I migliori ruoli di Chloë Sevigny
Dal cinema alle serie, riscopriamo la carriera della it-girl di Kids nel giorno del suo compleanno
18 Novembre 2024
Lo sguardo di Chloë Sevigny non te lo puoi inventare, lo hai e basta. Fintamente schivo, col volto inclinato dal basso che guarda verso l’alto, l’occhio cristallino che ti scruta e ti seduce contemporaneamente, conquistandoti e inquietandoti allo stesso tempo. Le occhiate lanciate dall’attrice - classe ’74, nata a Springfield in Massachusetts - sono un marchio di fabbrica che ha oltrepassato lo schermo, conficcandosi nel petto degli spettatori. Gli stessi fan dalla rivoluzione giovanile di cui Sevigny ha fatto parte sul finire dei 90s, quando era agli inizi di carriera, e che l’hanno portata a diventare punto di riferimento per alcuni dei più segnanti autori del domani, vedi l’amico Luca Guadagnino. Dea e demone, angelica e diabolica, scopriamo Chloë Sevigny nei suoi migliori dieci lavori tra cinema e serie tv.
Kids(1995) di Larry Clark
È stato il primo lungometraggio di Chloë Sevigny, del regista Larry Clark e dello sceneggiatore Harmony Korine. Kids ha dato uno scossone al cinema indie statunitense dei 90s, ha ribaltato lo status quo, ha rivoltato l’industria come solo dei “monelli” (sottotitolo della versione italiana) sanno fare. L’opera è un viaggio di ventiquattro ore nella vita di un gruppo di ragazzi alle prese con lo sporco e il marcio della Grande Mela, personaggi dediti alle più sballanti droghe e alle scorribande incontrollate. Nulla è accomodante, infatti il film non piacque subito, soprattutto a chi non voleva scavare nelle zone meno edulcorate del cinema. Una pellicola fondante del cambiamento culturale delle generazioni degli anni Novanta, con Sevigny nel ruolo della giovane Jennie accanto ad un’altra esordiente, Rosario Dawson.
Gummo(1997) di Harmony Korine
A soli due anni da Kids, Sevigny torna ad essere uno dei personaggi principali in un progetto di Harmony Korine, che stavolta dirige anche. Il film è Gummo, debutto alla regia del regista californiano e, come le orecchie da coniglio rosa del protagonista, un titolo destinato a diventare iconico. La storia mette al centro un’amoralità di cui sono pervasi i personaggi, che si muovono così crogiolandosi nella noia e sfiorando il baratro del nichilismo, con una città distrutta che fa da sfondo alle vicende e incapace di riprendersi dopo il passaggio di un devastante tornado.
Boys Don't Cry(1999) di Kimberly Peirce
Chloë Sevigny è una vera reginetta dei 90s con la tripletta Kids, Gummo e Boys Don’t Cry, film d’esordio di Kimberly Peirce che porta Hilary Swank alla vittoria agli Oscar come migliore attrice, mentre Sevigny viene candidata per la sua prima (e attualmente unica) nomination. Una storia di transfobia a cavallo del secolo che tratta di come a volte la vita ci fa nascere in un corpo che non ci rispecchia. Esattamente come accade a Brandon, le cui fattezze non corrispondo al suo sentirsi da sempre un maschio, all’interno di un racconto che si fa ricerca dolorosa e profonda su chi si è davvero.
American Psycho(2000) di Mary Harron
Continuano i titoli e proseguono le partecipazioni dell’attrice a film diventati cult. È il caso di American Psycho, trasposizione del romanzo omonimo di Bret Easton Ellis adattato per lo schermo da Guinevere Turner assieme alla regista Mary Harron. Il protagonista lo conosciamo tutti: è Patrick Bateman, è interpretato da Christian Bale e non scherza affatto quando si tratta di bigliettini da visita. Chloë Sevigny invece è Jean, una ragazza che vorrebbe soltanto avere una relazione con qualcuno da rendere felice, e che faccia lo stesso con lei. Ma sappiamo che non finisce mai bene per le donne con cui Patrick decide di uscire.
Dogville(2003) di Lars von Trier
Arriviamo al 2003, ma il macabro rimane. In fondo non si può certo dire di no a Lars von Trier. Sevigny prende parte a Dogville, storia di una donna, la Grace interpretata da Nicole Kidman, in fuga da un gangster, la quale si ritrova a chiedere protezione proprio alla comunità che dà nome al film. Da principio la protagonista non noterà nulla di strano, fin quando non sprofonderà in una rete fatta di dolore e violenza. Il film è un mix tra impostazione teatrale e cinema sperimentale, un’opera angosciante e in linea con lo stile disfattista del suo autore.
Russian Doll (2019-2022)
Passiamo alla serialità e vediamo l’attrice tra i protagonisti dello show Netflix Russian Doll, tra le cui menti creative c’è anche la protagonista Natasha Lyonne. Sevigny, anche in questo caso, interpreta un genitore non particolarmente facile da gestire e ancor meno con cui crescere, che rivive soprattutto grazie alla memoria e ai ricordi del personaggio principale, Nadia Vulvokov (Lyonne). Una serie fatta di salti nel tempo e sul loro essere, alla fine, circolari. E che insegna che è impossibile fuggire dal proprio passato. O, peggio, dalle proprie madri.
We Are Who We Are(2020)
Un bel salto in avanti nella carriera cinematografica di Chloë Sevigny, che nel frattempo ha recitato per Jim Jarmusch, David Fincher e Werner Herzog. È il 2022 e Luca Guadagnino la rende una madre nella serie in otto puntate We Are Who We Are nel ruolo di Sarah Wilson, colonnello che si troverà a dover dirigere una nuova base militare in cui si trasferirà insieme alla moglie Maggie, interpreta da Alice Braga, e al figlio Fraser impersonato dal giovane Jack Dylan Grazer. Una serie corporea, emozionale, ma soprattutto fresca e intensa come sa esserlo la giovinezza. Uno show affascinante e galvanizzante come i prodotti di Luca Guadagnino, con il personaggio di Sevigny che appartiene a quella schiera di adulti che osservano da fuori la generazione dei propri figli.
Bones and All(2022) di Luca Guadagnino
Torna Guadagnino e torna un ruolo da madre: nel 2022 l’attrice prende parte al romance horror Bones and All nei panni di una madre problematica e distaccata. L’attrice è protagonista di una scena straziante insieme alla figlia-cinematografica Taylor Russell, dove il confronto tra le due si trasforma nell’impossibilità di un genitore di dare amore al suo stesso sangue.
Feud: Capote vs. The Swans (2024)
Sebbene nel 2024 è stata tra i protagonisti di Monster: la storia di Lyle ed Erik Menendez, seconda stagione della serie antologica ideata da Ryan Murphy, il titolo da non perdere dell’anno è Feud: Capote vs. The Swans, anche questa una seconda stagione, anche questa parte di una serie antologica. Le vicende prendono spunto da Capote's Women: A True Story of Love, Betrayal, and a Swan Song for an Era di Laurence Leamer e racconta del periodo in cui lo scrittore di Colazione da Tiffany e A sangue freddo frequentava i suoi “cigni”, donne dell’alta società hollywoodiana, esponenti di un ambiente altolocato, glamour, dedito alla moda e ai pettegolezzi. Un’occasione per vedere Chloë Sevigny nelle vesti di C.Z. Guest, scrittrice, attrice e fashion designer, inventrice dello stile preppy e considerata tra le donne più eleganti che l’America abbia mai conosciuto.