Che cosa significa davvero “Lorem Ipsum”?
Un equivoco durato ottant’anni
22 Agosto 2021
A tutti è capitato, a un certo punto, di trovarsi di fronte alla scritta Lorem Ipsum utilizzata come testo riempitivo in moltissimi mock-up di graphic design ma anche nella finestra Word Help di Microsoft Office e, a volte, anche sui giornali, come è accaduto lo scorso marzo nel quotidiano svizzero 20 Minutes ma anche nel 2009 sulle pagine de Il Fatto Quotidiano quando un addetto alla stampa non meglio identificato dimenticò di sostituire il testo di prova del menabò del giornale con l’effettivo testo dell’articolo. E il Lorem Ipsum è precisamente questo, un testo di prova, un segnaposto, che i grafici usano quando si deve dare un’idea del lettering e della formattazione di un testo senza che l’effettivo testo si trovi lì. Il Lorem Ipsum non è mai da solo, anzi, è spesso seguito da intere frasi in latino o pseudo-latino, in cui una serie di parole senza nesso logico si ripetono a un ritmo che mima la sintassi della lingua inglese e dunque serve a dare un’idea più precisa dell’aspetto finale del testo.
La prima apparizione del testo risale agli anni ’60, quando venne utilizzato nella pubblicità dei fogli di caratteri trasferibili Letraset, dei fogli di polimero adesivo e termosensibile sul quale sono stampati vari simboli trasferibili su carta tramite sfregamento. Vent’anni dopo la Aldus Corporation, un’azienda di software poi entrata a far parte di Adobe, lo inserì come esempio di testo predefinito in Page Maker, il programma di scrittura utilizzato nel 1985 dal Macintosh di Apple. Fino agli anni ’90 però non si capì cosa volesse dire il testo. A chiarirne le origini fu il professore di latino al Hampden-Sydney College, Richard McClintock che nel 1994 cercando di decifrarlo rimase incuriosito da una parola alquanto rara in latino che appariva nella prima frase del testo consectetur. Cercando le ricorrenze della parola fra le fonti classiche McClintock la scoprì in un testo di Cicerone, l’opera De finibus bonorum et malorum, in cui si legge in latino: «Neque porro quisquam est qui dolorem ipsum quia dolor sit amet, consectetur, adipisci velit…» che signfica, «Non c’è nessuno che ami il dolore in se stesso, che lo cerchi e che voglia ottenerlo».
A questo punto però bisogna capire come si sia passati dalla frase di Cicerone alla stringa di testo semi-insensato che oggi è nota come Lorem Ipsum. La soluzione è però più banale di quanto non sembri: chiunque abbia in origine prelevato il testo dall’opera latina ha probabilmente usato l’edizione del 1914 della Loeb Classical Library, una collana inglese di opere classiche abbastanza famosa nella sua epoca , in cui, a pagina 34, l’inizio della frase si spezza così «Neque porro quisquam est qui do-» e riprende a pagina 36 da dove si era interrotto e dunque con «-lorem ipsum…». Nella gallery in alto troverete sia l'esempio del mock-up di Latraset degli anni '60 sia la pagina 36 dell'edizione di Cicerone con il testo tagliato. L’unico mistero rimane però da dove Letraset abbia recuperato la versione modificata e insensata del testo, che secondo McClintock risale addirittura al ‘500 ma di cui non sono sopravvissute prove alcune.