Perchè così tanti film americani vengono girati in Ungheria?
La crisi di Hollywood e il de-californiamento delle produzioni cinematografiche
27 Novembre 2024
C’era una volta Hollywood, e probabilmente non ci sarà più, o almeno non come la conosciamo. Di recente FilmLA ha rilasciato un report in cui mette in evidenza un calo del 5% di produzioni hollywoodiane nel 2024 rispetto all'anno precedente. In questo contesto giocano un ruolo chiave le condizioni scoraggianti del tax credit, una forma di finanziamento che, grazie ad agevolazioni fiscali, ha l’obiettivo di convogliare in un determinato paese le grandi case di produzione. La situazione preoccupa la sindaca di Los Angeles, Karen Bass, che sta correndo ai ripari con un incentivo di $750 milioni per la industry cinematografica californiana. Hollywood, incubatrice dei cambiamenti sociali, culturali e politici americani degli ultimi 150 anni, ha rappresentato fino ad oggi il principale motore dello sviluppo economico della regione, un’epica industria dell’immaginario che tuttavia ha un impatto concreto sul Paese non indifferente. Secondo i dati, il settore della produzione cinematografica genererebbe un indotto di $115 miliardi agli States, creando circa 680mila posti di lavoro - il corrispettivo del 20% della popolazione californiana. Ormai, potrebbe però trattarsi di numeri non più ripetibili: le agevolazioni competitive della Georgia sulle produzioni, che si aggirano intorno al 30%, sembrerebbero essere diventate un motivo incoraggiante per spostare le produzioni nel Sud Est degli USA, così come quelle presenti in paesi come l'Ungheria, che sta accogliendo sempre più progetti hollywoodiani. Le produzioni americane stanno quindi cercando nuovi lidi, destinazioni più sostenibili capaci di adattarsi alla messa in scena degli script. Costi di produzione inferiori, regolamenti più accessibili e processi di rimborso facilitati dall’assistenza in loco stanno mettendo in discussione il predominio di Hollywood.
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L’Ungheria, un hub internazionale che conta una produzione di duecentocinquanta film all’anno, spicca come destinazione privilegiata per le produzioni cinematografiche. A partire dalla caduta del Muro di Berlino nel 1989, Budapest, Praga, Belgrado, Vienna e Sofia hanno convogliato in Europa Centrale la produzione dei copioni scritti a Hollywood. Una gamma diversificata di scenari fa da palcoscenico a film ambientati in diversi periodi storici, dai blockbuster-action ai drammi storici, passando per i fantasy. Un esempio è Hellboy 2 – The Golden Army: pur essendo stato girato in Ungheria, per il film è stata ricreata una New York perfetta fino al più piccolo dettaglio, con auto, negozi, appartamenti, banche e teatri identici a quelli americani. Con strutture all’avanguardia come gli Origo Studios a Budapest, in cui sono stati girati colossal come il visionario capolavoro vincitore dell’Oscar Poor Things, e il secondo capitolo del leggendario racconto sci-fi Dune di Dennis Villeneuve, il Paese è diventato centro fiorente per i cineasti in cerca di sound stage di ultima generazione, scenografie elaborate, sequenze action su larga scala, produzione di effetti speciali innovativi e - soprattutto - migliori condizioni economiche. Possono andare a colpo sicuro anche con i Korda Studios di Budapest, il teatro di posa più grande del mondo che ha all’attivo 1500 titoli. Con i suoi 15000 mq di studi cinematografici, i Korda Studios sono i secondi per grandezza in Europa, e negli anni hanno trasformato Budapest nella New York degli anni ’80 o in interni rinascimentali, ospitando parte di film e serie televisive come Blade Runner 2049, Eric e The Borgias. Non è raro dunque, in Ungheria, imbattersi in Emma Stone, Mark Ruffalo, Harrison Ford e Zendaya. Gli attori stessi rimangono stupefatti dalla meticolosità dell’offerta dell’ area: Ryan Reynolds ha dichiarato che Nu Boyana, lo studio di Sofia di proprietà del CEO e produttore Yariv Lerner, «è al pari di qualsiasi cosa tu possa trovare a Los Angeles o New York».
Oltre all'Est Europa, alcune produzioni americane si sono spostate anche nel Mediterraneo e in Australia. La seconda stagione dell’acclamata serie TV The White Lotus è stata famosamente ambientata in Sicilia, dove la produzione ha potuto trovare agevolazioni fiscali pari al 40% contro al 20% californiano, mentre la prossima edizione statunitense di Masterchef verrà registrata proprio in Australia, dove invece ci sono sgravi fiscali fino al 30%. Il decentramento del cardine di Hollywood, un settore cinematografico che, dalla fine dell’Ottocento, è artefice e protagonista della realizzazione dei sogni di migliaia di attori, produttori e registi, sta comportando diverse riconsiderazioni sul ruolo del potere convogliato in un unico luogo. Un definitivo cambio di rotta, in cui aspettarsi non più una sola, ma tante nuove Hollywood sparse per il mondo.