Che fine ha fatto Galex?
Il primo esperimento di autoproduzione tecnica che ha vestito il grande Perugia
04 Settembre 2020
Anno 1995. Mentre ai piani alti la Juventus tornava a vincere in Italia dopo 9 anni, mentre Gabriel Omar Batistuta esultava con il suo "mitra" per ben 26 volte e mentre il Milan abdica dal trono d'Europa dopo la sconfitta contro l'Ajax di Patrick Kluivert, ai piani bassi si lotta e si suda come sempre. In quello stesso anno l'iconico e controverso Luciano Gaucci costruiva le basi per portare in paradiso il suo Perugia Calcio. In dirigenza c'è anche il primogenito Alessandro, che a quei tempi svolge il ruolo di Amministratore Delegato. Contemporaneamente ai gol di Marco Negri, Gaucci junior fonda la Galex S.r.l. che sarà lo sponsor tecnico degli umbri fino al 2005. 10 anni di maglie incredibili ed iconiche, vestiti da giocatori di culto.
L'etimologia di "Galex" racconta tanto - se non tutto - della creatività del figlio di grande Luciano. Scomponendo il nome in due parti, la "G" sta per "Gaucci", mentre "alex" non è nient altro che il dimunitivo di Alessandro. Da un lato assistiamo alla prima forma di strategia di produzione tecnica "home made", dall'altro assistiamo a colpi di mercato come Hidetoshi Nakata e Milan Rapaić, due sconosciuti alla prima esperienza italiana che si sono rivelati poi grandi scoperte. In panchina il susseguirsi di nomi come Novellino e Galeone precedono l'era Serse Cosmi, in campo invece spiegano calcio giovani talenti come Materazzi, Gattuso, Grosso, Ravanelli, Max Allegri, Ze Maria, Di Livio, Giovanni Tedesco, Miccoli.
Il brand, intanto, sforna maglie cult una dopo l'altra. Il Grifo declinato in ogni salsa e in ogni tipo di design ha rivoluzionato per certi versi la staticità e gli standard italiani - nella personalissima lettera d'amore che nss sports ha dedicato alle divise del Perugia si possono vedere i migliori risultati. Nato a Perugia, sviluppatosi a Perugia e allargatosi poi a realtà come Ancona, Viterbese, L’Aquila, Catania e Sambenedettese. Nel giro di 10 anni alla linea calcistica è stata affiancata una linea sul basket, sul volley, sul nuoto e sul fitness, fino ad arrivare ad essere uno dei punti di riferimento del futsal.
Non solo la classica tonalità di rosso a rendere uniche ed iconiche le divise. Anche le divise away del Perugia sono diventate irresistibili e per più di 10 anni il centro storico della città umbra di popolava di maglie con il Grifo, anticipando i tempi in cui il mix tra streetwear e calcio è diventato di moda. Ma non è tutto ora quel ch luccica. La favola Perugia si è spenta di colpo, dopo il terribile crack delle società del Gruppo Gaucci nel febbraio 2006, quando Galex fallisce ufficialmente. Nel 2010, il marchio è stato rilevato all'asta fallimentare dalla Tecnosport Italia S.r.l. di Perugia, che da allora ne è il proprietario. Al di là di una parabola che è durata relativamente poco nel mondo del calcio, Galex è stata una sensazione bellissima.