L'episodio "San Junipero" di Black Mirror è un inno agli anni 80
Scegliereste l'oblio o l'eterna giovinezza?
07 Novembre 2016
Il paradiso è un posto sulla terra.
O meglio è una fittizia città balneare chiamata San Junipero.
È una realtà alternativa nella quale persone anziane (per periodi di tempo limitati) e defunti (in pianta stabile), grazie ad una sorta di sistema di delocalizzazione della coscienza possono vivere un'eterna giovinezza viaggiando tra vari periodi storici.
È il futuro secondo Black Mirror, che nel quarto episodio della nuova stagione ci racconta la storia di Yorkie (Mackenzie Davis), una timida nerd nascosta dietro un paio di occhiali, un po' come la Barb di Stranger Things. In un’inconfondibile atmosfera anni '80, la seguiamo entrare al Tucker, incarnazione di quel decennio in versione discoteca, con la locandina del teen movie sui vampiri The Lost Boys all'entrata e all'interno videogiochi arcade come Bubble Bobble, Top Speed, Pac-Man e "C’est La Vie" di Robbie Navil in diffusione. Qui la ragazza incontra e si innamora di Kelly (Gugu Mbatha-Raw), un tipo estroverso stile Madonna. Inizia così un viaggio alla conquista del suo cuore attraverso le epoche, scandito dai cambiamenti del locale: "Ironic" cantata da Alanis Morissette e Scream per il 1996, "Can't Get You Out of My Head" di Kylie Minogue, Dance Revolution e il poster di The Bourne Identity per il 2002.
Presto scopriamo che nulla è come appare e in realtà Kelly è un'anziana vedova affetta da un tumore terminale, mentre Yorkie è un'ultrasessantenne tetraplegica, in stato vegetativo da quando aveva vent'anni, che ha programmato la propria morte per poter passare il resto del tempo cosciente a San Junipero e avere qui la vita e la felicità negatale nell'esistenza reale. L'ostacolo? Convincere l'amata a fare lo stesso, a scegliere la possibilità di un fittizio futuro felice, abbandonando il proprio passato, il ricordo del marito e della figlia defunti prima dell’arrivo di questa tecnologia eternante.
Black Mirror col suo episodio più sentimentale si interroga sul senso della mortalità umana. Ha senso sparire nell'oblio quando si può tornare giovani e continuare ad esistere, seppur virtualmente? La tecnologia soppianta la religione e l'aldilà diventa un Cloud che racchiude anime dove, se si è fortunati, binari paralleli si incrociano grazie ad esperienze condivise, annullando la verità ultima, e cioè che si muore soli.
A San Junipero il paradiso è un luogo della mente dove vivere un eterno loop adolescenziale governato dalla nostalgia. È la ricostruzione di una memoria collettiva filtrata dal cinema e dalla tv, un greatest hits dei ricordi. Come succede nella scena in cui Yorkie, alla ricerca di un look che conquisti Kelly, sperimenta le tante anime degli anni '80, da Madonna ai Kraftwerk sulle note di "Girlfriend in a Coma" degli Smiths o di "Don’t you (Forget about me)" dei Simple Minds, sintesi perfetta tra moda, musica e pop culture di quel decennio. L'eternità secondo la serie Netflix non coincide forse con quella nostalgia per il passato che chiamiamo vintage?
È il modo in cui in questo mondo eterniamo la nostra giovinezza, migliore e più vivida del presente nel quale siamo costretti, rievocata in ogni remake cinematografico, in ogni cover musicale, tendenza retrò o programma amarcord. È il segreto che ha reso "San Junipero" l'episodio più amato di Black Mirror, ha trasformato Strangers Things in un cult e le collezioni di designers come Gosha Rubchinskiy o Demna Gvasalia in successi.
La nostalgia per un passato idealizzato è meglio della morte, è il superamento della morte stessa è una possibilità di infinito che Yorkie e Kelly alla fine abbracciano entrambe, anime gemelle, drive di memoria romanticamente inseriti nel sistema uno accanto all'altro.