Breve dizionario del mercato NBA
La guida perfetta per destreggiarsi tra “salary cap”, “player option”, “free agent” e "luxury tax"
27 Giugno 2018
Abbiamo imparato ad avere una certa confidenza e dimestichezza con la terminologia tipica del calciomercato nostrano. Ormai quando sentiamo parlare di “prezzo del cartellino”, di “bonus”, di “plusvalenza” o di “clausola rescissoria”, sappiamo a grandi linee di cosa si stia parlando. Le cose prendono una piega diversa quando ci spostiamo dall’altra parte dell’oceano e ci tuffiamo nel magico mondo del mercato dei free agent NBA. Sentiamo parole come “salary cap”, “player option”, “restricted free agent”, “luxury tax” e tante altre. Tranquilli, siamo qui pronti a venirvi in soccorso e a darvi un’infarinatura per capirci più di qualcosa.
Le danze del “mercato” NBA apriranno il 1 Luglio e, come immagino sappiate, molta dell’attenzione verrà rivolta a ciò che deciderà di fare sua maestà LeBron James. Resterà a Cleveland? Andrà ai Lakers (squadra che nella prossima stagione avrà ampio margine di manovra da un punto di vista di spazio salariale, per esempio)? Accetterà di farsi allenare davvero per la prima volta e andrà agli Spurs di Greg Popovich? Lo scopriremo solo vivendo come cantava Lucio Battisti, ma concentriamoci su alcune espressioni che sentirete di sicuro dal 1 Luglio in poi se seguite un minimo la NBA.
Free Agency
Partendo dal presupposto che non esiste il concetto di cartellino e che quindi nessuna squadra “possiede” un giocatore, la Free Agency è la pietra angolare attorno alla quale si muove l’intero sistema dei contratti dello sport professionistico americano. Una volta scaduto il contratto che lega un giocatore ad una franchigia, non c’è nessun vincolo che leghi in alcun modo lo stesso giocatore con la squadra alla quale ha prestato i suoi talenti fino al giorno prima della scadenza. Un giocatore free agent, quindi, può ricevere offerte da chiunque. Esistono due tipi di Free Agency stabilite dal contratto collettivo, Restricted (RFA) e Unrestricted (FA). La differenza è molto semplice, nel primo caso il giocatore può firmare un contratto di massima con un’altra franchigia, ma la squadra corrente può pareggiare l’offerta entro quindici giorni e tenersi il giocatore. Nel secondo caso c’è la massima libertà da parte del giocatore (FA) nel firmare con qualsivoglia squadra, l’importante che questa abbia spazio salariale a sufficienza per metterlo sotto contratto.
Salary Cap
Tetto salariale per l’appunto, ovvero quanto una franchigia può spendere in una stagione per i contratti dei giocatori che ha a roster, cioè sommando tutti i contratti di tutti i giocatori. Per la stagione 2018/2019 il tetto sotto il quale tutte le squadre NBA dovranno sottostare è stato fissato a 101 milioni di dollari. Questo cap viene definito soft in quanto le squadre possono sforarlo per “rifirmare” i propri giocatori, naturalmente rispettando tutta una serie di regole.
Luxury Tax
Nel caso in cui una franchigia superi la soglia dei 101 milioni (tetto della stagione che verrà) è bene che stia attenta ad un altro limite nell’accumulare contratti, la Luxury Tax. Per la prossima stagione questa soglia è di 123 milioni di dollari. Nel caso in cui la somma di tutti i contratti superi questo tetto, la franchigia che si trovasse in questa determinata condizione dovrà pagare alla lega una “tassa di lusso”, così chiamata, che poi la stessa NBA ridistribuirà a tutte le squadre “virtuose”, ovvero a quelle che restano sotto il cap. Questa tassa viene calcolata in base allo sforamento, dato che esistono varie fasce che comportano il pagamento di una cifra che va da 1.50 ai 3.75 dollari per ogni dollaro speso in più rispetto al budget stabilito annualmente dalla lega.
Sign-and-Trade
Questa formula permette ad una franchigia di rifirmare un proprio free agent a cifre più alte rispetto al contratto esistente, per poi cederlo immediatamente ad un’altra. Questo per evitare di perdere un giocatore “a zero”, ovvero senza nulla in cambio. In questo modo, invece, la squadra in questione potrà “alleggerire” il proprio monte ingaggi e ricevere in cambio giocatori o scelte future al draft.
Player Option
La possibilità da parte di un giocatore di accettare o meno un contratto già stabilito per la stagione successiva. Nel caso il giocatore decidesse di non accettare - "opt out" - diventerebbe in automatico free agent e quindi libero di accordarsi con chiunque.
Team Option
Stesso concetto della "Player Option", ma la scelta viene effettuata dalla squadra e non dal giocatore.
Massimo salariale
Equivale al massimo contrattuale che può essere offerto ad un free agent e varia rispetto alla sua permanenza nella lega. Per esempio, da 0 a 6 anni di militanza il massimo salariale sarà pari al 25% del Salary Cap, da 7 a 9 anni al 30%, se invece un giocatore supera i 10 anni di NBA il massimo salariale sarà equivalente al 35% del Cap. Per esempio, nel caso LeBron restasse a Cleveland sfruttando la Player Option, arriverebbe a guadagnare 35,6 milioni di dollari.
Sperando di esservi stati utili, vi rimandiamo all'inizio di Luglio, quando molte di queste espressioni saranno all’ordine del giorno e voi non sarete del tutto impreparati. Buon “mercato” a tutti!