Nice to meet you, Calcetto Eleganza
Intervista alla crew milanese che ha unito perfettamente calcio e moda
Un campo a 11 diviso a metà, una estetica ben definita e un senso di appartenenza più vicino a quello di una famiglia che una squadra di calcio. Calcetto Eleganza è soprattutto questo, ma pure molto altro. Se vivete a Milano vi sarà capitato di imbattervi in una di quelle sciarpe, vero e proprio marchio di fabbrica di una realtà destinata a crescere sempre di più e a portare il calcio amatoriale su di un altro livello. Li abbiamo incontrati per fargli qualche domanda e provare a conoscerli un po’ meglio di quanto non lo si possa già fare attraverso il loro, bellissimo, account Instagram.
Ciao a tutti, partirei dalla domanda più ovvia e scontata: quando nasce Calcetto Eleganza, e soprattutto, perché?
Ciao nss, il Calcetto Eleganza nasce alla fine del 2014 quando un gruppo di amici con la stessa passione per streetwear e sneaker, contro ogni previsione, decise di organizzare una partita di calcio. Già negli spogliatoi ci rendemmo conto che nessuno di noi era in forma partita ma eravamo tutti vestiti benissimo. Da lì nacque la nostra missione: elevare un mondo fatto di tute Legea e di scarpe Kipsta a un livello superiore. Poi abbiamo cominciato a giocare ogni settimana, abbiamo allargato la rosa e il livello tecnico è salito e adesso siamo una squadra vera.
Se dovesse spiegare in una sola frase cos’è Calcetto Eleganza…
Calcetto Eleganza è un amateur football team e una famiglia allargata fatta di gente che non deve chiedere mai scusa.
Il vostro slogan, “Non per sport, ma per moda” è uno strappo alla solita retorica dello sport puro e nobile? Come lo avete pensato?
“Non per sport ma per moda” è una delle tante perle che ci siamo scambiati in questi due anni. Molti di noi vengono dalle curve di mezza Italia e questo slogan è anche un modo per ironizzare sul nostro passato fatto di stadi e sul nostro presente fatto di modah. Qualche settimana fa, per esempio, non ci siamo presentati a una partita di campionato per andare tutti insieme al party di lancio delle nuove Silver e abbiamo perso a tavolino. Per fortuna avevamo un buon margine di vantaggio sulla seconda ("perso" cit. Alan Tonetti).
Quando nasce la vostra passione per il calcio?
Come il 99% dei bambini maschi nati sul suolo italiano la passione per il calcio nasce nella culla. Forse non tutti lo sanno perché le lobby dei film romantici lo tengono nascosto, ma il primo vagito è un'esultanza paragonabile a quella per un gol al 90'.
Negli ultimi anni il ritorno del calcio, dell’apparel e dell’immaginario culturale a esso collegati, ha segnato un trend che oggi sta venendo cavalcato anche da personaggi – due nomi a caso: Drake e Kendall Jenner – del mainstream più “commerciale”. Credete sia un trend destinato a resistere o corre il rischio di contaminarsi?
Beh in Italia arriva sempre tutto un po’ dopo. Questo legame tra calcio e coolness non è altro che l’ennesimo e ciclico ripetersi di un trend che si è già verificato per altri sport e in altre nazioni. Probabilmente si tratta di un fenomeno passeggero, ma noi nel frattempo siamo felicissimi di poter uscire la sera a cena indossando maglie da calcio.
Perché la scelta dei colori sociali è ricaduta sul bianco e nero?
I colori li ha decisi la modah (ride). La squadra è nata nel pieno del boom gothic ninja, quindi ci si vestiva solo di bianco e di nero. Non avevamo alternative nemmeno in campo.
Quest’anno avete prodotto e lanciato una collezione di football scarf, uno dei più entici simboli di riconoscimento calcistico, nonché parte del trend di cui parlavamo. Chi le ha disegnate?
Le sciarpe sono state disegnate da Stefano Innocenti (SATAMORTE), mentre il logo è di Domenico Romeo, entrambi parte della famiglia allargata di Calcetto Eleganza e sono in vendita su Collater.al.
Da quali squadre avete tratto maggiormente ispirazione?
Come concetto di squadra ci siamo ispirati al City Boys FC, all’Atletico Paris e un po’ tutte le squadre de Le Ballon Football League. Tra i professionisti l’Arsenal di Titì e il Siviglia di Jorge Sampaoli ma ci siamo inspirati anche alla Mambo di Julian Ross e alla tifoseria del’Southampton.