La storia segreta della Costa Smeralda
La Vita Smeralda, il Billionaire e le spiagge cristalline: tutto cominciò dal sogno di un principe Persiano
23 Agosto 2018
La Costa Smeralda più che un luogo è un’idea.
Si tratta di un tratto di costa della Gallura di appena venti chilometri - nella parte nord della Sardegna - che è riuscito ad entrare nella cultura italiana come sinonimo di benessere e benavere. Grazie alle spiagge caraibiche, le serate di Briatore, la villa di Berlusconi con il vulcano finto e gli yacht chilometrici degli oligarchi russi, la Costa Smeralda è passata da essere una delle zone più sconosciute della più povera regione italiana a tappa obbligatoria delle vacanze del jet set mondiale, diventando contemporaneamente uno dei luoghi simbolo della cultura trash e yuppi italiana e attrazione per i grandi ricchi di tutto il mondo.
Questa breve guida della Costa Smeralda ripercorrerà l’assurda storia di come sono nati Porto Cervo e gli altri paesi, l’era dorata degli anni ’90 e infine abbiamo raccolto qualche consiglio per chi quest’estate andrà ad assaggiare la sabbia e il mare più esclusivo d’Italia.
Tutto cominciò con un principe Persiano e un scenografo francese
La leggenda narra che quando all’inizio degli anni ’60 Karim al-Husaynī, Āgā Khān IV, sorvolò con il suo jet privato quel tratto brullo e selvatico del nord della Sardegna se ne innamorò per sempre. Nonostante il titolo di Principe e 49º Imam dei musulmani Ismailiti Nizariti (in linea dinastica diretta da Maometto), quando si inventò la Costa Smeralda Karim aveva 26 anni e una laurea a Harvard, girava con una baronessa ventenne, Anoushka von Mehks, e aveva tanti soldi in tasca. Il papà era il leggendario Aly Khan, principe di dinastia persiana, ambasciatore del Pakistan all'Onu, ex marito di Rita Hayworth; la madre Joan Yarde-Buller, nobildonna inglese, ex moglie di un magnate Guinness. La Costa Smeralda negli anni ’60 non si chiama così, la regione era pressoché disabitata, usata dai pastori come pascoli invernali. L’Aga Khan comprò tutti i terreni per due lire e decise di rendere quel posto dimenticato dal boom economico italiano, il più cool della nostra penisola.
La lista delle cose da fare era piuttosto lunga. Trovato un nome chic e meno sardo di Gallura, fu fondato un consorzio che avrebbe gestito gli hotel e i centri abitati. Per il progetto il Principe si rivolse ad un eccentrico scenografo francese, Jacques Couelle. Amico di Pablo Picasso e Salvador Dalí, Couelle realizzava scenografie teatrali e all’occorrenza si improvvisa scultore-architetto con inclinazioni fantasiose. Per il grande progetto della Costa Smeralda immaginò una storia più che un progetto edilizio, l'idea era quella di mimetizzare villoni lussuosi ma rurali all'interno della vegetazione e nei colori della terra Sarda.
Couelle si mise a disegnare schizzi con il carboncino, pescando ispirazioni e stili da tutte le architetture balneari più famose: il risultato è un'autentica invenzione di matrice teatrale, un misto di forme e stilemi sardi, spagnoli, provenzali, capresi, amalfitani, greci, pugliesi, siculi e magrebini. Sublime summa di questa follia è l’hotel Cala di Volpe di Porto Cervo, mitologica cattedrale alberghiera del deserto: torrette svettanti, canali come a Venezia, finestrelle strette da convento e minareti moreschi. Si inventò persino che l'hotel dovesse sorgere sulle rovine di un mai esistito convento alto-medioevale, di cui oggi i turisti ingenui ammirano convinti le false fondamenta ad opus incertum e reticulatum.
Affinché i suoi disegni a carboncino fossero resi realizzabili, fu necessario chiamare un architetto di quelli veri, e la scelta cadde su Luigi Vietti - già demiurgo del sogno della villeggiatura italiana anni ’60 avendo progettato i piani urbanistici di restauro di Portofino e Cortina d'Ampezzo - che suggerì al principe il nome di Costa Smeralda. Vietti - con l’aiuto di un altro grande architetto italiano come Michele Busiri Vici - riuscì a trasportare nella realtà la visione di Couelle realizzando lo stile architettonico che ancora oggi domina tutta la Costa Smeralda: curve leggere e sinuose, colori caldi, travi a vista, piazzette da aperitivo e una insopprimibile aria di vacanza e benessere diffuso.
La Vita Smeralda
Nell’immaginario comune, la Costa Smeralda è soprattutto feste, yatch e ricchezza. Negli anni '60 e ’70 la Costa Smeralda rifletteva l'anima cosmopolita del suo fondatore, attirando personalità e vip da ogni parte del mondo: Greta Garbo, Margaret d'Inghilterra, Gianni Agnelli, Jacqueline Kennedy, Ringo Star e Re Juan Carlos furono tra i primi ad agitare le notti della Gallura. L'edonismo sfrenato di quegli anni - ancora privi di paparazzi e storie Instagram - si rifletteva nelle feste private, come scrisse sul Corriere della Serra Alberto Pinna, "il segreto della Costa Smeralda, un mix fra riservatezza ed esibizionismo, classe e scapigliatura, etichetta e stravaganze".
Chi ha vissuto quegli anni parla di feste e personaggi leggendari, da Peter Kent - aka Pedros - un gitano amico di Amin, fratello dell'Aga Khan che aprì il primo locale della Costa in un ex stalla, fino alle feste sugli yatch del conte Cesare d'Acquarone nel 1967 o dell'armatore greco Stevros Niarchos. L'Aga Khan aveva costruito un giardino dell'eden per super ricchi, nei quali piacere, droghe e feste erano concesse. Fu a partire dalla metà degli ’80 che tutto cambiò e la Smeralda diventò il luogo prediletto dello Yuppismo italiano.
Come racconta Lele Mora in una delle sue lettere dal carcere, fino agli anni ’90 non esisteva un vero punto di riferimento per la vita notturna da turisti, se non eri nel giro non andavi alle feste. C'erano solo tre locali: lo storico Sottovento, il Pevero e il Ritual (che è letteralmente scavato nella roccia, ideato dall'estroso architetto Andres Fiore), mentre Umberto Smaila aveva aperto da poco il suo primo Smaila's, a Poltu Quatu. Al Sottovento, i primi tempi, andavano solo i ricchi, i volti illustri, i grandi capitalisti. Al Pevero era ospite fisso Fiorello, reduce dal grande successo del Karaoke. Alla fine degli anni novanta aprì anche l'era Billionaire, locale notturno fondato dal manager della Formula 1, Flavio Briatore. Un luogo che, già dalla scelta stessa del nome, ha lanciato un brand legato all'ostentazione senza complessi del denaro, dell'arricchimento e del successo personale. Vip di fama mondiale del mondo dello sport, dello spettacolo e della politica da Ronaldo a Bernie Ecclestone, da Phil Collins a Silvio Berlusconi per proseguire con Jennifer Lopez, Naomi Campbell e Rihanna.
Oggi chi va al Billionaire lo fa a suo rischio e pericolo, cito testualmente una notizia del 3 agosto 2018:
Un “paperone” statunitense che in due giorni al Billionaire di Porto Cervo, in Costa Smeralda, ha fatto stappare bottiglie di champagne Cristal di grande formato “Mathusalem” da 30 mila euro l’una. Per iniziare. Ovviamente.
Perché poi il fiume di “bollicine” dello scorso fine settimana è proseguito con una piramide di 50 bottiglie di Dom Perignon, offerte a tutti gli avventori del locale che pare abbiano apprezzato con tanto di urla e fischi. Il weekend è terminato con lo shopping nella boutique del locale di Flavio Briatore”
Le feste private e i leggendari episodi di screzi e tradimenti al loro interno divennero l’epicentro gossiparo italiano; sempre Lele Mora ricorda una dei party organizzati, in cui nella stessa stanza c'erano Lenny Kravitz, Mike Tyson e Gigi D'Alessio.
L'anno successivo ho trasformato le mie ville in un grande bordello parigino. All'ingresso cento ragazze in perizoma e cento toy boy a petto nudo ricevevano gli ospiti. E per contorno drag queen arrivate da Parigi con costumi meravigliosi. C'erano, per citare i primi che mi vengono in mente, Lenny Kravitz, Gigi D'Alessio e Mike Tyson, che si divertiva come un pazzo. Una festa che ancora oggi la Costa Smeralda ricorda.
La Costa Smeralda attraeva ogni tipo di vip dal mondo: da Micheal Douglas fino a Madonna, passando per i calciatori e gli oligarchi, divenne presto uno status symbol per la classe dirigente mondiale. A mettere la Smeralda sulla mappa della politica internazionale ci pensò Silvio Berlusconi e la sua Villa Certosa, faraonico riad sardo che si estende su 4.500 metri quadri, con 126 stanze ed un parco di 120 ettari. Lì il Berlusconi Premier accolse Tony Blair, Vladimir Putin e lo spagnolo José Zapatero. Paolo Sorrenntino ha deciso di ambientare la metà del film dedicato a Berlusconi - Loro 1 - proprio in quella villa, sfoggio estetico dell’uomo più potente d’Italia e di leggende come la replica di vulcano per la festa di ferragosto.
La fine dell’era Smeralda è arrivata poco prima della crisi economica, dai primi anni duemila qualcosa si ruppe, le feste non erano più come prima e il processo di cafonizzazione era completato. Il film di Jerry Calà Vita Smeralda – uscito nel 2006 – certificò quanto il mito della Smeralda fosse terminato, diventando più un’aspirazione nazional popolare, inaccessibile per la scarsità di posti e prezzi astronomici. Venne allora il tempo dei russi e degli arabi, che si aggirano per le boutique griffate di Porto Cervo armati di American Express Black.
Qualche consiglio se andate in Costa Smeralda nel 2019
Bene, dopo avervi annoiato con la storia della Smeralda è arrivato il momento che aspettavate: cosa fare se andate in Costa Smeralda quest’estate. Come piccola premessa, in Smeralda succede una cosa stranissima e se andate a Porto Cervo all’ora dell’aperitivo ve ne accorgerete immediatamente. Si tratta del metaturismo, cioè turisti che sono attratti esclusivamente da altri turisti solo più ricchi. Si forma questo struscio sulla banchina dello Yatch Club in cui i metaturisti osservano con occhi sognanti i ricchi possessori di barche sorseggiare l’aperitivo. Sembra una messa in scena reale delle storie di Instagram, e se sarete più affascinati dai turisti sulla banchina rispetto a quelli in barca, beh diventerete metaturisti di 3 grado.
Scusate, eravamo arrivati al momento dei consigli, ve li metto qui belli ordinati.
Spiagge
- Spiaggia del Principe - Porto Cervo
- Piccolo e Grande Pevero - Porto Cervo
- Long Beach (stabilimenti da 100€ a giorno)
- Marinella - Porto Rotondo, locale sulla spiaggia per aperitivi trash "Blu Beach"
- Isola di Mortorio - Porto Rotondo
- La Valle della Luna – tecnicamente siamo lontani dalla Smeralda, ma se andate nella Sardegna del nord non potete mancare un tramonto sul mare con i bonghi della comunità hippie in sottofondo.
Locali
È bene sottolineare come la Smeralda non offra diverse tipologie di locali, e i costi sono come potete immaginare decisamente alti. Comunque:
- Country Club - Porto Rotondo
- Ritual - Baja Sardinia
- Phi Beach - Baja Sardinia
- Billionaire – Porto Cervo
- Just Cavalli – Porto Cervo
Posti dove mangiare
- coffe pot Porto Rotondo
- panino con il polpo da Pappafico a Golfo Aranci
- panino con Porceddu da Onofrio alle porte di Porto Rotondo
- agriturismo Stazzu Li Paladini a Olbia. Per assaporare la vera cucina del territorio. Consiglio non andateci in macchina: difficile alzarsi da tavola sobri.