Cosa non va nel video della Regione Lombardia e Ibrahimovic
C'entrano il timing e il contesto, ma anche la modalità
29 Ottobre 2020
La Regione Lombardia ha girato un video in cui Zlatan Ibrahimovic, parlando della sua personale esperienza con il COVID-19, spiega agli abitanti della regione quanto sia importante per un cittadino comune (un qualsiasi cittadino che non sia Zlatan, che invece è riuscito a "sconfiggere" il virus) utilizzare tutte le misure di sicurezza previste contro il virus. Un video molto semplice e minimale, che sembrerebbe tutto sommato sottintendere un messaggio di prevenzione positivo e corretto. Inoltre, non è certo un problema se la Regione Lombardia si affida a Zlatan Ibrahimovic per sensibilizzare verso le misure di prevenzione del Coronavirus - dopotutto, lo ha fatto anche il Governo con i Ferragnez e questo tipo di comunicazione agevola il messaggio per i più giovani.
Cos'è quindi che non funziona in questo messaggio? Principalmente il ritorno della retorica della guerra, della lotta al Coronavirus che deve essere sconfitto come fosse una partita o, peggio ancora, una battaglia, rievocando una dinamica che ci aveva già infastidito durante il lockdown: solo gli eroi escono immuni dal virus, sottintendendo una qualche sorta di debolezza per chi non riesce invece a superarla. Una retorica non solo fastidiosa, ma addirittura pericolosa se veicolata nel modo sbagliato. Ha poi davvero senso che Regione Lombardia perpetri lo stereotipo di Zlatan Ibrahimovic come intoccabile semi-dio? E' possibile che la narrazione bomberistica (e che, giustamente, funziona sui media ironici e goliardici) sia l'unica possibile per la comunicazione di un organo istituzionale? Tutto questo affidarsi al mito del maschio alpha e dei muscoli è veramente la soluzione estrema per salvarci da un lockdown? Probabilmente no, ma è singolare come un solo, brutto, video racconti non solo della capacità (limitate) di questo paese di fare sensibilizzazione ma anche di intendere il calcio e l'epica sportiva.