Il brand lancia "Curry Brand", il marchio dedicato a Stephen Curry

Under Armour vuole fare quello che Nike fece con Jordan Il brand lancia Curry Brand, il marchio dedicato a Stephen Curry

I Golden State Warriors non sono sui radar da qualche mese, ma Stephen Curry è sempre al centro dell'attenzione. Lo è ancor di più nelle ultime ore: insieme ad Under Armour lancerà "Curry Brand", un marchio che si inserirà all'interno dell'ecosistema UA e che coinvolgerà il prima persona la star NBA. Il sito sarà attivo nei prossimi giorni, mentre bisognerà aspettare l'11 dicembre per l'uscita della prima sneaker firmata da SC30. Ma non ci sarà solo basket: golf, running e linee dedicate al mondo sportivo femminile completeranno l'offerta di Curry Brand. Il target di riferimento è la fascia dei teenager, quella che più coinvolge civilmente e politicamente il fenomeno dei Warriors. Come sostiene lo stesso Curry "il brand collaborerà con organizzazioni e fornirà risorse di ogni tipo, nel tentativo di aumentare la partecipazione agli sport giovanili che qui ad Oakland è inferiore al 17% in alcune comunità svantaggiate". 

L'idea del progetto è nata cinque anni fa, ma si è concretizzata negli ultimi due, sia per volontà di UA - legata a Steph dal 2015 - sia per volontà del giocatore. L'impegno per le comunità si tradurrà in spazi sicuri in cui giocare, allenatori qualificati e iniziative per favorire la partecipazione sportiva. Nelle tante interviste rilasciate nelle ultime ore, il due volte MVP sottolinea la mission del nuovo marchio: "Vogliamo investire sullo sport, soprattutto facilitando la partecipazione dei ragazzini: posti, programmi, persone e prodotti, le chiamiamo le 4 P, sono i capisaldi attorno ai quali vogliamo costruire". 

Impossibile non collegare questa strategia di Under Armour a quella che nel portò Nike a lanciare un brand dedicato solo a Michael Jordan, lo stesso che oggi è capace di fatturare 3.5 miliardi dollari all'anno. Ma non è l'unico esempio del genere. Come lo stesso Curry ricorda a Sport Illustrated, anche Li-Ning aveva percorso questa strada creando un brand sfruttando l'immagine di Dwyane Wade nel 2012. Sono du esempi che hanno avuto risultati completamente opposti, con Jordan che Brand che dilaga in termini di volumi di vendita e fatturato, mentre il brand di Wade non ha avuto una vita così lunga e fortunata. Sarà, dunque, questo nuovo esperimento di mercato a dirci se è una mossa giusta per un brand dedicare un marchio e non una semplice linea al proprio uomo di punta.


L'ascesa di Curry, fatta di 2 titoli di MVP e 3 anelli NBA, è stata importante per la crescita di UA ed è ancora oggi l'ancora di salvezza nelle guerre delle sneakers contro Nike e gli altri competitor. Ma Steph non vuole emulare Jordan in termini di business, vuole provar ad andare oltre: "Michael è ovviamente lo standard su cui tutti vengono misurati, ma la verità è che vogliamo sviluppare Curry Brand in maniera diversa, in modo che rifletta di più la mia personalità e non quella di qualcun altro. Lo slogan 'We want to change the game for good' è accattivante, ma si tratta letteralmente di un impegno per la comunità".