I 10 font più brutti della serie A negli anni '10
Come rovinare una maglia in poche mosse
15 Maggio 2020
L’importanza che le maglie da calcio hanno assunto negli ultimi anni - sia per motivi di collezionismo, che per quanto riguarda il binomio calcio/moda - è ormai lampante ed è anche per questi motivi che gli sponsor tecnici stanno cercando di rendere riconoscibile ogni maglia prodotta per i club. Uno dei modi per rendere ''unica'' ogni jersey, nonché motivo di dibattito tra i football-nerd, è l'utilizzo di un font preciso e studiato, utilizzato sia per i caratteri che compongono il nome del giocatore che per le cifre del numero di maglia.
Dal prossimo anno anche in Italia - così come in come Premier, Liga e MLS - le squadre del nostro campionato applicheranno sulle proprie maglie un font standardizzato, una soluzione che non permetterà agli sponsor tecnici di osare - o quantomeno non a tutti, visto che le nostre compagini potranno comunque utilizzare font personalizzati per le competizioni europee - ma che conferirà a livello visivo un senso di maggior presenza da parte della Lega. Inoltre, questa scelta scongiurerà il pericolo di rivedere alcuni dei font più discutibili visti negli ultimi anni, difficili da digerire per la scarsa leggibilità, lo stile del carattere, la scelta cromatica, l’eterogeneità che dimostravano rispetto allo stile della maglia o per la combinazione di questi fattori. Si tratta di font che possono rischiare di complicare la vendita di quella che è la portata principale del merchandising di un club.
Palermo '12/'13
I rosanero passarono nel 2012 da Legea a Puma firmando un accordo importante che andava a nobilitare l'immagine delle provinciali del calcio italiano, reduce da un paio di stagioni negative. Il font utilizzato per questo biennio - che venne scelto anche per club importanti come il Borussia Dortmund - tenta di apparire moderno rivelandosi però solamente spigoloso.
Napoli '13/'14
I partenopei negli ultimi anni ci hanno abituato a scelte originali per lo stile delle maglie e dei font utilizzati nelle stesse. Nel 2013/2014 il carattere scelto è molto squadrato, Sans Serif, ed è caratterizzato dalla presenza di alcune fasce più scure al suo interno, finalizzate a fornire un senso di tridimensionalità alle scritte. Uno stile che non si sposa al meglio con il design delle varie maglie di quella stagione, soprattutto con l'allora tanto discussa jersey mimetica.
Chievo Verona '15/'16
Il font scelto da Givova per quest'edizione della maglia dei gialloblu è un Gothic eccessivamente graziato, che ne rende ancor più difficile la lettura dei nomi. Uno stile che dovrebbe richiamare quello utilizzato per scrivere ChievoVerona nello stemma della maglia dei clivensi che risulta solo eccessivamente complicato.
Sampdoria '16/'17
La scelta di un font Sans Serif molto regular non è da valutare necessariamente in modo negativo. In una maglia celebrativa come quella per i 70 anni del club sfoggiata dalla Sampdoria '16/'17, è coerente con il design e lo stile della jersey. In questo caso è l'assenza dei bordi a creare problemi: i numeri, interamente bianchi, vanno infatti ad intersecarsi con le linee orizzontali della maglia diventando così difficilmente leggibili. A volte può sbagliare anche chi disegna le divise per il ''club dalla maglia più bella del mondo''.
Milan '17/'18
Dopo 3 stagioni dove era stato utilizzato il carattere ''Milan'' per volere di Barbara Berlusconi - quello con cui è brandizzata tutta Casa Milan per intenderci -, i rossoneri optano per un restyling rivoluzionario ma non altrettanto convincente: i nomi e i numeri tornano ad essere senza bordi prendendo ispirazione dai caratteri di fine anni '80, peccato che non ci sia omogeneità di grandezza tra le i nomi (troppo piccoli) ed i numeri (troppo grandi).
Inter '16/'17
Probabilmente sono i cerchi concentrici della maglia che non rendono onore al font: fin dall'inizio della collaborazione con Nike, l'Inter ci aveva sempre abituati a look classici, per poi presentare all'inizio della stagione '16/'17 un kit con tanto giallo tendente al fluo, che non avrebbe nemmeno dato così tanto fastidio se non fosse stato riproposto ovunque sulla schiena; quell'anno infatti il back della jersey nerazzurra presentava nome, numero (enorme) e lo sponsor Driver. Esagerato.
Lazio '08/'10
La Lazio in questo biennio vede utilizzato sulle proprie maglie un carattere molto rotondeggiante che diventerà però difficilmente leggibile e pacchiano se mixato con i numeri di maglia. In più sulla prima maglia i nomi diventano quasi illeggibili perché il contorno nero è troppo sottile.
Udinese '12/'13
Un insieme di scelte sbagliate: già il lettering in Debussy Regular non è particolarmente leggibile su una maglia a righe, in più ci si mette un accostamento di colori al quanto discutibile; sulla - brutta - onda della maglia della Juventus 2007/2008, il colore del font usato sulle righe bianco nere è rosso, mentre sulla seconda e sulla terza maglia viene scelto un giallo fluo spento. Evitabile.
Fiorentina '12/'13
Il font scelto questa volta è un Old Letterpress Type Regular, che starebbe anche bene se la proporzione tra i numeri ed il lettering fosse più coerente. Ne escono invece dei numeri enormi ed un pò troppo ''schiacciati'' rispetto alle lettere piuttosto classiche che - nella versione away in rosso e bianco - non fanno neanche un bellissimo effetto. Joma si è distinta nel tempo per una serie di font minimal ma eleganti, compiendo pochi passi falsi nel design delle maglie delle squadre di provincia.
Novara '15/'16
Il carattere scelto per la stagione '15/'16 è un simil gothic in minuscolo che sulle maglie diventa irriconoscibile, non una scelta intelligentissima per un nucleo di giocatori cresciuto nelle serie inferiori e non conosciuto dal grande pubblico. Questo font ha dimostrato ancora una volta come non sia facile trovare il carattere giusto da utilizzare in minuscolo.