Calciatori & superstizioni
Breve storia dei migliori riti propiziatori sui campi da calcio
19 Novembre 2018
Chi disse: "Preferisco avere fortuna che talento", percepì l'essenza della vita.
(Match Point, 2005)
Per diventare un calciatore, e poi per diventare un campione, serve il talento, il lavoro costante e un'ottima dose di fortuna. Ogni cultura, popolo e religione ha questa strana convinzione che anche la fortuna possa essere allenata, o come una divinità, assecondata e onorata con piccoli e personali riti. I calciatori non fanno certo eccezione e qui ho raccolto i miei preferiti, storie a metà tra la leggenda e la verità, poco giornalismo e tanta fantasia.
Laurent Blanc
Il difensore francese prima di ogni partita baciava la testa pelata di un suo compagno. Quando giocava in Nazionale il suo preferito era Fabien Barthez.
Portieri pazzi I, Thibaut Courtois
Thibaut Courtois and his ritual during Belgian anthem pic.twitter.com/5bnrYUE5bu
— nss sports (@nss_sports_) 24 gennaio 2018
C'è una letteratura sconfinata che spiega gli squilibri mentali che bisogna avere per essere un buon portiere, che ovviamente si riflettono anche nei riti prepartita. Il portiere del Chelsea ha un suo personalissimo rito durante l'inno nazionale belga: strofinarsi il mento mentre lo inquadra la telecamera.
Portieri pazzi II, Iker Casillas
Da buon spagnolo, Iker è pieno di manie e riti legati ai guanti, i le maniche e i calzini. Il più creativo è sicuramente quello di tracciare prima di ogni partita una linea che divide in due la sua area.
Portieri pazzi III, Roman Burki
Decisamente il rito più fastidioso di tutti: toccare la palla prima l'inizio del match, in ogni caso, in ogni modo.
John Terry
JT - ai tempi del Chesea - ne aveva ben tre di riti. Per prima cosa ascoltava sempre lo stesso CD (Usher, se è My Boo va bene altrimenti male John) e sedeva sempre nello stesso posto del bus che portava la squadra allo stadio. Negli spogliatoi, poi, si legava per tre volte una fascia adesiva attorno alle caviglie e, per concludere, doveva essere l'ultimo a fare la pipì.
Gary Lineker
Pare che l'attaccante inglese non tirasse in porta nel riscaldamento pre-partita per non bruciare nessuna cartuccia. Idolo.
I blasfemi: Trapattoni e Tardelli
Il primo è passato alla storia perché benediceva il campo con qualche goccia di acqua santa prima di ogni partita. Il secondo invece ha vinto il mondiale del '82 con un santino sotto a uno dei parastinchi.
Fenomeni: Cristiano, Messi e Ronaldo
I primi due condividono l'ossesione per essere l'ultimo giocatore della squadra ad entrare sul terreno di gioco (tranne quando sono capitani delle rispettive nazionali). Ronaldo - il fenomeno - ha invece lanciato la moda/superstizione di entrare sul terreno di gioco con il piede destro.
Accessorio scaramantico più bello: la fascia sotto ginocchio di Juan Sebastian Veròn
Scordatevi tatuaggi, orecchini o braccialetti. L'accessorio scaramantico più cool di sempre era la fascia sotto il ginocchio di Juan Sebastian Veròn. La iniziò ad usare per non far ballare troppo la rotula, ma poi divenne una componente fissa del suo outfit.