Ruben Loftus-Cheek è speciale
Andiamo alla scoperta di uno dei più brillanti giovani promesse del calcio inglese
23 Gennaio 2018
Il 2017 è stato senz’altro l’anno dell’exploit dell’Inghilterra: la Next Generation è riuscita a vincere con merito il campionato del mondo Under 17 e quello Under 20, più l’Europeo Under 19. Il coraggio di alcune scelte ed lavoro delle academies svolto negli ultimi anni hanno finalmente dato i primi frutti, e all’orizzonte il futuro sembra mai così promettente. Dele Alli e Tammy Abraham, hanno rubato le copertine dei giornali e le bacheche Facebook dei ragazzini inglesi, ma accanto a loro un po' più nascosto nonostante il suo metro e novanta c'è un giocatore speciale di cui si è ancora parlato poco: Ruben Loftus-Cheek. Classe 1996, dopo aver fatto tutta la trafila con le giovanili del Chelsea quest’estate ha lasciato per la prima volta i Blues in prestito annuale al Crystal Palace, così, senza allontanarsi da Londra, potrà finalmente giocare il più possibile e meritarsi il ritorno a Stamford Bridge. Loftus-Cheek ha fatto già innamorare di se talent scout e normali amanti del calcio giovanile sin dagli anni trascorsi nel Chelsea Youth, di cui per anni è stato il pilastro. Questa formidabile ripartenza contro i parità dello Stoke City, datata settembre 2014, ci fa capire perché ai tempi era già considerato il giocatore più interessante.
La stagione della prima svolta è stata quella 2014/2015: l’esordio in Champions League sul finale della gara contro lo Sporting, poi la vittoria della Youth League, sconfiggendo in finale lo Shakhtar Donetsk. Loftus-Cheek ha progressivamente iniziato a prendere confidenza con la prima squadra fino a quando, nel 2016, è arrivato il primo gol in assoluto con i Blues, in occasione della gara casalinga di FA Cup contro lo Scunthorpe.
Nell’anno della vittoria dello scudetto, con Antonio Conte in panchina, Loftus-Cheek ha trovato pochissimo spazio nonostante una rosa non esattamente profonda per l'ostinazione dell'allenatore italiano a giocare sempre con gli stessi effetttivi e i suoi limiti nel far crescere i giovani. Ma nel frattempo è arrivato un titolo con la Nazionale inglese Under 21 al Torneo di Tolone, un gol nella finalissima contro la Francia ed un importante riconoscimento, quello di Player of the Tournament.
Con una fisicità del genere Loftus-Cheek parte sicuramente avvantaggiato rispetto a tanti coetanei, ed i suoi progressi non sono sfuggiti agli addetti ai lavori. Hoddle lo ha paragonato a Ballack, Sherwood ad una Rolls Royce, anche Gullit e Lampard hanno parlato molto bene di lui pubblicamente in passato. Per le sue lunghe leve, la sua progressione centrale capace di spaccare le difese e la sua intelligenza tattica non indifferente non è una bestemmia paragonarlo a grandi interpreti del ruolo come Pogba e Matic. Nella stagione in corso ha iniziato alla grande, diventando un punto fermo della squadra allenata da De Boer prima e da Hodgson poi, fornendo grandi prestazioni contro Liverpool e Manchester City nonostante il mediocre apporto dei compagni di squadra.
Ruyd Gulit analyses Loftus Cheek. Absolute gem we have in our hands. pic.twitter.com/mPFTHSrrTV
— Mediocre Ambition FC (@Sanzidulm) 21 agosto 2017
E’ bastato davvero poco per convincere Gareth Southgate a chiamarlo in Nazionale maggiore: a novembre Loftus-Cheek ha quindi esordito a Wembley in amichevole contro la Germania con la numero dieci sulle spalle, risultando il Man of the Match secondo le elaborazioni di Whoscored. Il numero ai danni di Sanè e Halstenberg è diventato subito un must watch. Poi sono arrivati i primi bonus che hanno fatto felici gli allenatori che hanno puntato su di lui al FPL: un gol allo Stoke e tre preziosi assist.
Il resto è storia dei nostri giorni, purtroppo triste. Nell’ultima gara del 2017, in casa contro l’Arsenal, Loftus-Cheek ha rimediato un infortunio alla caviglia all’apparenza di poco conto, e che invece potrebbe costringerlo all’intervento chirurgico e, chissà, a saltare i prossimi Mondiali. Nel frattempo, i tifosi del Chelsea lo aspettano a braccia aperte, cercando di farsi una ragione del fatto che si è deciso di puntare su Bakayoko, Drinkwater e Barkley in mediana, rinunciando alla verve del loro talento locale.