Alieni tra gli umani
Barcellona-PSG ha confermato quello che già sospettavamo, i blaugrana sono di un altro pianeta
11 Marzo 2017
Finisce la partitella finale degli allenamenti, io vorrei giocare ancora qualche minuto ma si decide di andare dritti in doccia. Domani si lavora e poi siamo ancora in tempo per il secondo tempo delle partite di Champions League. Entriamo nello spogliatoio e ognuno di noi, io per primo, va a vedere i risultati: Barcellona 3 - Paris Saint Germain 0.
La prima cosa che penso è che questi qua sono inumani, sono di un altro pianeta, sono finti, che ci stanno prendendo sonoricamente per il culo e che in realtà stiamo guardando un film di commedia italiana, un episodio di Fantozzi dei giorni nostri. Invece no, è tutto vero. Incredulo mi faccio trasportare dalle emozioni, un mio compagno ha giocato il 4-0 fisso e primo marcatore Suarez, manca poco per la realizzazione di un piccolo sogno.
L’acqua calda della doccia mi scivola sul viso e penso a come si devono sentire i giocatori del PSG. Inermi, eppure, penso, basterebbe un solo gol per portare a casa la qualificazione, basterebbe un solo fottutissimo gol. Esco dalla doccia, ricontrollo il cellulare: 3-1, Cavani. È finita. Mi vesto, saluto tutti, esco, entro in auto, accendo Radio Sportiva che sta commentando il bel gol del Matador e già pensa ai quarti di finale.
L’ospite di turno crede che il PSG possa arrivare lontano, che il Barcellona abbia la pancia piena e che Luis Enrique non veda l’ora che questa stagione sia terminata. Spengo. Metto su l’ultimo disco di Liga che mi accompagna fino a casa e sulle note di “È venerdì e non mi rompete i coglioni” mi arriva un messaggio che recita: "Pazzesco".
Mi fermo, parcheggio. Lo riguardo ma non capisco. Salgo, mangio, accendo la televisione. Non ho Premium e quindi Telelombardia è una manna dal cielo. Leggo sullo schermo: Barcellona 6 - Paris Saint Germain 1. Ripenso a quando ero sotto la doccia e pensavo bastasse un solo gol. Non è vero, con questi qui non si scherza. Cavani poteva farne un altro e invece.
Ora capisco a cosa si riferiva il messaggio, ora capisco tutto e capisco che noi, tutti noi, non capiamo nulla. Non è possibile, penso. Mi immedesimo per un attimo nella gioia dei catalani e l’ attimo nella delusione, nella tristezza, nello sconforto dei parigini che all’andata avevano capovolto il mondo per un secondo e penso: esatto, un solo secondo perché questi qui sono inumani. Questi qui sono cosa altra.
E non inventiamoci favoritismi, non inventiamoci cose strane, lobby sportive mondiali, super poteri amministrativi. Non esiste nulla di questo tipo. Esiste solo un club che ha dimostrato ancora una volta di essere più di un club, formato da gente diversa, da qualcosa che noi umani non possiamo capire. E diciamoci la verità noi viviamo per questo. Noi amiamo il calcio, lo sport, per queste cose qua, per questi miracoli. Il calcio è per noi che anche se tifavamo il Paris Saint Germain (noi amanti dello sport in generale non i tifosi del PSG, ovviamente) siamo scoppiati al gol di Sergi Roberto, il meno protagonista dei protagonisti, il più umano degli alieni, perché il calcio è un romanzo dal finale incerto.