Kobe's Hunger Games
Kobe Bryant non ce le fa a stare a casa a rilassarsi e lancia le #mambamentality changelles a Kendrick Lamar, John Wall e Alysson Felix
30 Agosto 2017
Che Kobe Bryant si sarebbe annoiato molto facilmente dopo essersi ritirato non era difficile da prevedere. Il Mamba è uno dei più grandi animali da competizione che lo sport mondiale abbia mai visto e la noia della lontananza dai parquet NBA sarà sempre dura da sconfiggere per lui. Già durante la sua carriera Kobe era solito lanciare sfide anche verso i propri compagni, così l’ex stella dei Lakers ha deciso di portare la propria vena competitiva ad un livello superiore. In occasione del lancio delle sue nuove Nike Kobe A.D. - disponibili in 5 colori - l’ex campione NBA ha lanciato una serie di sfide denominate #mambamentality changelles:
L'idea è molto semplice: per ognuna delle cinque edizione delle scarpe, Kobe ha pubblicato una foto sul proprio profilo Instagram con una parola di riferimento - Fearless, Honestly, Detached, Passion e Optimism - e ad ognuna corrisponde una sfida lanciata a celebrità statunitensi dello sport e dello spettacolo. Dopo le prime cinque però qualcuno si era offeso di non esser stato tirato in ballo e il buon Kobe ne ha lanciate due extra per John Wall e Giannis Antetokoumpo.
La prima sfida ufficiale è “Fearless”, per Isaiah Thomas. Kobe gli ha chiesto di essere nominato nel primo quintetto All-NBA dopo la prossima regular season. Il folletto approdato a Cleveland nella clamorosa trade con Kyrie Irving, dovrà disputare una stagione migliore di almeno tre giocatori tra Westbrook, Curry, Harden e proprio Irving. Un’impresa titanica, ma se c’era un giocatore pronto a sfidare i titani quello era proprio Thomas.
Kobe invece non si risparmia neanche vagamente su Giannis Antetokounmpo: the greek-feak deve vincere l’MVP, difficile ma non impossibile. Più semplice la sfida per John Wall, che ha accettato immediatamente: primo quintetto difensivo NBA con i suoi Washington Wizards. Wall ci è andato vicino nel 2015 quando è entrato nel secondo quintetto difensivo NBA, ma con i suoi margini di miglioramento può diventare una sfida alla portata.
1st team all defense https://t.co/zbee5KUe6h
— Kobe Bryant (@kobebryant) 27 agosto 2017
Ben più interessanti invece sono le proposte che Kobe ha mosso a DeMar DeRozan e Kendrick Lamar. La simbiosi con i Lakers ha raggiunto un livello tale che spesso ci si dimentica che Kobe Bryant è di Philadelphia, una città che spesso gli è stata ostile, e la prova per DeMar DeRozan non fa che confermare ed accrescere questa simbiosi: apostrofando con “Honesty” il Black Mamba ha chiesto a DeMar DeRozan di riallacciare i rapporti con un qualsiasi amico d’infanzia di Compton, posto dove la stella dei Raptors è nato e cresciuto. Senza dimenticare che le sfide del Mamba sono una sofisticata e pregevole trovata pubblicitaria, è apprezzabile il fatto che Kobe abbia riportato attenzioni mediatiche verso Compton, California. In particolare DeRozan è legato alla storia violenta della città: anni fa prese la vita in una sparatoria Lemar a soli 20 anni - che sarebbe stato lo zio di DeMar - e la madre decise di usare un insolito nome per il figlio per onorare la memoria del suo fratello minore.
Nella sfida “Detached” Kobe chiede a Kendrick Lamar e alla sua etichetta Top Dawg Entertainment (TDE) di stilare il programma di studio di musica della Centennial High School, nel Montana. La strada di Kendrick si intreccia nuovamente con l’NBA ed il compito del greatest rapper alive è molto ambizioso ma sarà risolto agevolmente. Quando si tratta di tramutare una debolezza in forza Kendrick Lamar è semplicemente superiore a tutti così come quando, più in generale, bisogna essere da esempio per qualcuno:
Per la sfida “Passion”, Kobe invita la campionessa olimpica Allyson Felix ad allenare i velocisti per i prossimi Giochi Olimpici Speciali, ovvero la competizione riservata ad atleti intellettivamente disabili. L’ultima mambamentality challenge è la sfida “Optimism” per Richard Sherman, quarterback dei Seattle Seahawks. La prova prevede che Sherman stabilisca il nuovo record stagionale di intercetti (specialità nel quale è già tra i migliori della NFL) per la sua squadra. Considerando che entrambi questi atleti sono di Los Angeles e che Sherman, oltre ad essere cresciuto a Compton, condivide con Thomas il destino da underdog il cerchio si può dire chiuso: il progetto del n°24 è originale e sensato, pensato per una comunità e mirato a rafforzare una cultura sportiva di cui Bryant rimarrà per sempre protagonista.