I calciatori più tamarri degli anni 2000
Un viaggio non necessario nei peggiori look di inizio millennio
04 Aprile 2019
“Il tamarro è sempre in voga, perché non è di moda mai”
Prendiamo in prestito le parole di J-Ax vergate in un capolavoro della musica italiana datato 1996 "Il Funkytarro", per dirvi cha abbiamo deciso, non essendocene minimamente la necessità, di fare un viaggio a Tamarreide e precisamente in quella di fine 2000, quando il livello di tamarraggine dei calciatori che calpestavano i verdi campi da calcio del nostro belpaese (ma non solo) era di un livello nemmeno paragonabile ad oggi.
Caro Bernardeschi che vai in giro con la gonna, non potrai mai giocartela con le sopracciglia di Fabrizio Miccoli, tu Neymar che sembri uscito da un video musicale di Alessio non raggiungerai mai i picchi di Mexes, tu Nainggolan non potrai mai toccare le vette dove ha avuto il coraggio di spingersi Antonio Cassano.
Eccoci pronti quindi a mettere in fila i calciatori più tamarri degli anni ’00.
FABRIZIO MICCOLI
Quello che ci ha sempre affascinato di Fabrizio Miccoli, partendo dai tempi della Ternana, passando per Benfica via Torino, era la sua classe pura, cristallina, quel talento che è soltanto di pochi, di pochissimi. Quella capacità di toccare il pallone come faceva un altro gigante del calcio di tutti i tempi, "O Baixinho" Romario. Chiamato il "Romario del Salento" viste le sue origini salentine - Fabrizio è nato a Nardò in provincia di Lecce - stavolta lasciamo da parte i dribbling ubriacanti e il tiro potente e preciso e mi concentro sul look di Fabrizio Miccoli. Quei diamanti alle orecchie, quel tatuaggio sul collo che raffigura il bacio di sua moglie impresso sulla sua pelle ad imperitura memoria, ricordo anche un piccolo briccolo incastonato nei denti ma potrei sbagliarmi. Unico.
Il suo tratto distintivo però erano le sopracciglia. Tutto ciò che è umanamente disegnabile su un sopracciglio, lui lo ha provato. A zig zag, a ciuffettini, una si e una no, entrambe; Fabrizio Miccoli ha fatto delle sue sopracciglia un marchio di fabbrica. Non potevamo esimerci dal farlo rientrare di diritto tra i calciatori più tamarri di fine 2000. Grazie Fabri’!
PHILIPPE MEXES
Che campione. Fuori dal campo non aveva rivali, ebbe a dichiarare in un’intervista a France Football:
"Look atipici? Ma facevano parte di un personaggio. In Italia ho vissuto passione, amore e odio. A Roma come a Milano."
Non so a quale personaggio facesse riferimento Philippe ma una cosa è certa, quel personaggio era un tamarro coi fiocchi! Qui davvero non riesco ad aggiungere parole per definire: magliette rosa con scolli vertiginosi abbinate a jeans chiari, rovinati con tasconi e a vita bassa. Borselli di dubbio gusto che farebbero e fanno rabbrividire e poi per chiudere, posa da Backstreet Boys con canotta bianca molla delle mutande (e che mutande) in bella vista e jeans brutto, ma brutto fortissimo.capelli costantemente bagnati e spessimo tenuti con una sorta di “tuppo” di napoletana memoria, Philippe Mexes ci ha deliziato fino a quando ha deciso di smettere con il calcio e dedicarsi a vita privata nel 2016 ma a me sembra già passata una vita.
ANTONIO CASSANO
A prescindere da tutto quello che Antonio Cassano ha potuto combinare dentro e fuori dal campo, c’è un momento preciso che ha fatto fare ad Antonio di Bari Vecchia il definitivo salto di qualità nell’ascesa verso il gota dei tamarri. Siamo nel gennaio del 2006, Cassano ormai in rotta con la Roma - in scadenza di contratto rifiutò il rinnovo a 3,2 milioni di euro annui - dopo tre anni in giallorosso Antonio sbarca a Madrid e si accasa al Real dei Galacticos dopo una sessione estiva di mercato alquanto infuocata. Arrivò all’aeroporto con una quantità di valigie spropositata, accompagnato dalla sua fidanzata dell’epoca, Rosaria Cannavò, indossando una felpa bianca, una giacca di pelle con pellicciotto abbastanza inguarabile e gli immancabili orecchini di diamanti.
Ma il capolavoro arrivò alla presentazione ufficiale alla stampa al Santiago Bernabeu con Emilio Butragueno. La giacca che scelse per la giornata più importante della sua vita resterà immortale: non credo ci sia bisogno di descriverla, la conoscete tutti, è semplicemente la giacca col pelo più brutta della storia. Riaffiorirà nella nostra mente e nei nostri cuori ogni volta che sentiremo pronunciare il nome di Antonio Cassano. Chiudiamo il capitolo su FantaAntonio con le parole pronunciate dal lui stesso in chiusura di presentazione: "Muchas gracias, hala Madrid!". Ma grazie a te Anto’!
RICARDO QUARESMA
Qui in redazione quando si parla del Trivela, si fermano gli orologi. Siamo tutti innamorati persi di Ricardo Quaresma e la sua "sobrietà" è uno dei motivi per i quali lo amiamo così tanto. Quaresma è un caleidoscopio di emozioni, colori, tagli di capelli che definire estremi è un eufemismo e outfit ai limiti della legalità. Come fare a non amare la "piuma dorata" intarsiata nei suoi capelli o i pantaloni bianchi strettissimi che sfoggia molto spesso. Ma anche le scarpe che indossa sono un capolavoro, insomma Ricardo Quaresma è un idolo, il nostro idolo qui a Tamarreide.
ABEL XAVIER
Qui però dobbiamo fermarci un attimo e riflettere. Lo standard raggiunto dalle acconciature sfoggiate dal’ex giocatore portoghese e attuale allenatore del Mozambico è impossibile da replicare per qualunque essere umano sul globo terraqueo. Abbiamo avuto la fortuna di vedere e ammirare Abel Xavier in Italia in due fugaci apparizioni: la prima a Bari nel 95/96, la seconda a Roma nel 2004/2005. Sulle prestazioni in campo diciamo che possiamo soprassedere ma invece quello che riusciva a fare con il suo crine valeva il prezzo di due biglietti non di uno soltanto. Il ritiro dai campi è arrivato nel 2009, si è convertito all’islam e ha cambiato nome: chiamatelo Feisal. Qui di seguito una carrellata di meraviglia. Prego.
FRANCESCO COCO
Non ci sarà immagine più iconica di quella di Francesco Coco e Manuela Arcuri insieme belli e tamarri che vanno al mare. Francesco ha una canottiera marrone attillata che oserei definire terrificante abbinata ad un costume piccolissimo e una fascia per capelli a mo' di collana. L'apoteosi del tamarro potremmo definirla, Francesco ha costellato la sua vita e la sua carriera di scelte discutibili sia da un punto vista estetico - come per esempio quando sfoggiò un completo bianco scegliendo una maglietta (sempre bianca) con scollo alla Mexes per un'uscita pubblica sempre con la Arcuri - che da un punto di vista professionale al di fuori del calcio: nell'estate del 2007 è stato responsabile delle pubbliche relazioni del Billionaire a Porto Cervo e a settembre partecipò all'Isola dei Famosi abbandonata soltanto dopo poche settimane per non ben precisati "motivi personali". Ah, nel 2017 ha lanciato un suo brand di calzini. Francesco Cono è stato un'icona di Tamarreide e noi lo celebriamo. Viva Coco!
DJIBRIL CISSÉ
Dato che il tema "calciatori tamarri e dove trovarli" ci ha sempre affascinato, un po' di tempo abbiamo dedicato un articolo intero a quel prodigio che risponde al nome di Djibril Cissé. Vi rimando a quell'articolo per approfondire meglio quanto il sommo Djibril sia forse il giocatore più eclettico e tamarro della storia dell'universo. Qui di seguito una serie di outfit del nostro arbiter elegantiae per darvi l'idea di ciò che un essere umano può arrivare a fare messo di fronte ad un guardaroba, e che guardaroba. Un mito assoluto chiude questo nostro viaggio nella Tamarreide degli anni 2000, è stato bellissimo ma come tutti i viaggi che ti lasciano qualcosa forse è meglio non tornarci più per evitare di restare delusi. Buon rientro a casa.