La fine di iTunes
Il software di Apple sarà sostituito da tre app separate per canzoni, film e podcast
04 Giugno 2019
Prepariamoci a dire addio a iTunes. Ieri sera, infatti, nella grande sala del centro convegni di San Jose, a pochi chilometri dal quartier generale dell’azienda di Cupertino, durante la Worldwide Developers Conference, Tim Cook ed il suo team hanno svelato le novità hi-tech di Apple tra cui il lancio di iPadOs, di iOs 13 con modalità dark mode, di macOs Mojave, del nuovo watchOs e tvOs, di un Mac Pro da seimila dollari.
A colpire l’attenzione, però, non sono i nuovi device, ma l'annuncio della chiusura di iTunes (che per il momento continuerà a sopravvivere per Windows). Con macOS 10.15 Catalina, il famoso jukebox/store si dividerà in tre applicazioni separate, più pulite, minimali e intuitive. Musica gestirà l’archivio musicale locale, la riproduzione in streaming di Apple Music e le radio; Apple Tv servirà per gestire e riprodurre contenuti video e vedere anche il canale a pagamento di Apple; Podcast sarà indispensabile per cercare e scaricare dalla rete le trasmissioni radio prodotte direttamente per Internet. La sincronizzazione dei dispositivi sarà ora gestita dall'applicazione Finder.
Questa decisione segna la fine di un’epoca, il passaggio storico dall’era Jobs all’inizio di un nuovo mondo. Un po’ come era successo con l’introduzione di iTunes il 28 aprile 2003 che ha segnato una piccola rivoluzione per la musica digitale. Il jukebox/store offre 200 mila pezzi musicali, ognuno a 99 centesimi di dollaro. Nella prima settimana, vennero venduti più di 1 milione di canzoni (il pezzo più scaricato è Stick in a moment degli U2). Inizialmente riservato agli utenti Mac, la novità trova la sua massima espressione in connubio con l’iPod. Questo dispositivo, svelato per la prima volta il 23 ottobre 2001, era un oggetto grande all’incirca come un pacchetto di sigarette, dal design curato da Jonathan Ive, dotato di pochissimi comandi facili da usare e in grado di immagazzinare nel suo hard disk fino a mille canzoni.
Insieme i due item inventati da Jobs stravolgono le abitudini degli appassionati di musica, ridisegnano le classifiche di vendita e le strategie dei discografici. La loro introduzione rende più pratico il download legale delle canzoni, rendendo molto più facile pagare per la musica piuttosto che rubarla dai primi siti di file-sharing come Napster. Tutto nonostante il fatto che Apple permettesse di acquistare brani ad un costo molto basso avesse spinto molti artisti ed etichette discografiche ad accusare l’azienda californiana di togliere valore alla musica. Nei 18 anni di esistenza di iTunes, le sue funzionalità e l’offerta dei contenuti per l’intrattenimento da parte di Apple sono aumentate sensibilmente, fino a rendere il programma sempre più pesante e poco intuitivo, specialmente per la gestione dei contenuti diversi dalla musica come film, serie tv e podcast. La nuova divisione in app più piccole potrebbe perciò rivelarsi una buona soluzione.
Curiosità: L’introduzione di iTunes sul sistema operativo di Microsoft fu tardiva perché l’allora CEO di Apple, Steve Jobs, riteneva che la presenza di iTunes solo sui Mac potesse costituire un buon incentivo per passare ai computer Apple. Quando infine consentì a rendere disponibile iTunes anche su Windows, Jobs disse:
“È come offrire un bicchiere di acqua fresca a qualcuno che vive all’inferno”.