A Guide to All Creative Directors

A Guide to All Creative Directors

A Guide to All Creative Directors

A Guide to All Creative Directors

A Guide to All Creative Directors

A Guide to All Creative Directors

A Guide to All Creative Directors

A Guide to All Creative Directors

A Guide to All Creative Directors

A Guide to All Creative Directors

A Guide to All Creative Directors

A Guide to All Creative Directors

A Guide to All Creative Directors

A Guide to All Creative Directors

A Guide to All Creative Directors

A Guide to All Creative Directors

A Guide to All Creative Directors

A Guide to All Creative Directors

Vedi tutti

Col nuovo reality di Prime Video ad andare al tappeto non sono i vip, ma il pubblico

Un game show caotico in cui si salva solo Valeria Marini

Col nuovo reality di Prime Video ad andare al tappeto non sono i vip, ma il pubblico Un game show caotico in cui si salva solo Valeria Marini

La prima cosa che arriva a chi si avventura, con estremo coraggio, nella visione di Red Carpet - Vip al tappeto è la cacofonia di suoni, voci, urla e rumori che investe immediatamente gli spettatori. La stessa delicatezza di un camion sull’autostrada. Pochi show, giochi, programmi televisivi hanno avuto la capacità di creare un simile inquinamento acustico come il nuovo reality game di Prime Video, che colpisce all’udito del potenziale pubblico prima ancora di arrivare al suo occhio, per non parlare delle regole del format copiato dal giapponese Red Carpet Survival, di proprietà di Nippon TV. Sebbene di una semplicità unica, con il gioco che vede una squadra di tre persone impersonare i bodyguard di alcune “stelle” che, come scopo, non devono uscire dal tappeto rosso, entrare nel meccanismo dello show è di una complessità rara. Intanto perché il reality comincia in medias res al punto che, quando è finita la prima puntata, si sta ancora cercando di capire quanto lasso di tempo è passato tra quando si è premuto play e quando è finito l’episodio. Non certo per il coinvolgimento travolgente riservato agli spettatori, ma per la sensazione di essere stati investiti da un treno ad alta velocità e sentendo il bisogno di riequilibrarsi dopo un iniziale e devastante giramento di testa. 

Nessuna introduzione, nessuna spiegazione, solo Alessia Marcuzzi che si siede in una control room stile Fedez e Matano in Lol - Chi ride è fuori, con l’onnipresente voce fuori campo della Gialappa’s, mai stati tanto fuori tono come con Red Carpet - Vip al tappeto, in cui non riescono ad essere nemmeno una volta ficcanti, anzi. La loro presenza vocale, commento ulteriore che si aggiunge al concerto disarmonico dello show, è alquanto forzata e per nulla ironica o arguta. Colpa anche dei pochi appigli che offre il gioco, ma vista già la confusione delle puntate, farne a meno sarebbe stato sicuramente un plus. E arriviamo al contenuto, se si riuscisse a trovarlo. Tre concorrenti per squadra, chiamate da Marcuzzi i Branzinos, gli Ornitorincos e i Babbuinos, che devono scortare una quarta persona fino alla conclusione del percorso, mentre nel frattempo ostacoli e impedimenti degni dei migliori baby club si mettono in mezzo tra loro e la vincita del programma. Una corsa a tempo a cui si prestano personalità come Elettra Lamborghini, Cristiano Malgioglio, Valeria Marini, Melissa Satta e Giulia De Lellis, ma se i partecipanti possono essersi anche divertiti nell’aver passato una giornata alternativa all’aperto - non Michela Giraud, come si può vedere bene nel suo episodio - il pubblico è talmente stordito che è il primo a dover spegnere la tv o il computer e andare a prendere una boccata d’aria. Respirare all’aperto, ritrovare il contatto con la natura, riscoprire il silenzio.

Uno show in cui distrazioni, le prove e il superamento degli intralci sembrano ideati dai capo-animatori di un villaggio turistico, non da una produzione di una delle piattaforme streaming più importanti la quale, col minimo sforzo, non ha raggiunto la massima resa sperata. E che, come a voler insistere sull’eccesso di caos che sembra totalmente abbracciato da Red Carpet - Vip al tappeto, si riflette anche nelle scelte di regia e di montaggio delle puntate. Si sarebbe quasi irritati dalla visione se non fosse che se ne resta completamente annichiliti. Esausti, stanchi, provati quasi quanto sembrano i vip quando arrivano alla limousine che li aspetta a fine tappeto rosso. Unico elemento di sorpresa, quasi di ammirazione, è l’aver scoperto un lato inaspettato e gradito della signora Marini. O come chiede la showgirl ai suoi bodyguards, insistentemente e più di una volta: «Chiamami Valery, sarò la tua stella». La dimostrazione di una determinazione ferrea e un addestramento militare che vorremmo avere tutti nella vita, soprattutto quando si tratta di dover affrontare le sfide più impensabili. Per quanto riguarda invece i comici per cui lo show poteva essere un palcoscenico su cui farsi (ri)conoscere la missione è, purtroppo, fallita