Chi avrebbe meritato il Pallone d'Oro se Cristiano e Messi non fossero esistiti?
Da Griezmann a Rooney, più grandi sconfitti delle ultime edizioni del Pallone d'Oro
03 Dicembre 2019
L'era Ronaldo-Messi sembrava essersi interrotta, la vittoria di Modric dello scorso anno sembra invece aver caricato ancora di più i due extraterrestri, che hanno concluso una stagione per diversi motivi deludenti ma altrettanto esaltanti. Leo ha vinto il suo sesto Pallone d'Oro, sollevando le critiche di chi avrebbe preferito una vittoria di Virgil van Dijk - secondo davanti a Cristiano e ai due compagni di squadra Sadio Mane e Mohamed Salah -, la verità però è che non ci sono criteri per definire chi sia più meritevole e nonostante in questi anni sia Ronaldo che Messi abbiano alzato l'asticella a un punto di non ritorno, in alcune annate il verdetto non era poi così scontato.
Altri calciatori hanno vissuto stagioni gloriose, sprazzi di classe misti a fortuna, ma proprio per la loro unicità meritevoli di rimanere impressi nella storia del calcio.
Ragionando per assurdo seguendo il più classico "cosa sarebbe successo se", ci siamo chiesti quali calciatori avrebbero meritato di vincere il Pallone d'Oro se Cristiano Ronaldo e Leo Messi non fossero mai esistiti, dal 2008 al 2019.
2008 - Wayne Rooney
Il primo anno in cui Cristiano Ronaldo vince il Pallone D'Oro è stata la grande stagione del Manchester United, una squadra solidissima, fatta da giocatori esperti, fisici e dominanti in tutte le zone del campo, con Rooney perfetto esecutore, rifinitore e uomo di fatica, la vera anima di una squadra oltre che talento meraviglioso. A fine anno arriverà ad alzare la Champions League e la Premier League, in entrambi i casi davanti al Chelsea. Alternativa nostalgica e consolatoria va a John Terry, scivolato sul rigore decisivo nella finale di Mosca e capitano dei Blues. Alternativa, El Nino Torres, decisivo nella finale dell'europeo vinto dalla Spagna e micidiale con il Liverpool.
2009 - Carles Puyol
Con la prima Champions vinta dell'era Guardiola il Barcellona iniziò un dominio incontrastato e Messi a mettere le mani su un premio che per 4 anni non mollerà più. Il Pallone d'Oro l'avremmo dovuto dare a Pep, per l'intelligenza con cui ha cambiato le regole del gioco, ma il tiki taka è una macchina perfetta resa possibile da 11 ingranaggi collaudatissimi, e uno di questi era Charles Puyol. Il simbolo e capitano del Barcellona sembrava estraneo in quel insieme di tecnica e visione di gioco; lui ancora vecchio stile, duro e poco estetico rispetto ai suoi compagni, ma simbolo di quel rigore e rispetto che descrive perfettamente la filosofia Blaugrana.
2010 - Diego Milito
Entriamo nel penale, il 2010 ha visto uno scippo in piena regola. Il colpevole è Leo Messi, la vittima: Diego Milito, campione di tutto con l'Inter del triplete e decisivo in ogni finale. L'eccezionalità di questa stagione, forse anche fortunata per l'attaccante, è la vera ragione per cui El Principe doveva vincere quel premio. In alternativa, per chi crede che nell'anno del Mondiale debba essere premiato un protagonista della manifestazione, c'era Wesley Snejder, assoluto protagonista con l'inter e secondo a Sudafrica 2010 dietro alla Spagna.
2011 - Andres Iniesta
Si discute spesso sulla forma fisica dei calciatori nell'anno che segue i Mondiali, un discorso che non sembra aver interessato i giocatori della Spagna, in particolare Iniesta, che nel 2011 vince 6 trofei con il Barcellona tra cui una Champions League giocata come fosse la partitella del giovedì contro la primavera. L'impressione che dava Don Andres è che fosse tutto così elementare, vero cervello del Barcellona e per questo altro derubato illustre di un Pallone D'Oro.
2012 - Didier Drogba
Meravigliosamente, incredibilmente Drogba. Un anno da leone per l'ivoriano, mette le mani su una Champions League nella quale ci si sarebbe aspettati di veder uscire il Chelsea ai gironi, con un allenatore alla primissima esperienza ma con una rosa di giocatori arrivati alla piena maturazione. Gol al 90esimo contro il Bayern in finale, Massimo Marianella che dichiara amore all'11 dei Blues e rigore decisivo. Un trascinatore, unico rimasto appeso all'impresa fino alla fine, insieme a Lampard.
2013 - Arjen Robben
Probabilmente il premio l'ha dribblato lui senza nemmeno accorgersene, rientrando sul mancino e tirando un missile sul secondo palo. Nel 2013 vince tutto, decisivo in finale di Champions League e in BundesLiga, domina con una squadra schiacciasassi con la quale era francamente più difficile perdere che vincere, regalandoci l'anno migliore della sua carriera e un manuale di come dovrebbe essere un perfetto esterno alto.
2014 - Philipp Lahm
Che poi a dirla tutta siamo anche un po' stufi di vedere vincere solo attaccanti. E se lo vincesse un terzino? Si nel 2014 forse l'avrebbe vinto un terzino, campione del mondo a Rio 2014, da capitano. L'impressione di essere così in controllo degli avversari pur essendo fisicamente inferiore è il vero motivo per cui Lahm ha rappresentato per tanti anni l'interprete perfetto in quella zona di campo. Vince il mondiale e lascia la Nazionale, un premio meritatissimo.
2015 - Carlos Tevez
La Juve nel primo anno di Allegri vince il suo quarto Scudetto consecutivo, la Coppa Italia e raggiunge la finale di Champions, in cui viene sconfitta dal Barcellona. In una Juventus timida e forse non ancora consapevole del proprio potenziale, l'apache era il vero uomo di esperienza internazionale, trascinatore emozionale, arrivato forse all'ultimo canto del cigno prima di tornare dal suo vero amore: il Boca Juniors.
2016 - Antoine Griezmann
Suona come un premio di consolazione vista l'annata 2016 di Antoine Griezmann, sconfitto ai rigori in finale di Champions League a San Siro contro in Real Madrid, dopo averne stampato uno contro la traversa nei minuti regolamentari. Come se non bastasse perde in finale anche l'Europeo, nel quale la sua Francia era stra favorita contro il Portogallo. Se davvero non ci fosse stato Cristiano a rovinargli la stagione, nel 2016 il Pallone d'Oro sarebbe stato suo.
2017 - Gigi Buffon
Questa fanta classifica ci permette di fare quello che France Football tende a fare poco spesso, ovvero dare premi alla carriera. In questo caso Gigi Buffon penso se lo sarebbe potuto meritare. Ancora una volta Campione d'Italia da protagonista, dimostrando una forma fisica e una personalità unica, schiantatasi contro i quattro gol del Real Madrid, dopo averne subito solo uno in tutta l'edizione della Champions. Ci tocca ripeterlo, se non ci fosse stato quell'altro, Buffon avrebbe alzato la coppa, e forse ottenuto questo premio.
2019 - Virgil van Dijk
La statistica degli zero dribbling subiti in una intera stagione è abbastanza esemplificativa del dominio tecnico e fisico del centrale del Liverpool. Dopo la finale di Champions League persa nel 2018 alza la coppa con i Reds e arriva a sfiorare la vittoria in Premier perdendo solo una partita durante tutta la stagione. La sua personalità in campo è la stessa della squadra di Klopp, così come quella dell'Olanda di cui è capitano, una squadra giovane e solida. VVD avrebbe meritato forse, come giocatore più dominante sotto tutti i punti di vista.