12th Man: il documentario sull'omosessualità nel calcio
I tabù nel calcio e i diritti della comunità LGBTQ+
27 Novembre 2019
Il numero di documentari sul calcio è cresciuto notevolmente nel corso degli ultimi anni, i club come Juventus o Manchester City li utilizzano per raccontare la stagione, altri come il Tottenham producono intere serie Tv, i registi sfruttano l'epica del calcio per ricordare partite o raccontare storie di leggende, come nel caso del recente "Maradona" di Asif Kapadia.
Sfruttando le possibilità narrative del cinema si allarga così il ventaglio di modi con la quale raccontare il calcio e di conseguenza anche i temi e i punti di vista. Proprio dalla possibilità di raccontare il calcio anche attraverso importanti tematiche sociali nasce "12th Man", il cortometraggio che racconta l'ambiente ultra maschile del calcio amatoriale scozzese attraverso la storia di Angus e Charlie, calciatori della squadra e innamorati l'uno dell'altro. Il corto è un alternarsi di sfide sportive e di lotte contro i pregiudizi nei confronti della loro omosessualità, raccontando dall'interno dello spogliatoio quello che ad oggi rimane uno dei più grandi tabù da sfatare nel mondo del calcio.
"12th Man", diretto da Caitlin Black e girato nello spogliatoio e con protagonisti i calciatori del Patrick Trhirstle (squadra della Championship scozzese), è un progetto realizzato per sostenere Stevewall UK, l'associazione in difesa dei diritti della comunità LGBTQ+ che proprio il 27 novembre festeggia il Rainbow Laces Day. L'iniziativa supportata in larga parte dal mondo dello sport, è stata appoggiata anche dalla Premier League, e come avvenuto nella scorsa stagione, anche nel prossimo weekend vedremo sui campi inglesi molti calciatori con i lacci delle scarpe arcobaleno.
Il film vuole abbattere così le barriere e la discriminazione di genere nel calcio, partendo da una storia inventata che è riflesso di una mentalità machista, abbandonata da molti sport ma non ancora dal calcio.