Toronto Caput Mundi
NSS - New Sport Side
17 Dicembre 2015
Nel momento in cui scrivo a Toronto ci sono 5 gradi. È freddo, ma meno di quello che mi aspettassi. Considerando il fuso orario, probabilmente tra poco sarà più freddo. Toronto non è la capitale del Canada – che semmai vi interessasse è Ottawa – ma ne è sicuramente la città più conosciuta, importante non significa niente dopotutto.
Possiamo però notare, quasi senza possibilità di smentita, il suo ruolo centrale assunto dal punto di vista mediatico nel 2015, che si propagherà anche nel 2016.
Andiamo con ordine, e individuiamo tre i tre ambiti della supremazia canadese, tra divagazioni e province a meno di 200 km di distanza.
We, The North
L’anno prossimo il Canada ospiterà per la prima volta un All Star Weekend di NBA. Si tratta ovviamente della prima gara delle stelle non giocata negli USA, e sì, siamo davanti ad una cosina abbastanza rilevante. I Raptors, la franchigia della città dal 1995, si presentano alla chermesse in ottimo stato, con sicure possibilità di portare qualcuno dei beniamini di casa alla partita della domenica, la vera partita delle stelle.
L’evento fu annunciato circa 3 anni fa, sotto l’egida sempre presente di Drake, che da qualche tempo ha preso sotto la sua ala mediatica il team. Da lì la OVO Night, per cui ogni anno vengono disegnate delle specifiche jersey, giubbini, sneakers e tutto quello che l’NBA può generare.
Due settimane fa invece sono state rivelate le divise per quella magica, benedetta notte. L’East Coast vestirà come di consueto in blu, la West invece in rosso. Come ogni volta, le jersey saranno deliberatamente ispirate alla città ospitante, nel caso specifico una foglia d’cero sulle spalle, una sul pantaloncino, lo skyline di Toronto (uno dei piu riconoscibili al mondo) sulla schiena.
I pantaloncini saranno poi “conditi” dal logo di Toronto, il nuovo logo di Toronto – di cui avevamo già accennato. Per la prima volta infatti quest’anno i Raptors non avranno il celebre dinosauro a rappresentarli nel logo primario, scomparso già da qualche anno sulle maglie. È una storia triste, ma per fortuna rimane la mascotte, che qualche giorno fa è tornata protagonista.
Hotline Canada
Il 26 novembre si è tenuta l’ennesima Drake Night. In pratica, l’Air Canada Center si è vestito a festa, rigorosamente in oro e nero, per celebrare il suo figlio prediletto, e durante la serata Drake ha fatto da speaker, invitato e host. La predetta mascotte è stata artefice di una divertente replica di Hotline Bling, la canzone più ascoltata del 2015 su Spotify, che ha reso Drake l’artista più ascoltato su Spotify e, di riflesso, il protagonista musicale dell’anno.
Non è stato solo questo il suo unico successo, condito anche da un album (o mixtape) diventato una sorta di instant cult “If you are reading this is too late” e da un mixtape con Future, anch'esso dal titolo molto evocativo "What a time to be alive". Tutto quello che Drake tocca diventa oro, o meme.
La sua hit ha subito diverse cover, alcune anche di personaggi molto importanti nella blogosfera musicale. Tra questi, che vi piaccia o no, c’è stato anche Justin Bieber. I 200 km che separano la sua città natale da Toronto lo rendono de facto cittadino canadese. Anche il suo 2015 è stato incredibile, ed è passato da una rivalutazione della sua immagine che ha poi contaminato anche la sua musica. Il suo disco, Purpose, ha battuto tutti i record di Billboard.
Atomic Canada
Non è ancora tutto, però. Quando scriviamo che tutti hanno sentito parlare di Toronto quest’anno, intendiamo proprio tutti. Non vi piace il basket? Non apprezzate la musica di Drake? Potete riprovarci con il calcio. Se c’è un protagonista nella scorsa MLS (il campionato professionistico di calcio nordamericano) questi è Sebastian Giovinco. L’ex formica atomica juventina infatti, è diventata in pochissimo tempo il volto della lega, a suon di prestazioni di un livello che mai s’era visto sui campi americani.
Anche i media oramai non fanno nient’altro che parlare di Giovinco e di conseguenza di Toronto. Tutta l’attenzione ricevuta da Giovinco non può che far bene all’immagine della giovane MLS, anche se su di lui sembra aver messo gli occhi addosso il Barcellona. Che proverà a scalfire, in maniera magari indiretta, il predominio di una città mai così perfetta.