A Guide to All Creative Directors

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Perché i giovani uomini hanno più difficoltà nel dating?

Forse per un concetto diverso di relazione, ma i costrutti sociali non aiutano

Perché i giovani uomini hanno più difficoltà nel dating? Forse per un concetto diverso di relazione, ma i costrutti sociali non aiutano

Sembrerebbe che i giovani uomini abbiano maggiori difficoltà rispetto alle loro coetanee nell'iniziare una relazione amorosa. Lo spiega un articolo del magazine statunitense Vox, scritto dalla giornalista esperta di dinamiche di coppia Allie Volpe, rispondendo a una domanda di un lettore. Secondo un'indagine dell’istituto di ricerca statunitense Pew Research Center, nel 2022 il 63% degli uomini sotto i 30 anni intervistati ha dichiarato di essere single, a fronte del 34% delle donne della stessa fascia d'età. Inoltre, mentre circa la metà degli uomini single affermava di essere alla ricerca di una relazione, solo il 35% delle donne single condivideva lo stesso obiettivo. Questa disparità può dipendere da vari fattori. Lo scrittore statunitense Richard Reeves – specializzato in studi di genere, e in particolare sul ruolo degli uomini nella società moderna – suggerisce che la differenza possa derivare da una diversa definizione del concetto di "relazione" tra i due sessi. Le donne, inoltre, in genere tendono maggiormente a frequentare persone più grandi, a differenza della controparte maschile. Ma anche la sempre più ampia polarizzazione tra gli elettori under-30 potrebbe contribuire a influenzare il fenomeno. Come mette in luce l'American Perspectives Survey, un sondaggio di natura socio-politica condotto periodicamente negli Stati Uniti,  il 52% delle donne single non uscirebbe con un sostenitore di Donald Trump, mentre solo il 36% degli uomini escluderebbe un appuntamento con una sostenitrice del partito repubblicano.

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Tuttavia, Reeves indica un'altra possibile causa rispetto a questa tendenza: il cambiamento delle modalità di approccio. Sempre più giovani uomini, infatti, non sanno bene come avvicinarsi in modo appropriato a una donna che desiderano conoscere e, per questo, spesso rinunciano, temendo le possibili conseguenze di un approccio sbagliato. Secondo Reeves, gran parte dei giovani uomini è erroneamente preoccupata per i rischi che potrebbe correre mettendosi in gioco con una donna. Lo scrittore spiega che, invece, sarebbe necessario sensibilizzare i giovani uomini sull’importanza di uscire dalla propria comfort zone in ambito relazionale, accettando la possibilità di ricevere una qualche forma di rifiuto con maturità e rispetto. Reeves sostiene che parte dei giovani uomini ha buone intenzioni in campo relazionale, ma spesso è vittima dei propri costrutti sociali. L’articolo di Vox, ad esempio, riporta una conversazione tra un uomo e una donna che, nella sua semplicità, sintetizza bene la questione: «Non andrò in un locale e inizierò a parlare con una donna che trovo interessante. Chi vorrebbe essere corteggiata così?», si chiede il primo; «Io», risponde la seconda.

Resta il fatto che pensare di avere diritto a ricevere attenzioni dal sesso femminile è una di quelle credenze che – insieme a una visione idealizzata dei ruoli di genere – incoraggiano la mascolinità tossica, finendo per giustificare comportamenti legati al dominio, all'aggressività e alla misoginia. Tale mentalità è pericolosa perché, invece di favorire relazioni sane, basate sul rispetto e sulla comunicazione reciproca, crea una dinamica di potere in cui l'uomo si sente legittimato a imporre il proprio interesse – senza tener conto dei desideri e dei limiti dell'altra persona. Questi comportamenti sono spesso il risultato di aspettative sociali che non lasciano spazio a una mascolinità più sana, inclusiva ed equilibrata, in cui gli uomini sono incoraggiati a esplorare e a esprimere le proprie emozioni, anche nella fase in cui si conosce a una persona nuova. Le credenze legate ai ruoli di genere tradizionali, inoltre, spesso alimentano un atteggiamento che riduce la donna a un oggetto del desiderio, la cui disponibilità emotiva e fisica è vista come una conquista da raggiungere. Ciò può portare a una visione distorta delle relazioni, dove l’idea di "corteggiamento" diventa più una questione di potere e controllo che un’opportunità per conoscere un'altra persona in modo autentico. Promuovere una mascolinità fondata sulla comunicazione aperta, sulla vulnerabilità e sul rispetto reciproco può contribuire a creare una società in cui le relazioni siano più soddisfacenti per tutti e tutte. Uscire dalla propria comfort zone, come suggerisce Reeves, non significa solo fare “il primo passo”, ma anche e soprattutto imparare genuinamente ad accogliere le differenze e le difficoltà con cui inevitabilmente ci si scontra quando si conosce una persona nuova.