From Asia with love - Daily routine
Nice to meet you Candy
28 Marzo 2013
Poche ore e dovrò postare.
Sono le 7 del mattino, sento che le poche ore che riesco a recuperare per il fuso orario non mi saranno d’aiuto per trovare l’ispirazione. La città è già sveglia, la sopraelevata è gremita, quasi non si riescono a distinguere le auto, le luci colorate degli stop sono fuori luogo nel grigiore di questo mattino. Fragorosi colpi ben assestati sulla porta,una voce che ripete -“Hi! Ni hao! Ni hao...” mi fa sussultare, apro e leggo sulla targhetta attaccata sul petto “Candy”, un nome fasullo, un nome occidentale, un illusione creata nel tentativo di far sentire a casa anche gli Yankees più incalliti. Poi, mi accorgerò che se la mia “house manager” è di spalle e provo a chiamarla il suono di quelle parole, il suono “Candy” non la sfiorano.
Non ho voglia di scrivere e il fuso orario che prima sembrava a favore, adesso mi è contro, ci sono giorni in cui ho bisogno di una piccola spinta per iniziare, di qualcuno che mi dica le parole giuste per farmi mettere in moto. Con gesti da naufrago cerco di attirare l’attenzione di Candy che continua a ballare con l'ipod nelle orecchie mentre minuziosamente pulisce il pavimento, rispolvero il mio cinese e cerco di far conversazione con la danzereccia. Mi definisce waiguoren (straniero) e lei rappresenta per me la versione asiatica dei nostri politici bravi a perder tempo. Riesce a strappare il miglior prezzo, chiacchiera tanto e neanche il tempo di raccontarmi tutto sulla sua amica Xi lu che già si fa pagare un' altra ora, una professionista!
Candy, una ragazza carina, forse fan di Micheal Jackson, indossa calze bianche sotto ballerine nere. Immaginatela come una ragazza dall' accento romano, con una punta di ciociaro e al posto dell'intercalare cinese “Zhidao ma? o l’americano you know?” sostituite un...” che n'ciò saì? -“Candy, Candy... CANDY!! Tu conosci l'Italia? “Ancora sculettante e con la bocca semi spalancata: - “eh certo, che nn ciò so? Una delle mie più care amiche Xi Wen è diventata ricca, ricchissima e da un giorno all' altro...non viene più con me dal parrucchiere. Siamo ancora amiche ma adesso è tutto diverso. Si è fidanzata con uno straniero, proprio un Italiano, il padre di Xi produceva scarpe di pelle e da un giorno all' altro, che n'ciò so, ci sta guadagnando un sacco di soldi! -“In che senso Candy?” -“Ao, non mi chiamare con quel nome. Il fidanzato produce le scarpe qui in Cina pagandole meno di 9 euro al paio e le rivende in Italia a delle cifre imbarazzanti come prodotto made in Italy.
Nel giro di un anno ha lasciato la casa nel mio “compound”, ha iniziato a frequentare i luoghi degli occidentali, dove una birra costa quanto il pranzo per una famiglia cinese, e ha iniziato a spendere, spendere, spendere; compra borse da mercato in boutique e macchine customizzate rosa fiammanti. Io sono ancora qui.” Il racconto mi travolge, lei lascia scorrere davanti ai miei occhi le immagini di un paese dalle grandi contraddizioni, di un paese che cambia senza che il suo popolo sappia tenere il passo, si imbastardisce e cavalca l'onda, vogliono vivere “la bella vita”.
Che agitazione!
Mi sento quasi in debito. Sono io, forse, l’invasore? Mi sento dalla parte di Candy, la sua ingenuità è toccante, è inconsapevole di una nazione che cola a picco, e di chi è costretto a cambiare continente… “Tu di che hai bisogno Candy ? -”Io non ho bisogno di nulla, siete voi “waiguoren” che avete questa assurda concezione di dover sempre fare qualcosa, la presunzione di cambiare le cose. Tutti cercano altro, tutti credono di aver bisogno di qualcosa,di dover scalare, accumulare e accatastare...”. Candy tutt'ad un tratto sembrò più saggia di qualunque libro e di qualsiasi politico che avessi mai neanche intravisto in Italia, aveva centrato il punto. Sapevo che lei aveva fatto per me molto di più di quanto io avessi mai potuto fare per lei.